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Bologna: denunciati attivisti del Laboratorio Crash, aiutavano Blu a coprire i suoi murales.

“E la riflessione a caldo e a margine della cancellazione delle opere di Blu che stiamo facendo anche noi in questo ore è: quanto sa essere sciocco il potere quando ci si impegna? Siamo stati denunciati dalla polizia mentre cancellavamo l’opera di Blu! E con questa ci conquistiamo la denuncia più stravagante e imbecille dell’anno!”
(Laboratorio Crash)

Ecco quanto sta succedendo, in questi giorni, a Bologna: da una parte assistiamo alla criminalizzazione degli artisti di strada, con la recente condanna per imbrattamento inflitta all’artista AliCè, dall’altra assistiamo all’incalzante privatizzazione della street art.

— I FATTI
La fondazione culturale Genus Bononiae, presieduta dall’ex rettore Fabio Roversi Monaco, ha da poco avviato un’opera di “privatizzazione” dei murales di Bologna: decine di graffiti sono stati letteralmente strappati dai muri degli edifici sui quali si trovavano, senza ovviamente il consenso degli autori, per essere “custoditi” in un museo ed esposti nella mostra Street Art – Bansky & Co. L’arte allo stato urbano, che si sarebbe dovuta tenere a Palazzo Pelopoli dal 18 marzo.

L’unico scopo era quello di speculare su una forma d’arte, per sua natura pubblica e destinata alla collettività, rendendola a pagamento.

Ma i writers non ci stanno e non hanno tardato a manifestare il loro disappunto. 
Blu, artista di fama mondiale, nella notte tra l’11 e il 12 marzo ha cancellato tutte le sue opere realizzate a Bologna negli ultimi venti anni, aiutato dagli attivisti del Laboratorio Crash.

“A bologna non c’è più blu
e non ci sarà più finchè i magnati magneranno
per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi”, scrive il writer sulla sua pagina facebook.

E come se non bastasse, gli attivisti che hanno aiutato Blu a ricoprire le sue opere per sottrarle al solito “magna magna” dei potenti, sono stati denunciati per invasione di terreni e imbrattamento.
I carabinieri sono intervenuti in via Capo di Lucca dopo la segnalazione di un passante.

Il collettivo Wu Ming, a cui Blu ha affidato il compito di divulgare i motivi della protesta, ha parlato della mostra di Roversi Monaco come il “simbolo di una città che va combattuta, basata sull’accumulazione privata e sulla trasformazione della vita e della creatività di tutti a vantaggio di pochi.”

La natura intrinseca della street artist “è quella di occupare uno spazio per celebrarne la sua incertezza, essendo consapevoli della sua temporaneità e della sua fugacità”, spiega Lutz Henke, co-creatore di uno dei murales di Blu.

FONTE:  http://www.vice.com/it/read/blu-murales-bologna-cancellati-mostra-street-art-918

ericailcane
Illustrazione di Ericailcane
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