Brescia: 20 attivisti No Tav denunciati per resistenza
- dicembre 20, 2013
- in lotte sociali, misure repressive, no tav
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Resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell’autorita: questi i reati di cui sono accusati una ventina di attivisti No Tav denunciati dalla Digos di Brescia dopo i fatti di lunedi sera . A Sanpolino gli attivisti No Tav e grandi opere hanno protestato contro la presenza del senatore SI TAV del PD Stefano Esposito cercando di raggiungere la sala del dibattito, ma la polizia ha impedito ai manifestanti di partecipare all’iniziativa.
“Esposito voleva i no tav, i no tav sono arrivati, il dibattito è stato sospeso! E finita con un corteo in quartiere. NO TAV FINO ALLA VITTORIA!”.
Aggiornamento 17 dicembre ore 11: il racconto della serata di ieri con Paola e Roberto, No Tav Brescia.
Così, sul proprio profilo Fb, i No Tav Brescia sintetizzano la serata di lotta di lunedì 16 dicembre, con cui una settantina di attivist* antialtavelocità e delle realtà antagoniste bresciane hanno riscaldato un gelido lunedì sera nel quartiere di San Polo.
Al Piccolo Teatro Libero di corso Bazoli, 89 era in calendario un incontro, organizzato dagli Ecologisti Democratici del Pd su “Scambi di vedute. Treni ad alta velocità: utili, inutili o dannosi?”.
Al tavolo dei relatori c’era, tra gli altri, il Senatore piemonte se della lobby Sì Tav Stefano Esposito, di cui i No Tav bresciani nei giorni scorsi ricordavano qui diverse “uscite” contro attivist* in val di Susa e non solo
Più che uno scambio di vedute, quindi, quello che doveva andare in scena a Brescia era un film dal finale scontato: “La conclusione inevitabile -scrivevano i No Tav Brescia -sarà che tutto sommato si tratta di una ferrovia, che è bene costruire perché altrimenti si dovranno realizzare altre autostrade ed è comunque preferibile ad aereo e macchine. Discorso che inevitabilmente si concluderà con frasi tipo: “Qualche soluzione alternativa al trasporto merci bisognerà pur trovarla…e le proteste dei bresciani? Classificate come il rutto smorzato di chi traduce “la voglia di protesta contro il sistema nella battaglia contro un treno!” quando ci sono grandi opere più “cattive” da contrastare…”
La realtà, però, ha squadernato ancora una volta i programmi ufficiali: fuori dal Teatro di San Polo si sono ritrovati molti più No Tav rispetto ai partecipanti all’incontro (meno di una trentina).
Le/gli attiviste/i hanno ribadito per un paio d’ore la volontà di poter entrare all’incontro per portare la voce e le esigenze di chi lotta contro le speculazioni, escluse dalla serata.
Una trentina tra funzionari Digos, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno per tre volte respinto i manifestanti, generando diversi momenti di tensione gratuita, mentre dal teatro alcuni degli organizzatori chiedevano l’ingresso dei No Tav, senza però ricevere il via libera della Questura bresciana, ufficialmente per…problemi di capienza della sala!
Alla fine, però, una dozzina di No Tav è riuscita comunque a entrare nel Teatro, dimostrando ancora una volta chi è che davvero vive (e conosce) la propria città, perchè ogni giorno la vive, la attraversa e la percorre.
“Per noi – hanno scandito al megafono i No Tav rimasti all’esterno, ricevendo nel frattempo la solidarietà – sotto forma di the caldo – di alcuni residenti del quartiere – non esiste compensazione in grado di mitigare la devastazione imposta dal Tav e ciò ci impone la strada della lotta per contrastare un’infrastruttura che risponde esclusivamente a meccanismi economici speculativi, non certo a criteri di gestione sostenibile delle risorse del territorio. Non confondiamo quindi la voglia di protestare contro il sistema con la battaglia contro un treno. Ma lottiamo contro un sistema che, anche attraverso la costruzione di un treno, mostra sempre più le proprie tendenze autodistruttive, creando nuove forme di povertà, di marginalizzazione sociale e di devastazione ambientale”.
Poco prima delle 22, mentre all’esterno i No Tav davano vita a un corteo improvvisato per il quartiere, spostandosi ai vari ingressi della sala, per cercare di far valere collettivamente il diritto di partecipare a un incontro pubblico, all’interno gli/le attivisti/e hanno chiesto a gran voce l’ingresso di tutte/i, rifiutando di sedersi in sala, mentre gli organizzatori rinviano di continuo l’inizio dell’incontro.
Alla fine, dopo qualche altro momento di tensione gratuito con le forze dell’ordine (rigorosamente…cascate), il convegno è finito letteralmente ancora prima di iniziare, con il Senatore Esposito costretto a limitarsi a qualche tweet di consolazione..
Verso le 23, i No Tav – riunitisi con le/i compagne/i all’interno hanno dato vita a un secondo corteo per le vie di San Polo, ribadendo con forza che “ai tempi della crisi e dell’austerity c’è una sola grande opera da realizzare: casa e reddito per tutt*!”
La cronaca della serata dal Twitter di Radio Onda d’Urto
Sono nemmeno passate poche ore dal presidio NoTAV al Piccolo Teatro Libero di San Polino a Brescia del 16 dicembre 2013 e già cominciano le mistificazioni… Gli attivisti NoTAV Brescia sono stati bloccati ancora prima che cominciasse l’incontro, non perché la capienza della sala era già stata raggiunta ma perché la polizia aveva ordini in tal senso… Così Esposito, che usa con leggerezza parole come “democrazia” (e dopo dovrebbe sciaquarsi la bocca) può farsi lo stesso il suo spot elettorale sui manifestanti violenti.
Resta il fatto che un’assemblea pubblica dovrebbe essere di libero accesso ai cittadini. O i NoTAV non sono più cittadini? Non hanno gli stessi diritti?
Dalle 20:00, quando ancora in sala non c’era nessuno, è stato chiesto alla polizia di lasciare passare i manifestanti per poter partecipare al dibattito.
Ma è questo che è lo stato italiano intende per democrazia. Questo quello che Esposito intende per dibattito.
Chi non è d’accordo fuori, tenuto dalle forze del disordine. Senza nemmeno il diritto di partecipazione.
Almeno si è impedito al senatore del PD di fare il suo bel spot sul TAV. Di quanto è utile e di quanto sono cattivi i Val Susini. No Tav Brescia si gode una piccola vittoria. La democrazia l’ennesima, devastante sconfitta.
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