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Bologna: chiesto rinvio a giudizio per trenta studenti

Il Cua: ”Ennesimo tentativo da parte delle istituzioni bolognesi di delegittimare le lotte sociali, intimidendo chi quotidianamente si batte contro il modello di città e università che vorrebbero imporre”.

“È di questi giorni la notizia che la procura di Bologna ha richiesto il rinvio a giudizio per trenta studenti e studentesse che hanno preso parte, insieme a tanti e tante altre, alle giornate di lotta che questo febbraio hanno mobilitato la zona universitaria bolognese contro l’installazione dei tornelli nella biblioteca di via Zamboni 36.” A riferirlo è il Cua, che in un comunicato stampa diffuso in mattinata sottolinea “come durante quelle giornate non ci siamo tirati indietro e non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci, neanche questa provocazione riuscirà nel suo intento!”

Per gli studenti “si tratta infatti dell’ennesimo tentativo da parte delle istituzioni bolognesi di delegittimare le lotte sociali, intimidendo chi quotidianamente si batte contro il modello di città e università che vorrebbero imporre. Ci ha provato la governance universitaria decidendo, in combutta con questura e procura, di sospendere arbitrariamente studenti e studentesse che nel corso dell’anno hanno partecipato ai vari momenti di lotta che hanno animato la zona universitaria, ma anche in quel caso siamo stati in grado di dimostrare che non saranno sicuramente le misure repressive a farci smettere di credere che un’altra università, che un’altra Bologna sia possibile. Ci han provato con gli sgomberi di qualche settimana fa, ma ancora una volta non ci siamo intimoriti e di certo non resteremo a guardare mentre le istituzioni tentano di fare di Bologna un deserto arido, abbellito da qualche seduta vintage e da qualche luminaria chic. L’estate ormai è agli sgoccioli e già da qualche settimana si prevede un’autunno incandescente in città! Chi pensa di poterci fermare semplicemente firmando qualche foglio, mentre sta comodamente seduto su una qualche poltrona in un qualche palazzo probabilmente non ha capito che noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo, pronti a difendere la zona universitaria e Bologna da chi vorrebbe farle diventare vetrine chic alla portata dei pochi, pronti a riempire ancora queste strade di antagonismo sociale!”

da zic.it