La polizia penitenziaria ha trovato questa mattina un detenuto morto nel settore giudiziario. A renderlo noto è stato il segretario generale aggiunto del Sappe (sindacato degli agenti penitenziari) Giovanni Battista Durante: il detenuto – ha detto – era italiano, poco più che trentenne, tossicodipendente e in attesa di giudizio.
L’uomo sarebbe stato trovato riverso sul letto e secondo i primi accertamenti, riferisce il Sappe, si tratterebbe di morte naturale. «Non possiamo comunque non evidenziare – commenta Durante – che all’interno del carcere bolognese ci sono circa 1.150 detenuti, a fronte di una capienza di circa 500 posti.Di questi, circa 300 sono tossicodipendenti, la maggior parte dei quali, probabilmente, potrebbero scontare la pena all’esterno, in strutture di recupero, ma continuano a rimanere in carcere, contribuendo ad alimentare il sovraffollamento. La nostra legislazione, pur essendo all’avanguardia, incontra grosse difficoltà applicative. La legge sulla droga, infatti, prevede la sospensione della pena e l’affidamento terapeutico per i soggetti condannati fino a sei anni di reclusione (quattro per coloro che si sono resi responsabili di reati più gravi), i quali abbiano superato positivamente un programma di recupero, ovvero che ad esso intendano sottoporsi. Nelle carceri italiane la percentuale dei tossicodipendenti è di circa il 25 per cento».
L’uomo sarebbe stato trovato riverso sul letto e secondo i primi accertamenti, riferisce il Sappe, si tratterebbe di morte naturale. «Non possiamo comunque non evidenziare – commenta Durante – che all’interno del carcere bolognese ci sono circa 1.150 detenuti, a fronte di una capienza di circa 500 posti.Di questi, circa 300 sono tossicodipendenti, la maggior parte dei quali, probabilmente, potrebbero scontare la pena all’esterno, in strutture di recupero, ma continuano a rimanere in carcere, contribuendo ad alimentare il sovraffollamento. La nostra legislazione, pur essendo all’avanguardia, incontra grosse difficoltà applicative. La legge sulla droga, infatti, prevede la sospensione della pena e l’affidamento terapeutico per i soggetti condannati fino a sei anni di reclusione (quattro per coloro che si sono resi responsabili di reati più gravi), i quali abbiano superato positivamente un programma di recupero, ovvero che ad esso intendano sottoporsi. Nelle carceri italiane la percentuale dei tossicodipendenti è di circa il 25 per cento».
fonte: Corriere di Bologna
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