Bologna, condannati a sei mesi attivisti di Ultima Generazione, ma riconosciuto dal giudice l’alto “valore morale” dell’azione
- gennaio 18, 2024
- in lotte sociali
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Assolti invece per manifestazione non autorizzata e danneggiamento aggravato
di Ultima Generazione
Oggi si è tenuta l’udienza conclusiva per il blocco stradale sulla tangenziale nord di Bologna del 2 novembre. Mida, Ettore e Silvia sono stati condannati a sei mesi con pena sospesa per i reati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio. Sono stati assolti invece per danneggiamento aggravato, manifestazione non autorizzata e violazione di fogli di via. Il giudice ha riconosciuto però le circostanze generiche dell’aver agito per un alto valore morale ai sensi dell’art. 62 co. 1, n. 1 c.p. Nonostante la condanna di tre persone che hanno compiuto un’azione nonviolenta per chiedere al governo di stanziare un Fondo di Riparazione permanente per gli eventi estremi, che proprio lo stesso giorno del blocco stradale hanno colpito la Toscana, la campagna di Ultima Generazione andrà avanti.
Silvia, fumettista di 29 anni, dopo la condanna: “Io credo che ci hanno condannato perché diciamo e facciamo cose scomode. Chiedo alle persone che mi ascoltano di non avere paura a fare cose scomode e ad essere in conflitto. Se pensate che tutto questo sia ingiusto, entrate con noi in questo conflitto che è sano e motore di cambiamento.”
Cos’è successo in aula
Durante la conclusione delle parti, il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per i capi di manifestazione non autorizzata e violazione di foglio di via ma la condanna per interruzione a pubblico servizio, danneggiamento e violenza privata ad un anno di reclusione. La difesa ha contestualizzato l’azione come nonviolenta perché le persone non hanno avuto comportamenti violenti o minacciosi chiedendo così l’assoluzione completa perché il fatto non sussiste, come giudicato a Firenze per l’azione alle Gallerie degli Uffizi. Tuttavia, nonostante il riconoscimento dell’alto valore morale della nostra azione ai sensi dell’art. 62 co. 1, n. 1 c.p., il giudice ha condannato Mida, Ettore e Silvia a 6 mesi con pena sospesa per violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio.
In questo periodo storico chiediamo che tutte le parti sociali di mobilitarsi contro l’inerzia di questo governo, come fatto dalla rete di avvocati che si oppone alla criminalizzazione dei movimenti ecologisti e dalla deputata del M5S Carmen Di Lauro che oggi in parlamento ha dichiarato “I nemici oggi sono quei politici che ancora negano la gravità della questione ambientale e che assecondano, in nome di un becero tornaconto elettorale, lobbies e interessi di parte.” Mida, Ettore e Silvia sono dalla parte giusta della storia.
Solidarietà agli alluvionati
I processi vanno avanti, le 12 persone con misure cautelari rimangono prive della loro libertà ma le nostre azioni continueranno perché la crisi eco sociale non rallenta, anzi diventa sempre più grave. La protesta degli alluvionati durante l’incontro tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a Forlì dell’altro ieri dimostra come le alluvioni non sono una questione di “mal tempo” ma di persone isolate da una crisi eco-sociale esasperata da disuguaglianze sempre più alte e politiche nazionali e locali inadeguate ad assorbire le conseguenze. Da una parte gli eventi estremi diventano sempre più forti e più frequenti e dall’altra una politica che non è preparata e ne si sta preparando, giudicando dalla debolezza delle azioni (senza neanche garanzia di fondi) previste nel recentemente approvato Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), per prendersi cura di tutta la popolazione colpita da alluvioni, siccità e carestie. Anzi, come espresso dagli alluvionati di ieri, la politica approfitta della situazione per fare campagna elettorale: “Siamo qui per dire che non faremo da tappetino per le loro passerelle. E siamo venuti qui a testimoniare la verità, che è la nostra condizione, i conti in tasca che ognuno si è fatto rispetto agli annunci continui che vediamo riportati sulla stampa”.
Solo persone con abbondanti risorse economiche hanno potuto coprire i danni causati dall’alluvione, questo dimostra che la crisi climatica è una questione di giustizia sociale perché tante persone si ritrovano isolate per mancanza di politiche redistributive ed eque. Perché la Regione decide di spendere 2 milioni in un’opera come l’allargamento del passante di Mezzo quando ambientalmente dannoso e inutile? È di fronte a questa incoerenza che Mida, Ettore e Silvia hanno coraggiosamente deciso di prendere posizione, a discapito della propria libertà, per non rimanere complici nell’indifferenza e nutrendo così la nostra democrazia.
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