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Bologna: cariche della polizia al parco Don Bosco

Ancora cariche e violenze di polizia a Bologna al parco Don Bosco, dove abitanti e manifestanti protestano da mesi per evitare il taglio e l’abbattimento di oltre 70 alberi.

La Polizia è arrivata in forze all’alba di questa mattina, esattamente come ieri, per sgomberare il presidio e con le ruspe proseguire lo sradicamento delle piante. Schierata in tenuta antisommossa ha ripetutamente caricato le persone presenti, giovani e anziani. Alcuni attivisti sono saliti sugli alberi. Quattro le persone fermate, una in ospedale, diverse quelle ferite. 

Il sindaco Matteo Lepore parla della capacità della polizia di «gestire i manifestanti nel miglior modo possibile» le scene di violenza dal Parco Don Bosco lo contraddicono praticamente in contemporanea. I manifestanti vengono tirati giù dagli alberi a forza, in barba a tutte le più basilari norme di tutela. La ditta “Arcadia Impianti Srl” procede al taglio degli alberi incurante degli attivisti che vi erano sopra.

Wu Ming 1 commenta a Radio Città Fujiko le scene di violenza della polizia al Parco Don Bosco

Sono immagini forti quelle che abbiamo visto…

«È un miracolo che non sia rimasto paralizzato o addirittura ucciso qualcuno, sono state tagliate le corde delle imbracature degli attivisti che erano sugli alberi e poi dai cestelli delle gru si sono visti poliziotti e operai tirare le persone che stavano sui rami. Abbiamo visto agenti della polizia tutti bardati arrampicarsi dietro gli attivisti. L’ultima volta che ho visto una scena del genere è stato quando Luca Abbà, l’attivista No Tav in Val di Susa cadde da un traliccio dell’alta tensione e rimase in coma per giorni ed è un miracolo che sia ancora vivo. Mi è venuto freddo alla schiena a vedere quella scena. Tutto questo con lavori eseguiti senza un cantiere, senza avvisi e nella più totale irregolarità tant’è che i Cobas del lavoro privato hanno scritto e mandato via Pec i video all’ispettorato del lavoro, ci saranno anche denunce e si apriranno vie legali. Da quello che ho capito sono stati tagliati anche alberi che l’agronoma del Comune aveva detto di non tagliare. In un mondo non capovolto un’amministrazione che manda a fare cose del genere paga un prezzo politico non indifferente, non è detto che questa lo paghi, perlomeno non nel medio-breve termine, perché siamo in pieno allarme destra e quindi chi sta dall’altra parte ha automaticamente un salvacondotto per fare qualunque cosa».

Interpellato dai giornalisti il sindaco Lepore ha affermato che la polizia stava garantendo lo svolgimento del cantiere che deve andare avanti

«Certo, è la retorica “dell’ormai”, “ormai” i lavori sono appaltati, “ormai” il progetto è esecutivo. Ormai è quello che abbiamo visto più volte con le grandi opere pubbliche, prima si fa un finto percorso partecipato di cui nessuno sa nulla, dopodiché si dice “ne parliamo già da anni, perché ti svegli ora? Ormai è già fatto”. Una retorica strumentale. Qui a monte però c’è tutta la questione del greenwashing e delle politiche di questa giunta perché viviamo in una città di contraddizioni, di ossimori: abbiamo il tram ecocida, che è una cosa che nessuno si sarebbe potuto immaginare prima di vedere i progetti della rete tramviaria bolognese. È un tram che incentiva il consumo di suolo, abbatte migliaia di alberi perché quelli censiti sono settecento, ma non si conta il verde spontaneo. In più è funzionale a nuove urbanizzazioni, a nuovo consumo di suolo. Questo spiega il motivo per cui non è stato progettato come alternativo alle auto, ma come adiacente alle auto e quindi per trovare spazio dove farlo passare buttano giù gli alberi perché non devi turbare il traffico delle auto. È tutto in aggiunta, non in alternativa, quindi anche un progetto come il tram, che sarebbe in teoria positivo, in realtà diventa distopico. Abbiamo le piste ciclabili realizzate disboscando e gli alberi in vaso, mentre quelli con le radici nella terra vengono buttati giù».

Il parco è presidiato da mesi per un duplice motivo: prima per opporsi alla demolizione e ricostruzione delle scuole, ora anche per tutelare il verde dai lavori del progetto del tram che sono quelli che interessano la zona di San Donato.

Gli aggiornamenti di Radio Onda d’Urto

Ore 11 del mattino con Teresa, del Comitato Don Bosco-Besta. Ascolta o scarica.

Ore  7.30 del mattino con Teresa, del Comitato Don Bosco-Besta. Ascolta o scarica.

La nota di Liber* cittadin*:

İl sindaco Lepore non ha più strumenti per gestire il cantiere del tram. Si sottomette alla strategia Piantedosi: la violenza della polizia.

Oggi, 20 giugno ore 6:30, sette camionette si sono presentate lungo il terrapieno di viale Aldo Moro che deve essere spianato per far posto al tram che é da tempo in costruzione a Bologna. İl comitato Don Bosco -Besta si oppone alla distruzione del parco Don Bosco e stamattina sta tentando di difendere il terrapieno. É evidente lo squilibrio di forze, una cinquantina di cittadinx si trovano davanti a una cinquantina di celerini che a ripetizione caricano e manganellano per far posto agli operai. Operai che lavorano senza un cantiere, tagliano rami a pochi metri dalle teste delle persone e a pochi centimetri da chi ha deciso di salire sugli alberi.

Quattro persone sono ancora sugli alberi, tre sono già state strattonate giù. A una hanno tagliato i rami sotto i piedi e le corde con cui era assicurata all’imbrago, al momento é in stato di fermo. Altre due persone sono state portate via, una ammanettata e varie sono ferite. Lo scempio continua: per ogni albero una carica, gli operai tagliano e si passa al successivo.

İl tram é un cosiddetto progetto green su cui il sindaco ha puntato moltissimo, così come altri vari cantieri disseminati per la città. Ancora una volta, “green” è un modo per legittimare le scelte sulle spalle dei quartieri, delle persone… contro i quartieri e le persone.

Non c’è spazio per il dissenso né per il dialogo politico, i tavoli di trattativa sono falliti negli scorsi mesi così come i tentativi di partecipazione ai consigli di quartiere. La giunta Lepore affidandosi alle forze dell’ordine conferma di non avere più alcuno spazio di agibilità politica, addirittura il ministro Piantedosi é intervenuto sulla questione e il risultato è quello di stamani: violenza.

Abbiamo di fronte il significato pratico del securitarismo introdotto da Matteo Salvini, le strade sono sicure solo per chi sta alle regole del gioco delle città vetrina.

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