Carceri: Travaglio contro qualsiasi misura alternativa alla detenzione.
- dicembre 20, 2011
- in carcere, emergenza, riflessioni
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Dopo aver letto l’ultimo editoriale di Travaglio sul carcere e sulla sua polemica nei confronti di un decreto che semplicemente darà la possibilità a circa 3000 detenuti (una percentuale purtroppo bassissima) di finire l’ultima anno di pena agli arresti domiciliari, ho provato un senso di nausea, di ribrezzo nei confronti di questo giornalista legalitario e liberista. Un uomo cinico, senza un briciolo di umanità e di coscienza contro le ingiustizie sociali. Uno che dice, con tutta la sua spietata semplicità: “Se uno sbaglia, deve pagare!”.
Ed è proprio quella parola: “sbaglia” che dovrebbe farci riflettere. Nessuno di noi è immune dallo sbaglio, e il nostro Stato ce la fa pagare cara. Troppo spesso anche con la vita.
Questo mio scritto potrebbe capirlo solamente quelli che hanno avuto il buonsenso di approfondire e conoscere la realtà del carcere. E nessuno di noi dovrebbe avere la sicurezza di sentirsi escluso.
E mi fanno ribrezzo tutti quelli che approvano i suoi articoli, specialmente l’ultimo. Con quale coraggio esaltate il suo pessimo editoriale e poi come pecore andate a fare gli slogan per Stefano Cucchi? Ma come mai tanta gente rappresenta l’ossimoro vivente? Con quale coraggio fate finta di preoccuparvi per tutti quei ragazzi detenuti che muoiono in carcere in una media di un morto ogni due giorni?
Ma con che coraggio se poi vi indignate che un decreto faccia uscire dal carcere (attenzione non in libertà, ma agli arresti domiciliari) una cifra ridicola di detenuti? In realtà non vi interessa nulla, vi sentite tutti al sicuro.
E con quale coraggio esaltate un uomo che a suo tempo aveva infangato la morte del grande giornalista Mauro Rostagno e, a differenza del grande giornalista D’Avanzo, non ha chiesto scusa?
Come si fa ad esaltare uno che approva come dogma le carte processuali e quindi per lui Pinelli è davvero caduto da solo dalla finestra? E mi limito al sociale, per quanto riguarda il suo amore per il governo Israeliano e per il libero mercato è ancora un altro discorso che esula l’argomento principale.
Il carcere non vi appartiene vero? Un mio amico di nome Niki Aprile Gatti è finito in carcere, preventivamente e senza essere ancora accusato. E’ finito dentro da innocente, ed è stato ucciso senza che nessuno gli avesse dato il tempo di dimostrare la sua innocenza. Poi cosa devo sentire? Quel vergognoso giornalista di Travaglio dirsi favorevole agli arresti preventivi e guai ad abolirli o al limite limitarli? E molti di voi : “Bravo Travaglio, sei un grande!”
Il problema dell’uomo in generale è che ha poca voglia di approfondire, studiare e quindi comodamente delega il proprio pensiero a questi guru dell’informazione. Loro sono abili perché approfittano del mal di pancia delle persone e le indirizzano verso falsi obiettivi. Poi qui rasentiamo il ridicolo: un liberista e legalitario come Travaglio ha i fan di “sinistra”, quelli che dovrebbero essere sensibili su certi temi come l’ingiustizia, le carceri e l’emarginazione sociale.
No, davvero! Il suo editoriale è un insulto all’intelligenza di tutte quelle persone che si battono contro il malato Sistema Carcerario, poiché trasuda ipocrisia, mista a disinformazione. Poi quanti commenti istintivi, senza un pizzico di raziocinio. Travaglio è diventato popolare grazie alla nostra mediocrità.
Per concludere vi riporto una lettera che scrisse Sole, l’argentina Maria Soledad Rosas che si suicidò in carcere. Lei, Baleno (Edoardo Massari) e Pelissero erano tre giovani anarchici e squatters che nei primi anni ’90 furono vittime di un complotto giudiziario e istituzionale. Accusati ingiustamente di aver compiuto azioni ecoterroristiche nel torinese, subirono una terribile gogna mediatica che portò al suicidio di Sole e Baleno e la condanna di Pellissero (non per associazione terroristica).
“Compagni la rabbia mi domina in questo momento. Io ho sempre pensato che ognuno è responsabile di quello che fa, però questa volta ci sono dei colpevoli e voglio dire a voce molto alta chi sono stati quelli che hanno ucciso Edo: lo Stato, i giudici, i magistrati, il giornalismo, il T.A.V., la Polizia, il carcere, tutte le leggi, le regole e tutta quella società serva che accetta questo sistema.
Noi abbiamo lottato sempre contro queste imposizioni e’ per questo che siamo finiti in galera.
La galera e’ un posto di tortura fisica e psichica, qua non si dispone di assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che cosa mangiare, con chi parlare, chi incontrare, a che ora vedere il sole. Per tutto bisogna fare una “domandina”, anche per leggere un libro. Rumore di chiavi, di cancelli che si aprono e si chiudono, voci che non dicono niente, voci che fanno eco in questi corridoi freddi, scarpe di gomma per non fare rumore ed essere spiati nei momenti meno pensati, la luce di una pila che alla sera controlla il tuo sonno, posta controllata, parole vietate.
Tutto un caos, tutto un inferno, tutto la morte.
Così ti ammazzano tutti i giorni, piano piano per farti sentire più dolore, invece Edo ha voluto finire subito con questo male infernale. Almeno lui si e’ permesso di avere un ultimo gesto di minima liberà, di decidere lui quando finirla con questa tortura.
Intanto mi castigano e mi mettono in isolamento, questo non solo vuol dire non vedere nessuno, questo vuol dire non essere informata di niente, non avere nulla neanche una coperta, hanno paura che io mi uccida, secondo loro il mio e’ un isolamento cautelare, lo fanno per “salvaguardarmi” e così deresponsabilizzarsi se anche io decido di finire con questa tortura. Non mi lasciano piangere in pace, non mi lasciano avere un ultimo incontro con il mio Baleno.
Ho per 24 ore al giorno, un’agente di custodia a non più di 5 metri di distanza.
Dopo quello che e’ successo sono venuti i politici dei Verdi a farmi le condoglianze e per tranquillizzarmi non hanno avuto idea migliore che dirmi: “adesso sicuramente tutto si risolverà più in fretta, dopo l’accaduto tutti staranno dietro al processo con maggiore attenzione, magari ti daranno anche gli arresti domiciliari”. Dopo questo discorso io ero senza parole, stupita, però ho potuto rispondere se c’è bisogno della morte di una persona per commuovere un pezzo di merda, in questo caso il giudice.
Insisto, in carcere hanno ammazzato altre persone e oggi hanno ucciso Edo, questi terroristi che hanno la licenza di ammazzare.
Io cercherò la forza da qualche parte, non lo so, sinceramente non ho più voglia, però devo continuare, lo farò per la mia dignità e in nome di Edo.
L’unica cosa che mi tranquillizza sapere e’ che Edo non soffre più. Protesto, protesto con tanta rabbia e dolore.”
Sole.
Damiano Aliprandi da AgoraVox
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ammesso che si chiami (travaglio)…io quando sento persone a cui piace troppo il tintinnare delle manette alzo le antenne e penso che ci sia qualcosa che non và. detta molto semplicemente
Per me hai delle idee contro il concetto di Stato. Per carità, non ce l’ho cogli anachici (forse anch’io lo sono). Se accettiamo l’idea di Stato e di democrazia, dobbiamo PER FORZA tenere conto del concetto della certezza della pena. E’ vero, sono il primo a dire che le carceri italiane sono sovraffollate e invivibili, è vero che (fatto gravissimo) ci sono stati dei morti dentro e fuori dalle carceri che sono molto dubbi in quanto alla dinamica dei (presunti)assassinii. Però penso che se tu, cittadino, sbagli (e lo dico alla Travaglio, come dire: infrangi la legge) allora è giusto che paghi, MA SECONDO LE DISPOSIZIONI DI LEGGE. Andare a modificare tali disposizioni durante il decorso della pena solo per “lasciar spazio” ad altri detenuti “peggiori”, a mio avviso, non è giusto. Quando infrangi la legge e quando sei condannato, sei consapevole di cosa ti aspetta (la legge infatti non ammette ignoranza). Travaglio, se ben ricordo, nel suo articolo, scrive che è giusto costruire nuove carceri perchè quelle esistenti sono stracolme (magari anche di gente che non se lo merita, ma questo è un’altro grande discorso)e già questo è un modo per evitare di scarcerare a caso dei detenuti. Non mi sembra una idea da condannare in assoluto. Trovo che si tratti dell’ennesimo provvedimento “all’italiana” come l’indulto del 2006 (o 2007?) fatto solo per sopperire momentaneamente a qualche emergenza, senza che si prendano dei provvedimenti sistemici, che a mio avviso sono: depenalizzazione di alcuni reati (come detenzione e spaccio di droghe leggere), informazione libera e indipendente PER LEGGE, costruzione di nuove carceri, attuazione di un servizio SERIO di reimmissione dei detenuti nel mondo del lavoro (ce ne sono anche altri ma non mi vengono in mente ora). Sei un grande, ma stavolta non sono d’accordo con te, mi dispiace.