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Cari giornalisti di Report, le associazioni che si occupano di detenuti non sono colluse

È difficile trovare persone che una volta uscite dal circuito carcerario abbiano ancora voglia di parlare o anche solo sentir parlare di carcere. La maggior parte vuole solo dimenticare e riprendere a vivere. Poche, purtroppo, le eccezioni. Purtroppo perché chi meglio di una persona che ha vissuto il carcere può testimoniarne le storture? Ma che ex detenuti siano anche attivisti di associazioni che si occupano dei diritti delle persone detenute è inammissibile per i giornalisti di Report mettendo in piedi “Ombre Grigie”, ovvero l’ennesima inchiesta spot che segue di poche settimane il vergognoso servizio sul 41 bis.

Per Report è impensabile che chi ha già scontato la propria pena, possa chiedere la scarcerazione dei malati rinchiusi in carcere, condizioni di trattamento più umane, denunciare abusi e maltrattamenti nelle carceri o ancor peggio sostenere campagne di sensibilizzazione contro l’ergastolo ostativo e per l’abolizione del 41- bis. Per loro il reinserimento sociale di chi ha già scontato la propria condanna non può coincidere con l’adoperarsi per il riconoscimento dei diritti fondamentali di chi si trova oggi nella medesima situazione.

È chiaro che anche la trasmissione condotta da Ranucci è funzionale alla linea di pensiero dell’attuale governo e attraverso il becero tentativo di delegittimare Antigone e Nessuno Tocchi Caino pone in essere l’ennesimo tassello per cancellare l’art. 27 della Costituzione e tagliare definitivamente le gambe agli organi di garanzia dell’esecuzione penale. D’altra parte va in questa direzione anche la proposta di cancellare il reato di tortura perché, secondo la premier, “lede l’onorabilità degli uomini e donne della polizia penitenziaria”.

Negli ultimi anni stiamo assistendo al progressivo smantellamento delle garanzie costituzionali in ogni ambito dell’agire sociale e quello carcerario interessa a pochi. Secondo la narrazione di Report, e non solo, chi si occupa dei detenuti o è già colluso o è in cerca di contatti con i pezzi da novanta delle organizzazioni criminali per trarne benefici personali, ma quello che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti, e l’interesse di pochi, è lo smantellamento dello stato di diritto. In ambito penitenziario lo stiamo vedendo nei tentativi di delegittimare gli avvocati, i garanti, i magistrati di sorveglianza, le misure alternative al carcere e di reinserimento. Il disegno del “buttare via le chiavi” è chiaro. Oggi è toccato alle associazioni che credono in quello che fanno, e lo fanno onestamente, essere messe alla gogna, domani a chi toccherà?

Associazione Yairaiha

da il dubbio

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