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«Carceri fuori legge» Suicidi e posti in piedi, Parte la campagna sui diritti dei reclusi

«Le carceri sono fuori legge». La Federazione della Sinistra aderisce alla campagna promossa dalle associazioni Antigone e A Buon Diritto e dal settimanale Carta , «per dare il via a una vera e propria vertenza nei confronti delle istituzioni affinché siano rispettati i diritti delle persone detenute». E’ quanto affermano in una nota congiunta Ivano Peduzzi, capogruppo Fds regione Lazio e Giovanni Russo Spena, responsabile giustizia Prc, che oggi, alle ore 10, visiteranno l’istituto penitenziario di Regina Coeli insieme a Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione Prc. «Per una settimana – aggiunge Peduzzi – visiteremo almeno dieci carceri in tutta Italia, raccoglieremo dati e denunceremo i casi di abbandono, di sovraffollamento e di mancato rispetto dei diritti umani. Abbiamo deciso di cominciare il sopralluogo dall’istituto penitenziario di Regina Coeli, dove il giovane Stefano Cucchi ha trascorso gli ultimi giorni di vita prima di morire di carcere, di fame e di botte nella struttura penitenziaria dell’ospedale Pertini di Roma». La situazione nelle carceri del Lazio è esplosiva, lo sottolinea in una nota proprio il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, commentando gli ultimi dati forniti dal Dap, aggiornati al 20 giugno. I detenuti reclusi sono 6254, di cui 5795 uomini e 459 donne. Oltre 1600 in più rispetto alla capienza regolamentare prevista nei 14 istituti della regione. I detenuti continuano ad aumentare mese dopo mese, rispetto allo scorso febbraio sono aumentati di 372 unità. Un contesto che incrementa, come spiega allarmato Emilio Lupo, segretario nazionale di Psichiatria democratica, «l’elenco dei suicidi in carcere: da nord a sud sono già 31 dall’inizio dell’anno (gli ultimi due si sono verificati a Milano e Lecce)». Fenomeno che trova origine – prosegue Lupo – «tanto da aspetti istituzionali quanto dalle gravi condizioni psicologiche sofferte dalle persone incarcerate, rese ulteriormente fragili dalle condizione di restrizione, dal sovraffollamento, dalla mancanza di programmi di reinserimento reale e, non ultima, dalla progressiva riduzione delle misure alternative alla detenzione verificatasi in questi anni». Psichiatria democratica ritiene, inoltre, che le misure alternative alla detenzione vadano estese a quanti più detenuti possibile non solo per riconnotare la pena nelle sue valenze rieducative, come prevede la Costituzione, ma anche per responsabilizzare e dare speranza al detenuto: ridare speranza è il più potente antidoto al rischio di suicidio. Non la pensa così il leghista Gianluca Buonanno, parlamentare piemontese e membro dell’antimafia. Noto per aver disseminato le strade con sagome di poliziotti in cartone e avere proibito l’uso del burka e del burkini nel paesino dove è sindaco, nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare la proposta di togliere la pensione ai condannati per terrorismo e criminalità organizzata (così come ai loro familiari), ai cronisti ha commentato così il suicidio di Antonio Gaetano Di Marco, ex 41 bis che il 16 giugno si è tolto la vita nel carcere di Catania: «Certo che se altri pedofili e mafiosi facessero la stessa cosa non sarebbe affatto male. Anzi…».