Chiaiano: Schedature illegali ai danni degli attivisti antidiscarica
- ottobre 15, 2008
- in lotte sociali
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E’ evidente in queste ultime settimane l’escalation repressiva nei confronti delle mobilitazioni contro la devastazione ambientale. Anche a Chiaiano.
Nella serata di ieri un attivista, Francesco Barone, giovane operaio edile di Chiaiano e partecipante del presidio, viene convocato in questura con un avviso per “motivi di giustizia”. Francesco si reca in questura ritenendo debbano notificargli eventualmente qualcosa. Ma una volta arrivato lo portano al quinto piano e cominciano prima a interrogarlo, poi a minacciarlo. Gli fanno vedere fotografie del 23 maggio, dove francesco, come tanti altri, è seduto in terra con le mani alzate e subisce la carica della polizia. Fotografie comparse su molti giornali dove evidentemente i dimostranti sono vittime.
Contremporaneamente cominciano a minacciarlo apertamente affermando di essere “pronti ad usare altri metodi per farti cantare”. A questo punto viene condotto nella sala per le fotosegnalazioni e gli vengono fatte le fotografie segnaletiche e prese le impronte digitali, in maniera assolutamente immotivata e illegale! Tanto che a Francesco non viene consegnato nessun verbale. Non solo la schedatura è illegale, ma tutto il comportamento è da “stato di polizia”: se Francesco è stato interrogato come indagato aveva diritto a un avvocato, se è stato interrogato come testimone allora evidentemente non doveva subire quello che gli hanno fatto fino alla schedatura!
Una evidentissima e grave intimidazione che fa seguito alle denunce contro i cittadini che avevano bloccato per qualche ora i camion dell’esercito, ma anche ad altri episodi del tutto analoghi a quello di Francesco, che stanno venendo fuori in queste ore.
Un escalation probabilmente preparata dall’uso criminalizzante dell’inchiesta di Pianura.
Raccogliendo le testimonianze di chi ha subito questi episodi, stiamo preparando su questo un dossier sulla violazione dei diritti democratici da presentare alla corte europea di giustizia.
Invitiamo tutti i sinceri democratici a prendere la parola per impedire che questa operazione di repressione del dissenso, motivata dall’enorme business che sorregge “questo” piano rifiuti, vada ancora avanti!
Nella serata di ieri un attivista, Francesco Barone, giovane operaio edile di Chiaiano e partecipante del presidio, viene convocato in questura con un avviso per “motivi di giustizia”. Francesco si reca in questura ritenendo debbano notificargli eventualmente qualcosa. Ma una volta arrivato lo portano al quinto piano e cominciano prima a interrogarlo, poi a minacciarlo. Gli fanno vedere fotografie del 23 maggio, dove francesco, come tanti altri, è seduto in terra con le mani alzate e subisce la carica della polizia. Fotografie comparse su molti giornali dove evidentemente i dimostranti sono vittime.
Contremporaneamente cominciano a minacciarlo apertamente affermando di essere “pronti ad usare altri metodi per farti cantare”. A questo punto viene condotto nella sala per le fotosegnalazioni e gli vengono fatte le fotografie segnaletiche e prese le impronte digitali, in maniera assolutamente immotivata e illegale! Tanto che a Francesco non viene consegnato nessun verbale. Non solo la schedatura è illegale, ma tutto il comportamento è da “stato di polizia”: se Francesco è stato interrogato come indagato aveva diritto a un avvocato, se è stato interrogato come testimone allora evidentemente non doveva subire quello che gli hanno fatto fino alla schedatura!
Una evidentissima e grave intimidazione che fa seguito alle denunce contro i cittadini che avevano bloccato per qualche ora i camion dell’esercito, ma anche ad altri episodi del tutto analoghi a quello di Francesco, che stanno venendo fuori in queste ore.
Un escalation probabilmente preparata dall’uso criminalizzante dell’inchiesta di Pianura.
Raccogliendo le testimonianze di chi ha subito questi episodi, stiamo preparando su questo un dossier sulla violazione dei diritti democratici da presentare alla corte europea di giustizia.
Invitiamo tutti i sinceri democratici a prendere la parola per impedire che questa operazione di repressione del dissenso, motivata dall’enorme business che sorregge “questo” piano rifiuti, vada ancora avanti!
Noi, per conto nostro, non ci faremo certo intimidire, perchè è in gioco la nostra terra, la nostra salute e il nostro futuro!
Comitati contro la discarica di Chiaiano e Marano
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