Sabato 17 luglio – Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova
Sabi Tauzi, detenuto marocchino di 39 anni, viene ritrovato cadavere in cella. Ex tossicodipendente, era in carcere per droga e avrebbe finito di scontare la pena nel 2014. Il medico legale ha dichiarato che la morte è sopraggiunta per “cause naturali”, ma comunque è stata disposta l’autopsia. Le Associazioni di volontariato e la Fp-Cgil Penitenziari avevano segnalato da tempo le condizioni pesantissime del sovraffollamento, aggravate dal caldo torrido, chiedendo di intervenire con misure per alleviare il disagio insopportabile: sabato in città il termometro segnava 38 gradi e nelle celle del “Due Palazzi” la temperatura arrivava a 40 gradi. Fonti istituzionali dichiarano invece che la temperatura nelle celle era “assolutamente accettabile” e che Tauzi divideva la cella (progettata per 1 persona) “con un solo altro detenuto”. Comunque finalmente i blindi sono stati aperti anche la notte e pare che verrà autorizzato l’acquisto di piccoli ventilatori. Nella Casa di Reclusione di Padova dall’inizio dell’anno sono morti già 4 detenuti; prima della morte di Sabi Tauzi, infatti, sono avvenuti 3 suicidi: Santino Mantice, 25 anni, si è impiccato il 30 giugno scorso; Giuseppe Sorrentino, 35enne, si è ucciso il 7 marzo e Walid Aloui, 28 anni, il 23 febbraio.
Domenica 18 luglio – Casa Circondariale “San Sebastiano” di Sassari
Italo Saba, 53 anni, si impicca con i lacci delle scarpe nella sua cella del carcere di Sassari, dove era detenuto da una settimana. L’uomo è stato soccorso dagli agenti, che lo hanno staccato da quel cappio improvvisato, ed è stato portato in fin di vita all’ospedale, dove dopo circa un’ora è morto.
Intorno alle 17 di ieri nella cella di San Sebastiano c’è stato un sopralluogo degli inquirenti. Presente anche il sostituto procuratore Maria Grazia Genoese. Sul cadavere nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia.
Domenica 18 luglio – Casa Circondariale “Malaspina” di Caltanissetta
Rocco Manfrè, 65 anni, muore suicida nella notte. Si sarebbe strozzato stringendosi al collo il laccio in plastica della borsa termica che i detenuti possono tenere in cella. L’allarme è stato dato dal compagno di cella e, malgrado il tempestivo intervento dei sanitari e l’immediato ricovero presso il vicino ospedale, per Rocco Manfrè non c’è stato nulla da fare. L’uomo stato arrestato solo due giorni prima, accusato di un omicidio avvenuto 18 anni fa: vittima Agostino Reina, un operaio di 32 anni sparito da Gela e il cui corpo venne ritrovato semicarbonizzato solo alcuni mesi dopo la sua scomparsa.