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Catalunya: La resistenza e la risposta popolare alla repressione del governo Rajoy

In Catalogna la Guardia Civil di Madrid ha lasciato solo nella notte tra mercoledì 20 e giovedì 21 settembre 2017 i dicasteri del governo catalano, perquisiti per 24 ore. 22 le operazioni compiute ieri, mercoledì 20 settembre, nei dipartimenti dell’economia, degli esteri, del lavoro e degli affari sociali e nella sede centrale del governo di Barcellona.

14 le persone arrestate, tra loro Josep Jovè, segretario generale del ministero delle finanze e braccio destro del vicepresidente, Oriol Junqueras.

Imponente la risposta popolare con decine di migliaia le persone in piazza a Barcellona, per tutta la giornata di ieri, e in serata anche in una quarantina di città spagnole, in solidarietà con il diritto all’autodeterminazione catalana e contro la svolta repressiva e autoritaria voluta dal governo conservatore del premier spagnolo Rajoy.

Migliaia anche le persone che, dal primo pomeriggio alla serata, ore hanno difeso dalla polizia la sede della CUP, il partito della sinistra indipendentista (qui il video della folla che “saluta” la cacciata della polizia)

Dalla tarda mattinata di oggi, giovedì, poi, centinaia di manifestanti hanno iniziato a concentrarsi davanti al Palazzo di Giustizia di Barcellona dove sono tuttora detenuti 10 dei 14 dirigenti della amministrazione catalana arrestati ieri, raccogliendo l’invito dell’Assemblea Nazionale Catalana.

Da Barcellona la corrispondenza della mattina del 21 settembre con Giusy, compagna italiana che oggi vive e lavora nella capitale catalana. Ascolta o scarica

Da Barcellona l’aggiornamento nel pomeriggio del 21 settembre con Victor Serri, il nostro corrispondente dalla capitale catalana e fotografo del settimanale catalano “La Directa”. Ascolta o scarica

La protesta antiRajoy tocca ambiti lontanissimi tra loro: ieri sera, infatti, il pubblico del teatro lirico del Liceu  ha gridato a lungo “Votarem!” prima della rappresentazione di “Il Viaggio a Reims” di Gioacchino Rossini, cantando poi a squarciagola “Els Segadors”, l’inno nazionale della Catalogna.

Stamattina, invece , il sindacato degli scaricatori del porto di Barcellona, della CNT, ha reso noto che boicotterà le navi noleggiate dal governo spagnolo per alloggiare i rinforzi di Guardia Civil e polizia nazionale inviati in Catalogna. Due navi da crociera a Barcellona e una a Tarragona ospitano gli agenti spagnoli. Il porto di Palamos, nel nord della Catalogna, ha negato l’autorizzazione di attracco a una delle tre navi, che è stata dirottata su Barcellona. Anche gli scaricatori di Tarragona hanno annunciato che non porteranno rifornimenti alla nave della polizia spagnola.

Per la polizia in servizio in Catalogna Madrid ha revocato ferie e permessi revocati fino al 5 ottobre, 4 giorni dopo il referendum: un appuntamento che Madrid considera illegale, ma che Barcellona intende volere mantenere, confermando il testo: “Vuoi che la Catalogna sia uno Stato indipendente sotto forma di repubblica?”

E in Italia domani, venerdì, alle ore 17, la piattaforma sociale Eurostop ha lanciato un presidio solidale sotto l’Ambasciata spagnola di Roma “in difesa – si legge – del diritto del popolo catalano all’autodeterminazione e contro la repressione del governo Rajoy, erede e continuatore del franchismo con la piena approvazione dell’Unione Europea”, che, non a caso, tace.

L’intervista a Giorgio Cremaschi, piattaforma sociale Eurostop.ASCOLTA O SCARICA QUI

APPELLO BARNAUT –Infine BarnaAut, collettivo di informazione indipendente in lingua italiana su e i Paesi Catalani ha diffuso un appello rivolto a realtà sociali e cittadini italiani per esprimere solidarietà contro l’operazione repressiva su larga scala lanciata dal governo conservatore spagnolo.

Clicca qui per leggere l’appello “Siamo tutt* catalan*”, diffuso da BarnAut.org.

da Radio Onda d’Urto