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Brescia: Cariche della polizia al corteo #Iononcisto. La buona scuola la facciamo noi!

Cariche di polizia a Brescia nei confronti degli studenti medi che volevano protestare in prefettura con la “buona scuola” del governo. Manganellate (come sempre rigorosamente in testa…) ordinate dal primo dirigente della polizia e funzionario di piazza Domenico Farinacci nei confronti degli studenti. Il corteo del Kollettivo studenti in Lotta è stato caricato mentre cercavano di rimuovere le transenne che ancora una volta bloccavano l’ingresso alla prefettura.

Ascolta La prima corrispondenza con di Umberto della redazione di Radio Onda d’Urto

La seconda corrispondenza con Umberto della redazione di Radio Onda D’Urto che racconta il secondo tentativo di accesso alla prefettura. Il corteo è poi ripartito verso le gallerie e dovrebbe concludersi in Piazza Loggia. Ascolta.

Il corteo del Kollettivo studenti in lotta è terminato in piazza Loggia. La corrispondenza finale con Umberto della redazione di Radio Onda D’Urto  e le testimonianze dei due compagni rimasti contusi durante la carica sotto la prefetturaAscolta

Ascolta le interviste tra gli studenti raccolte da Rosangela della redazione di Radio Onda d’Urto.

Le prime valutazioni a caldo della mattinata con Erika, Marco e Giuseppe del Kollettivo studenti in Lotta. Ascolta

Il comunicato del KSL di Brescia sulla giornata:

altOggi, Venerdì 27 Febbraio, il Kollettivo Studenti in Lotta è sceso in piazza, in concomitanza con le realtà del network StudAut. Il corteo ha attraversato le vie della città di Brescia. I primi attimi di tensione si sono visti all’altezza del cavalcavia Kennedy dove alcuni automobilisti hanno tentato di investire e minacciato dei compagni.

Dopodiché il corteo è andato avanti determinato in direzione della prefettura, il nostro obbiettivo era chiaro: riprenderci uno spazio di una città che (mal)viviamo ogni giorno e che troppo spesso ci viene negato. La risposta a tutto questo sono state transenne e cariche della polizia, che hanno anche ferito alcuni compagni in maniera totalmente illegittima, sotto l’ordine dello stesso dirigente della questura, Farinacci, che il 14 novembre 2012 aveva ordinato cariche a freddo su studenti minorenni.

Ad un sistema scolastico che ci soffoca e all’ennesima riforma che non fa altro che escludere sempre più gli studenti dalla vita scolastica noi abbiamo scelto e continueremo a scegliere la lotta.

Kollettivo Studenti in Lotta

“ALL’ARMI, SIAM QUESTURINI!”
Sulle violente e ingiustificate cariche contro il corteo studentesco del 27 febbraio 2015, a Brescia.

Questa mattina, venerdì 27 febbraio 2015, come in molte città italiane anche a Brescia le studentesse e gli studenti delle scuole superiori sono scesi nelle strade per esprimere, ancora una volta, la propria contrarietà all’ennesima riforma della scuola calata dall’alto sulle proprie teste (in questo caso una vera e propria consacrazione della scuola-azienda e dei saperi-merce, la cosiddetta “Buona scuola” del premier Renzie del ministro Giannini). La manifestazione studentesca, come spesso accade, ha deciso, dopo aver attraversato le vie della città con i propri slogan ed esprimendo i propri contenuti, di terminare la propria giornata di lotta sotto la Prefettura, sede fisica della rappresentanza del Governo nel territorio. Qui lo scenario che da troppo tempo si presenta ad ogni corteo o iniziativa di piazza di chi in città costruisce giorno per giorno percorsi di lotta dal basso e autorganizzata, autogestione, solidarietà, mutuo soccorso, contro le politiche di austerity e precarietà e di smantellamento dei diritti sociali: un Palazzo Broletto blindato da file di transenne, blindati e reparti di Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa. Ed è di fronte al materializzarsi, per l’ennesima volta in piazza Paolo VI, di una concezione odiosa del rapporto tra politica istituzionale e popolo, che la piazza ha deciso di contestare l’ennesima porta chiusa in faccia al dissenso da parte di un Governo ostinatamente e ideologicamente sordo ad ogni rivendicazione di reddito, casa, saperi liberi e per tutte e tutti. Lo ha fatto in maniera del tutto simbolica scuotendo la prima fila di transenne e lanciando un paio di uova. Proprio sul finire di questa contestazione il surreale ha conquistato la scena: i celerini sono usciti dal cortile della Prefettura, superando le transenne e, insieme ad altri reparti che già si trovavano all’esterno si sono letteralmente scagliati (caschi, scudi e manganelli), su studentesse e studenti in grandissima parte minorenni, affrontandoli come se si trovassero di fronte ad una minaccia per la propria incolumità. Hanno picchiato ragazzi giovanissimi, alcuni dei quali hanno riportato diverse lesioni, colpendo al volto e sulla testa con i manganelli. A ordinare questa follia a freddo (sarà che siamo convinti della legittimità del manifestare il proprio dissenso nelle piazze, ma noi ancora non abbiamo capito perchè siano partite queste cariche) è stato ancora una volta il Primo Dirigente della Polizia di Stato Domenico Farinacci, lo stesso che il 14 novembre 2012 ordinò due violentissime cariche sul corteo dello sciopero europeo contro austerity e precarietà, nelle quali rimasero feriti studenti, attivisti antisfratto, occupanti di case e per le quali 16 compagn* delle realtà antagoniste bresciane stanno subendo un processo corredato da accuse pesantissime. Lo stesso Farinacci che il 28 maggio dello stesso anno fece caricare il corteo antagonista e antifascista in un tratto di percorso concordato e normalmente “autorizzato”. E ancora lo stesso che il 3 novembre 2014 pensò bene di sfoggiare un coltello a serra manico (di certo estraneo alla dotazione di ordinanza) di fronte alla contestazione al presidente del consiglio Matteo Renzi, “per tagliare le fascette che univano alcune transenne”.

Scriviamo questo comunicato per esprimere la nostra solidarietà al Kollettivo Studenti in Lotta e a tutti gli studenti e le studentesse di Brescia che sono stati attaccati e picchiati vigliaccamente e senza alcun motivo. E’ inaccettabile che costui, così come molti altri dirigenti delle questure di tutto un Paese il cui Governo non-eletto ha eletto la manganellata ad unica risposta politica e sociale al dissenso, possa indossare l’elmetto e permettersi di picchiare e far picchiare studenti minorenni, con ogni probabilità nel bel mezzo dei propri deliri da “libro e moschetto” (probabilmente in ossequio all’inquietante omonimia con il gerarca fascista Roberto Farinacci, squadrista cremonese e gerarca del Partito Nazionale Fascista).

Centro Sociale Autogestito Magazzino 47