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Carceri: 14 suicidi dall’inizio dell’anno.

Non accenna a diminuire la tragica spirale per cui, dall’inizio dell’anno ad oggi, i suicidi in carcere si susseguono in maniera allarmante. Due giorni fa il corpo senza vita di Habib, detenuto nel carcere ‘Le Sughere’ di Livorno, è stato trovato alle 15.30: accanto a lui, disteso a pancia giù nella cella, la bomboletta del gas aperta utilizzata per scaldare il caffè. Il sospetto è che Habib l`abbia sniffata prima di morire. Lo rende noto l’associazione Ristretti Orizzonti. Vittima Snoussi Habib, 30 anni, era arrivato da poco nel carcere cittadino e ospite nel reparto transito. A ucciderlo sarebbe stato un infarto provocato dalla sniffata di gas. Con la morte di ieri il bilancio delle vittime nel carcere di Livorno sale a 14 morti in 7 anni. Per fare un paragone, ci dicono i dati di “Ristretti orizzonti” a Regina Coeli nello stesso periodo ci sono stati 20 decessi, ma a Regina Colei ci sono più di 1.000 detenuti, mentre a Livorno 400. Anche Cagliari è un carcere “ad alto rischio”: 21 morti su 500 detenuti, un tasso doppio di Regina Coeli. E’ la tredicesima morte nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. Negli ultimi dieci anni (2000-2009), i detenuti suicidi nelle carceri italiane sono stati 568, mentre nel decennio 1960-69 sono stati “soltanto” 100, con una popolazione detenuta che era circa la metà dell`attuale: in termini percentuali, la frequenza dei suicidi è quindi aumentata del 300%. I motivi di questo aumento sono diversi: 40 anni fa i detenuti erano prevalentemente criminali “professionisti”, spiega Ristretti Orizzonti, mentre oggi buona parte della popolazione detenuta è costituita da persone provenienti dall`emarginazione sociale, spesso fragili psichicamente e privi delle risorse caratteriali necessarie per sopravvivere al carcere. La media europea dei suicidi in carcere è di 1 detenuto ogni 1.000 circa e l`Italia è allineata a questo dato. Ma questo non significa molto, però, visto che nel nostro paese, a differenza di Francia, Gran bretagna, Olanda, la gente che non sta in galera si suicida di meno. In base a quanto emerso, ieri prima della morte, Habib aveva parlato con il responsabile del settore chiedendo informazioni sui colloqui e altro. Poi, approfittando del fatto che i compagni di cella erano fuori, è rientrato nella stanza. A questo punto avrebbe sniffato il gas della bomboletta che è in dotazione alla stanza. L`agente penitenziario addetto alla sorveglianza si è accorto della tragedia quando ha fatto il giro di controllo e ha chiamato il medico. La polizia della Procura ha ascoltato tutti e ha sequestrato il fornellino e la bomboletta. “Resta il fatto che il detenuto era ospite in un settore sovraffollato, come del resto tutti i reparti delle Sughere. Come emerge dai dati denunciati dai sindacati degli agenti, in quell`area sono ospiti una settantina di detenuti, anche se la capienza è di circa 40, essendoci 22 celle”, spiega Ristretti Orizzonti.
Sempre ieri, invece, il Tribunale civile di Roma ha condannato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a risarcire i famigliari di un detenuto morto nel carcere romano di Rebibbia. L’uomo, Marco Zodiaco, era deceduto mentre era in attesa di giudizio, a seguito di insufficienza cardiorespiratoria
determinata da assunzione di sostanze stupefacenti. Lo rende noto il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe)
che in una nota ricostruisce la vicenda che ha portato il Dap a
dover risarcire circa 350mila euro. All’interno del carcere -
avrebbe rilevato il giudice del Tribunale civile – sarebbe stataintrodotta della droga in dosi sufficienti per almeno due
persone, il che deporrebbe per un’evidente carenza nei controlli
da parte dei dipendenti dell’Amministrazione penitenziaria in
servizio presso il carcere di Rebibbia.