Daby e Sekou sono due ventenni del Mali inseriti nel progetto Sprar gestito dal centro sociale Ex Canapificio di Caserta, vivono in un appartamento nel quartiere popolare di Acquaviva. L’11 giugno alle 22 stavano tornando a casa, una Panda nera con tre ragazzi a bordo li ha affiancati: dall’auto hanno urlato «Salvini, Salvini» mentre esplodevano due colpi con una pistola ad aria compressa, uno è andato a vuoto l’altro ha colpito Daby al torace. Due giorni di prognosi recita il referto dell’ospedale allegato alla denuncia contro ignoti. Daby e Sekou sono scappati da un paese in guerra. Daby era finito in un Cas dove nessuno si occupava dei suoi diritti, poi è approdato all’Ex Canapificio: ha seguito i corsi di italiano, partecipato ai tirocini pagati per inserimento al lavoro, ha ottenuto la protezione umanitaria. «L’auto ha fatto un paio di giri, poi ho sentito gli spari. Con il nuovo ministro degli Interni il clima è diventato pesante» ha spiegato ieri alla stampa a volto coperto, ha paura a uscire di casa. Gli operatori sociali hanno invitato il Governo a prendere spunto da questo successo per interrogarsi sulle scelte da fare, ma Salvini non fa una piega: «La fonte è un centro sociale. Qualche verifica più approfondita mi sembra doverosa».
L’Ex Canapificio gestisce il progetto Sprar dal 2007, racconta Mariarita Cardillo: «Acquaviva è stato il quartiere in cui abbiamo iniziato perché crediamo che il nostro lavoro possa risollevare la qualità della vita della comunità nel suo complesso. E la gente ci ha sempre sostenuto. Da una settimana ripetiamo a Daby di non avere paura, Caserta è ancora la città dove per quattro anni si è sentito accolto».
L’Ex Canapificio costruisce «percorsi di inclusione sociale bilaterale», così i ragazzi dello Sprar di Caserta prendono la licenza media e chi vuole prosegue gli studi, fanno tirocini formativi (il 20% ottiene un contratto a tempo indeterminato, la media italiana è del 6) ma gestiscono anche il Pedibus: accompagnano a piedi i bambini a scuola facendo lezioni di educazione civica. Il pomeriggio tengono corsi di inglese e francese gratuiti per le famiglie che non possono pagare il dopo scuola, si occupano degli spazi pubblici abbandonati.
Stamattina ad Acquaviva saranno protagonisti della riapertura della Villetta di via Arno, riqualificata grazie alla collaborazione tra cittadini e rifugiati. «Questa estate abbiamo già un cartellone di attività – conclude Cardillo -, migranti e comunità locale devono essere i soggetti attivi del cambiamento».
A febbraio Luca Traini ha sparato su un gruppo di migranti a Macerata, era stato candidato dalla Lega alle comunali del 2017. Il 2 giugno a San Ferdinando è stato freddato Sacko Soumayla. Una settimana fa due italiani hanno fatto irruzione in un centro di accoglienza di Sulmona ferendo un gambiano. «Questa volta sono stati ‘solo’ pallini – commenta l’avvocata di Daby, Ida Grosso – ma cosa ci dobbiamo aspettare? Si sta minando la pace di tutti i cittadini».
Adriana Pollice
da il manifesto
Il commento a Radio Onda d’Urto di Maria Rita operatrice dello Sprar di Caserta e attivista dell’Ex Canapificio. Ascolta o scarica