Primo esame collettivo svolto: rotti i provvedimenti disciplinari dell’Unibo!
Stamattina ci siamo recati in una cinquantina nella facoltà di Storia per pretendere che uno degli studenti colpiti da provvedimento disciplinare in seguito alle proteste contro il caro mensa, potesse ugualmente sostenere l’esame. Il professore presente, ascoltati i motivi della richiesta ha perciò giustamente deciso di far sostenere l’esame, rendendo chiaro che i metodi di Rettore e Senato Accademico non incontrano il favore dell’Università tutta, in quanto colpiscono pochi individui presenti in momenti di protesta che hanno visto la partecipazione e attivazione di centinaia e centinaia di studenti e studentesse. Questi provvedimenti, consistenti nella sospensione per 2 mesi della possibilità di dare esami, vengono comminati in modo illegittimo e preventivamente all’accertamento delle reali responsabilità, a studenti e studentesse che hanno preso parte ad iniziative, anche di protesta accesa, per esigere servizi migliori e dignitosi all’interno dell’Università di Bologna.
Il rettore Ubertini evidentemente preferisce punire gli studenti piuttosto che confrontarsi sui gravi problemi in cui versa l’Unibo. E’ un comportamento inaccettabile e infecondo, crediamo perciò sia necessario rompere questi provvedimenti e saremo in ogni esame a fare in modo che a nessuno sia impedito di portare a termine un corso di studi per cui paghiamo migliaia di euro all’anno. Infatti queste sospensioni arrivano nel periodo della sessione d’esame mettendo a serio rischio la possibilità di laurearsi nelle tempistiche necessarie.
Da ieri abbiamo diffuso un appello per la costruzione di un comitato contro la doppia pena dell’Unibo, aperto a chiunque comprenda e voglia esporsi sull’illegittimità di questo metodo esclusivamente volto a reprimere chiudendo qualunque possibilità di dialogo. Ogni esame sarà dunque collettivo finché non verrà abolito il Codice Etico e a nessuno studente o studentessa verrà più impedito di proseguire gli studi!