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Catania/3:Sedicenne tolto alla madre perchè militante del Prc: Le reazioni dal mondo politico

«Nell’esprimere la mia piena a totale vicinanza e solidarietà a M.P. e a sua madre, ritengo necessario che venga affrontata e risolta la gravissima violazione costituzionale che si è verificata a Catania. Che la prima sezione civile del Tribunale di Catania motivi una sentenza con le stesse argomentazioni non è solo gravissimo ma inaccettabile in uno stato di diritto». Lo dichiara il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, intervenendo in merito alla decisione dei giudici di Catania di togliere un ragazzo di 16 anni alla madre, perchè l’adolescente militava negli ambienti «estremisti» di Rifondazione comunista. «Ho scritto -prosegue Ferrero- al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinchè nella sua veste di garante della Costituzione e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura intervenga per porre rimedio a questa situazione inaccettabile. Mi aspetto anche che il sindaco di Catania e il presidente del Consiglio dei ministri intervengano sollecitamente ai loro rispettivi livelli per garantire che i servizi sociali di questo Paese operino all’interno dei diritti e dello spirito della Costituzione». «Che, nella loro relazione i servizi sociali del comune di Catania trattino la militanza in Rifondazione comunista come un fatto sostanzialmente illecito -conclude il leader di Rifondazione- e negativo per un ragazzo è gravissimo e testimonia di pregiudizi incompatibili con l’espletamento di un pubblico servizio. L’attività degli organi statali al di fuori del quadro costituzionale è infatti a tutti gli effetti eversiva e l’assenza di un sollecito intervento per ripristinare una situazione di legalità costituzionale non potrebbe essere lasciata passare senza conseguenze».

«Quanto accaduto a Catania, dove il tribunale civile ha tolto alla madre, il figlio sedicenne perchè iscritto ai Giovani Comunisti, definito un gruppo di estremisti, un atto grave, incivile e pericoloso». Lo sottolinea Ornella De Zordo di Unaltracitta/Unaltromondo. «Si tratta -aggiunge- di un atto dei tanti che in questo periodo confermano la validità delle analisi di chi indica una deriva reazionaria del nostro paese. Unaltracitta/Unaltromondo esprime pertanto piena solidarietà al ragazzo e alla madre fiduciosa che il Tribunale di Catania cancelli quanto prima la sua decisione in quanto non rispettosa della dignità della persona e delle regole sacrosante della democrazia che prevedono il pieno e pi ampio godimento dei diritti politici».

«L’episodio del giovane 16 enne catanese affidato al padre e strappato alla madre in quanto ‘milita in Rifondazionè, partito di »estremistì, dove sarebbe stato iscritto in quanto plagiato dal segretario del circolo locale del Prc, episodio mirabilmente raccontato oggi sulle pagine del quotidiano La Repubblica, sarebbe facilmente derubricabile nella categoria del grottesco e dell’assurdo, se non fosse grave e pericoloso, vero segno dei tempi di un Paese e un’opinione pubblica che, come hanno denunciato in modo forte e illustre, proprio su Repubblica, sia Eugenio Scalfari che Nanni Moretti, mostra chiari segni di afasia, degrado e illiberalità. Un clima rispetto al quale anche le politiche, le scelte e gli atteggiamenti del governo Berlusconi hanno le loro precise colpe e responsabilità«. Lo sottolinea Giovanni Russo Spena del Prc. »In autunno -aggiunge- sarà importante se non decisivo rilanciare con forza una serie di lotte di massa per la difesa dei diritti sociali come dei diritti individuali, oggi seriamente messi in pericolo, come pure sarà necessario llavorare per ricostruire il tessuto stesso di una opinione pubblica democratica e civile che oggi manca in gran parte, se non del tutto. Alla madre del ragazzo, cui è stato sottratto in questo modo assurdo il figlio, tutta la nostra umana e convinta solidarietà e un impegno, quello a fare in modo che non resti sola nella sua sacrosanta lotta per vedersi riaffidare la custodia di un figlio la cui unica colpa è quella di frequentare un partito, e dei centri sociali , dove si fa politica e s’insegna una virtù sempre più rara, nell’italia di oggi, l’amore per la democrazia, la libertà, l’impegno sociale, etico e civile«.

«Quello che è accaduto a Catania è un fatto di una gravità inaudita. Sulla base di una relazione dei servizi sociali (cioè di una struttura pubblica), il Tribunale di Catania ha motivato la sottrazione dell’affido di un ragazzo sedicenne alla madre con l’argomentazione, tra le altre, che egli è iscritto ai Giovani Comunisti del Prc. Delle due l’una: o l’ordinanza viene immediatamente ritirata oppure si accetta il principio per il quale aderire ad un partito comunista costituisce fattispecie di reato». Lo sottolinea Claudio Grassi, esponente del Prc e e coordinatore nazionale area «Essere comunisti». «Facciamo appello -aggiunge- alla sensibilità democratica del Paese e alle istituzioni: serve un segnale forte, immediato, una denuncia politica e una grande mobilitazione sociale. Altrimenti ne dovremmo dedurre che in Italia non c’è più democrazia e che tutti noi, facenti parte di ‘gruppi di estremistì, come ci definisce il Tribunale di Catania saremo a breve nelle condizioni di essere posti fuori legge e, perchè no?, condannati da un nuovo Tribunale speciale»

«Una notizia che ha destato grande preoccupazione e per questo ho deciso di inviare un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo». Lo ha detto all’ADNKRONOS l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, in merito alla decisione dei giudici di Catania di togliere il figlio 16enne a una madre della città etnea perchè, questa la motivazione scatenante anche se non unica, l’adolescente militava negli ambienti «estremisti» di Rifondazione comunista.

«I Comunisti sono un’organizzazione estremista solo perchè fuori dal Parlamento? Ci vogliono fuori legge?» Se lo domanda Oliviero Diliberto commentando la vicenda del ragazzo siciliano non affidato alla madre perchè appartenente a Rifondazione Comunista. «Appartenere a un partito Comunista è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare la madre e non fargli avere l’affidamento del figliio? Me lo chiedo -sottolinea- dopo aver letto la storia del ragazzo siciliano che i servizi sociali non affidano lla madre perchè Comunista. Noi non siamo in Parlamento. Ma siamo nel Paese a difendere i deboli e chi non ha voce. Chiedo al Ministro delle Politiche Giovanili Giorgia Meloni e a quello delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi se credano possa essere consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione».

«Altro che fascismo strisciante, al Sud è già arrivato se a una mamma viene negato l’affido perchè il figlio è iscritto a una organizzazione Comunista che si vuole far passare per estremista». Lo dichiara Orazio Licandro, responsabile organizzazione del Pdci, commentando la vicenda del ragazzo siciliano non affidato alla mamma perchè iscritto a Rifondazione Comunista. «Se essere Comunisti per i servizi sociali significa essere estremisti e pericolosi -commenta Licandro- siamo all’anticamera della messa al bando. La prossima volta si dirà che i Comunisti conducono alla devianza giovanile e infine il Parlamento interverrà mettendoci fuori legge. Un fatto di inaudita gravità. Altro che fascismo strisciante. Qui ci siamo proprio e dichiararsi Comunisti al Sud è sempre più pericoloso. Ma ciò che davvero ripugna, a parte il grappolo di violazioni di legge di cui nessuno si è accorto, è che in una relazioned dei servizi sociali si criminalizzano le idee politiche per colpire una madre e un ragazzino». «Spero -conclude l’esponente del Pdci- solo che qualche solone del Nord non la butti ancora in cagnara, ma si convinca del pericolosissimo scivolamento del Paese. Lo dico a Cacciari che negava nei giorni scorsi la deriva del paese. Sindaco Cacciari, invece di fare il filosofo in gondola, vieni al Sud.Te lo spieghiamo noi cosa è il fascismo».