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Catania, antifascismo in piazza

Il coordinamento 16 settembre ha dato vita ad una serata di musica contro l’escalation di violenza squadrista dell’ultimo anno. E l’Unione chiede le dimissioni di Scapagnini


Domenica sera piazza Dante ha ospitato una serata di concerti come risposta alle aggressioni fasciste degli ultimi periodi. Il Coordinamento 16 settembre nasce dopo l’aggressione di gruppi neofascisti nei confronti dei manifestanti del Pride 2006. Da allora Open Mind; Iqbal Masih, Attac, Circolo Precari Prc e Giovani Comunisti, Officina Rebele hanno deciso di fare fronte comune alle continue ingerenze fasciste nella vita politica e sociale, costituendo un comitato permanente non solo sull’antifascismo ma anche su altre questioni che riguardano la vita sociale e politica della città, facendo perno sull’aggregazionismo e il coinvolgimento. «Fare antifascismo a Catania – dichiara Pierpaolo Montalto del Prc di Catania – vuol dire affrontare i nodi della nostra società perché è nello stato di disoccupazione, degrado, precarietà che Forza Nuova e la cultura fascista trovano l’humus per crescere». Un antifascismo che non nasce solo da un processo di aggregazione culturale ma nella difesa del lavoro, della libertà di espressione e di autodeterminazione del proprio corpo. Da circa un anno la città etnea è stata pervasa dalle politiche neofasciste, basta guardare alle aggressioni subite dai giovani comunisti, da innumerevoli immigrati e gli atti di violenza nei centri sociali; gesti che portano Catania indietro negli anni, ad una storia cittadina circoscritta dalle politiche fasciste e dai fenomeni mafiosi. A distanza di venti anniil capoluogo etneo sembra assorto nel vuoto dei diritti e nelle violenze quotidiane: basta osservare la crescita ed il moltiplicarsi degli iscritti a Forza Nuova che trova la propria legittimità anche nelle politiche dell’amministrazione comunale e provinciale, non per niente il camerata Fatuzzo ha avuto il suo benvenuto a Palazzo degli Elefanti e la Provincia Regionale ha patrocinato un convegno che ha per oggetto la dottrina “nera”. «La violenza e l’arroganza di una politica sempre più lontana a Catania viene ancor più determinata dalle scelte di governance della giunta Scapagnini dichiara Francesco Manna responsabile nazionale enti locali Prc – dall’offesa che i cittadini devono quotidianamente subire per lo scandalo dei parcheggi, per la vicenda che ha visto protagonista il porto di Catania ed il suo Waterfront, ma ancora Catania Risorse ed il tentativo di svendere i propri beni architettonici. L’esempio è quello di una città che è quasi un non luogo». Il non luogo passa anche attraverso la gestione provinciale
che per circa sei mesi ha portato i lavoratori Conad, Coem, Cesame ed Elmec a mantenere lo stato di agitazione perché i protocolli firmati anni prima venivano disattesi. Quelli dell’attuale amministrazione vengono avvertiti dai cittadini come progetti invasivi ed aggressivi in un sistema, come quello catanese, dove l’assenza di una più dura politica dei partiti di centro sinistra ha determinato il crollo di un processo di riforma sociale. E’ notizia di oggi che i partiti dell’Unione hanno avviato una petizione per chiedere le dimissioni del sindaco, una proposta che il Prc aveva sottolineato in diverse occasioni già da tempo. Negli ultimi anni la città ha subito un rapido processo di fascistizzazione che ha coinvolto anche i luoghi simbolo della sinistra, basti pensare a piazza Dante .«A questi atti di violenza- dice Valerio Marletta, dei Giovani comunisti – abbiamo riposto con un metodo nuovo. Superando la vecchia dinamica antifascista del face to face, questa ricchezza deriva dai valori che ogni organizzazione fornisce all’interno dello stesso Coordinamento.