Il corteo degli studenti e dei precari di scuola e università ha lasciato piazzale Aldo Moro per raggiungere piazza della Repubblica dove, secondo il parziale divieto della Questura, dovrebbe limitarsi. Ma a piazza dei Cinquecento si sono verificati diversi scontri con le forze dell’ordine. La polizia ha bloccato, usando i manganelli, gli studenti dell’Onda che hanno cercato di forzare per due volte il cordone delle forze dell’ordine, fronteggiandolo a mani alzate. Nel corso delle cariche sono stati feriti due dirigenti di Rifondazione Comunista: il presidente del Collegio nazionale di Garanzia ed ex senatore Salvatore Bonadonna e il responsabile nazionale università Fabio De Nardis.
I manifestanti hanno raggiungento il ministero dell’Istruzione nonostante il divieto e a sorpresa, dopo essere arrivati in piazza della Repubblica, per evitare il blocco in via Nazionale, hanno cominciato a correre all’impazzata verso viale XX settembre, dove si trova il ministero dell’Economia, rincorsi dalla polizia. Dopo tafferugli e momenti di tensione alcune migliaia di studenti e precari sono riusciti ad arrivare davanti al ministero al grido: “Noi la crisi non la paghiamo”.
Alla testa uno striscione che recita “Vogliono fare un deserto e chiamarlo futuro”. Tra i vari striscioni, anche appesi su camioncini da cui altoparlanti mandano musica e i ragazzi recitano gli slogan, “Dieci anni + 3 riforme = Istruzione pubblica distrutta”, firmato Atenei in rivolta. E ancora, “La scuola rende liberi il precariato no”, e “Noi non moriremo precari”.
Intanto gli studenti dei licei romani, partiti da Piramide, dopo una serie di contrattazioni con le forze dell’ordine, sono riusciti a raggiungere il ministero dell’Istruzione. Sono oltre 500 e urlano slogan contro il ministro Mariastella Gelmini. Davanti un grande striscione: “Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. Bloccare la riforma, riprenderci il futuro”.
Momenti di tensione anche nel centro di Torino per il corteo organizzato dagli studenti contro la riforma del sistema scolastico del ministro Gelmini. Il corteo, partito in piazza Arbarello, avrebbe dovuto raggiungere Palazzo Nuovo, sede dell’università, in via Sant’Ottavio. Tuttavia, in via Micca angolo via Bertola, c’è stato un tentativo di deviazione da parte di un gruppo di manifestanti per dirigersi in piazza San Carlo. A quel punto gli studenti sono venuti a contatto con le forze dell’ordine, che hanno caricato il corteo.
I manifestanti hanno raggiungento il ministero dell’Istruzione nonostante il divieto e a sorpresa, dopo essere arrivati in piazza della Repubblica, per evitare il blocco in via Nazionale, hanno cominciato a correre all’impazzata verso viale XX settembre, dove si trova il ministero dell’Economia, rincorsi dalla polizia. Dopo tafferugli e momenti di tensione alcune migliaia di studenti e precari sono riusciti ad arrivare davanti al ministero al grido: “Noi la crisi non la paghiamo”.
Alla testa uno striscione che recita “Vogliono fare un deserto e chiamarlo futuro”. Tra i vari striscioni, anche appesi su camioncini da cui altoparlanti mandano musica e i ragazzi recitano gli slogan, “Dieci anni + 3 riforme = Istruzione pubblica distrutta”, firmato Atenei in rivolta. E ancora, “La scuola rende liberi il precariato no”, e “Noi non moriremo precari”.
Intanto gli studenti dei licei romani, partiti da Piramide, dopo una serie di contrattazioni con le forze dell’ordine, sono riusciti a raggiungere il ministero dell’Istruzione. Sono oltre 500 e urlano slogan contro il ministro Mariastella Gelmini. Davanti un grande striscione: “Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. Bloccare la riforma, riprenderci il futuro”.
Momenti di tensione anche nel centro di Torino per il corteo organizzato dagli studenti contro la riforma del sistema scolastico del ministro Gelmini. Il corteo, partito in piazza Arbarello, avrebbe dovuto raggiungere Palazzo Nuovo, sede dell’università, in via Sant’Ottavio. Tuttavia, in via Micca angolo via Bertola, c’è stato un tentativo di deviazione da parte di un gruppo di manifestanti per dirigersi in piazza San Carlo. A quel punto gli studenti sono venuti a contatto con le forze dell’ordine, che hanno caricato il corteo.
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