Mercoledì sera. La lezione di lingua italiana nella scuola di italiano per migranti dell’associazione Ya Basta è finita. Gli studenti e l’insegnante escono dalla scuola in macchina, abitano nella stessa zona e l’insegnante gli dà spesso un passaggio.
Poco dopo due auto senza insegne li fermano qualificandosi come agenti della Digos: controllo dei documenti e domande su perché si trovino a bordo dell’auto, da dove vengono e cosa stanno facendo. Gli studenti si spaventano e tremano… sono migranti. Hanno paura.
E’ la normale quotidianità della legge Bossi Fini. Che criminalizza i migranti e li induce alla paura. E’ la normale quotidianità del Pacchetto sicurezza, che confonde i migranti con i delinquenti ed incita alla delazione diffusa.
Noi non accettiamo questa normalità costruita sull’ingiustizia e sulla discriminazione.
Non accettiamo che una macchina possa apparire sospetta perché a bordo ci sono delle persone con la pelle scura.
Non accettiamo che i percorsi di integrazione – questa parola così di moda nei discorsi dei politici – faticosamente intrapresi dai migranti e dai volontari della nostra associazione siano compromessi dalle intimidazioni della Polizia.
Ogni giorno insieme ai migranti che abitano a Bologna costruiamo un piccolo mattoncino di un diverso futuro per questa città: un futuro di uguaglianza, di rispetto, di giustizia, di dignità per tutti. Donne e uomini, italiani e migranti, giovani ed adulti.
Lo Sportello Migranti, la Scuola di italiano per cittadini stranieri, il progetto Vite da Rifugiati, i seminari di formazione per studenti ed operatori e le pubblicazioni di ricerca su temi sociali come il libro Città Migranti, sono solo alcune delle nostre attività. Le portiamo avanti da anni insieme ai cittadini stranieri e con la collaborazione, anche economica, del Centro Servizi per il Volontariato, della Regione Emilia Romagna, del Settore Istruzione del Comune di Bologna e dell’Università di Bologna.
Tutto questo è possibile grazie al contributo di volontari, studenti e lavoratori, che si impegnano per costruire percorsi di conoscenza e di relazione, di informazione e scambio per contrastare l’esclusione di chi è diverso da noi.
Anziché essere valorizzato e promosso tutto questo viene minacciato e compromesso dagli interventi della polizia, ultimo dei quali ieri sera, tesi a spaventare e colpevolizzare l’impegno di chi opera volontariamente nei nostri spazi.
Questo è il contesto in cui operiamo, sappiamo che le nostre attività non sono gradite a chi fabbrica odio nei confronti dei migranti per raccogliere consensi in una fase di crisi economica e di crisi della rappresentanza politica.
L’intimidazione avvenuta ieri è quindi un messaggio per tutti, ma in particolare è rivolta ai volontari ed ai migranti che su questo territorio tentano di contrastare la marginalità costruendo reti ed amicizie, partendo dall’apprendimento dell’italiano.
Per tutti questi motivi riteniamo simili intimidazioni inammissibili.
Pensiamo che se si vuole tutelare lo sviluppo dei processi di inclusione sia necessario cessare al più presto ogni sorta di provocazione che contamina le nostre attività con la cultura della paura.
Associazione Ya Basta! Bologna
fonte: zic.it
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