Un’altra dose di odio verso i migranti, dopo gli spari di Luca Traini a Macerata, è entrata in circolo rimbalzando sulla rete e moltiplicandosi.
Il mezzo per propagare il razzismo è stato facebook, dove una fake news è diventata virale.
«Lunedì mattina. Frecciarossa 9608, Roma Termini – Milano. Il signore in foto, di cui non mi interessa nascondere la fisionomia, si è seduto accanto a me, senza alcun biglietto. In mano solo il telefono e un foglietto volante; ha preso il Frecciarossa con un biglietto per un interregionale»: così comincia la messa all’indice di un ragazzo di colore. L’autore è Luca Caruso, il post (scritto tre giorni fa) è accompagnato dalla foto con il viso del ragazzo in primo piano.
In poche ore raggiunge 120mila reazioni e oltre 75mila condivisioni. Lo riprende anche il candidato di Casa Pound in Umbria, Piergiorgio Bonomi (ieri non c’era più).
Il racconto è dettagliatissimo ma si rivelerà poi una bufala. «Stava parlando al telefono – prosegue il post -, ma appena ha visto la capotreno ha abbassato il cappuccio fingendo di dormire. La capotreno (minuta, esile e giovane, nonché educatissima) gentilmente ha ‘svegliato’ il signore e ha spiegato in inglese che era sul treno sbagliato. Ha chiesto la differenza del costo, ma lui ha detto di non aver soldi (smartphone Samsung S8). La signora gli ha chiesto un documento per la contravvenzione, ma ovviamente ne era sprovvisto». La storia termina con l’apologo finale: «È l’esempio lampante della totale assenza di certezza della pena che il nostro paese ha regalato a queste persone che non sono più disponibile a chiamare ‘rifugiati’. Arriverà a Milano, viaggiando su un posto che costa 86 euro con 4 euro. Impunemente. Pamela è stata barbarizzata e vilipesa da gente che senza diritto e senza motivo ha varcato l’uscio di casa nostra, perché la porta era ed è spalancata. Senza alcuna sicurezza. E ora mi raccomando scannatevi tra ‘razzista’ e ‘buonista’ eh…». La menzione dell’omicidio di Macerata, del tutto fuori luogo, ha l’effetto voluto e i commenti seguono il mood della storia: «Approfittano della nostra accoglienza», «non si deve avere pietà» fino all’apoteosi finale «vanno riaperte le camere a gas».
Del post si accorge la redazione di Valigia blu che comincia a chiedere a Caruso via fb se avesse l’autorizzazione a postare l’immagine del ragazzo, facendo notare una serie di incongruenze.
Mentre si sommano commenti razzisti a frasi offensive, Valigia blu contatta Trenitalia, che fornisce una versione differente dei fatti: «Il ragazzo – spiega Trenitalia -, alla presenza di diverse persone, non è stato in grado di comunicare in italiano e il suo inglese era piuttosto stentato». Non aveva un documento di identità e aveva, in un primo momento, mostrato un biglietto per una tratta diversa. «Tuttavia – prosegue la nota – la capotreno, essendosi accorta che la scena destava curiosità, ha portato il ragazzo fuori dal vagone per estendere il rapporto. In quel momento, si è resa conto che il passeggero aveva estratto il biglietto corretto. Semplicemente, aveva sbagliato posto. Chiarito il malinteso, il ragazzo è stato regolarmente accompagnato nel posto corrispondente al suo biglietto».
Man mano che la storia perde credibilità arrivano i passi indietro: la foto veniva pixellata per nascondere gli occhi, poi veniva aumentata la privacy e infine rimosso il post.
«È la psicosi di massa prodotta da Salvini & co – il commento di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione -. Il razzismo è stato sdoganato. Siamo disponibili a offrire assistenza legale al migrante dopo questo danno alla sua reputazione».
Adriana Pollice
da il manifesto