Il carcere di Parma è un esecutore di condanne a morte
- settembre 21, 2021
- in Lettere dal carcere
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La lettera di Domenico Papalia, gravemente malato e recluso nel penitenziario di Parma, a Carmelo Musumeci in cui racconta il suo calvario sanitario: “Non c’è differenza tra commettere un omicidio e chi può salvare una vita e la lascia morire cinicamente”.
Di seguito la lettera scritta dall’ergastolano Domenico Papalia ad un amico e pubblicata da Carmelo Musumeci, ex ergastolano ostativo, “per far sapere che nell’inferno delle carceri italiane si muore senza che a nessuno importi nulla”.
Carissimo Francesco,
ho ritardato a rispondere alla tua lettera perché aspettavo di eseguire alcuni accertamenti strumentali per la salute e dopo aver effettuato risonanza e tac che hanno dato esito negativo per la prostata, ma alcuni noduli nelle ossa del bacino, nei reni e varie parti del corpo. Il 27 luglio 2021 mi è stata fatta la biopsia alla prostata ordinata dall’urologo 15/02/2020 e devo darti una brutta notizia: il tumore alla prostata è maligno ed è andato in metastasi e questa è la causa dei noduli.
L’oncologo mi ha ordinato una cura provvisoria in attesa della Pet per vedere fino a che punto è la metastasi. La Pet è fissata per ottobre, mentre qui su 4 farmaci ordinati dall’oncologo uno non ce l’hanno e la dottoressa è menefreghista e dice che non è importante. Pensa, hanno impiegato 17 mesi a farmi la biopsia, nonostante il Psa aumentava sempre e un medico degno di questo nome mi avrebbe preso in tempo la malattia. Invece quando andavo a evidenziare l’aumento veloce del Psa con la dottoressa, mi diceva: “Aspettiamo la biopsia che ho fatto il sollecito”. E questo purtroppo è il risultato.
Purtroppo il carcere di Parma è un esecutore di condanne a morte, anche se si è in fin di vita non scarcerano nessuno, sono coalizzati: l’area educativa nelle relazioni mette sempre parere contrario all’esperienza extra muraria. L’Area sanitaria mette nelle relazioni che siamo seguiti e monitorati e compatibili e la magistratura di sorveglianza rigetta tutto. Credo che non c’è differenza di commettere un omicidio e chi può salvare una vita e la lascia morire cinicamente.
Ti prego di sentire Carmelo e Nadia, se ha voglia Carmelo di fare un articolo per fare emergere la vergogna di questo carcere e il comportamento della magistratura di sorveglianza di Reggio Emilia e il tribunale di sorveglianza di Bologna. La settimana appena passata è venuta la mia avvocata di Perugia, avv. Daniela Pacco e sta preparando la richiesta di detenzione domiciliare, ma qui non danno nulla, la chiede per scrupolo, ma sappiamo che la risposta sarà negativa.
Se occorre a Carmelo puoi dare copia di questa tua lettera. Scusa se in questa lettera ho parlato solo del mio problema e spero di trovarti bene. Saluta Mita, Nadia e Carmelo. Ti abbraccio con affettuosa stima.
Domenico Papalia