La scena, ripresa in un video che ha fatto subito il giro del web, è tra le più brutali viste in oltre due mesi di proteste: un mezzo blindato che insegue un giovane e lo schiaccia, provocandogli una frattura al bacino, contro un altro blindato, prima di allontanarsi inseguito da migliaia di manifestanti inferociti.
È L’EFFETTO della «tolleranza zero» promessa dall’intendente della regione metropolitana Felipe Guevara nel caso di manifestazioni non autorizzate, come quella che si è svolta venerdì in Plaza de la Dignidad, come è stata ribattezzata Plaza Italia, il cuore della rivolta contro il governo Piñera. «Mio figlio Oscar – ha scritto su Twitter la madre, Marta Cortez – è stato brutalmente, intenzionalmente investito e schiacciato da due veicoli anti-sommossa. È vivo per miracolo. Questa barbarie avallata dal “mostro dell’Interno” e dallo Stato cileno deve finire».
Una barbarie di cui è emerso nei giorni scorsi un nuovo inquietante dettaglio: nell’acqua lanciata dagli idranti dei carabineros durante le proteste è stata rintracciata, secondo uno studio diffuso dal Movimiento Salud en Resistencia, la presenza di gas urticante e di soda caustica. E mentre nella piazza militarizzata alcune migliaia di manifestanti subivano la repressione di sempre, il Congresso, dando il via libera al «processo costituente», faceva nuove, e inutili, concessioni in vista del plebiscito del 26 aprile, quando il popolo cileno dovrà non solo esprimersi a favore o contro l’elaborazione di una nuova Carta costituzionale, ma anche scegliere l’organismo incaricato di redigerla: una Convenzione mista costituzionale (composta al 50% da rappresentanti eletti e per l’altra metà dagli attuali parlamentari) o una Convenzione costituzionale (interamente votata dal popolo).
COSÌ, NELLO SFORZO DI RENDERE più credibile quella che resta una colossale trappola – il criterio della maggioranza dei due terzi per l’approvazione di ogni singolo articolo della nuova Costituzione assicura alla destra un solido potere di veto -, i parlamentari hanno infine introdotto la parità di genere e le quote per i popoli originari e per i candidati indipendenti (eccessivamente penalizzati dall’attuale sistema elettorale) che erano state inizialmente escluse. Ma se l’obiettivo è quello ben noto di mantenere lo status quo e di porre fine alle proteste, il tentativo di gettare briciole alle forze scese in piazza pare stia dando già qualche frutto: per quanto lo scontento resti inalterato, con la tregua di fatto decisa dalla Mesa de Unidad Social le mobilitazioni sono venute man mano perdendo forza.
GRANDE È STATA invece l’affluenza alla consultazione non vincolante organizzata da 226 (su 345) municipi del paese sul tema della Costituzione: il 91% dei due milioni di cittadini che hanno partecipato alla votazione si è pronunciato a favore di una nuova Carta, di cui il 78% ha optato per la Convenzione costituzionale interamente votata dal popolo. Tra le principali priorità sociali indicate dagli elettori, l’aumento delle pensioni (con il conseguente innalzamento delle condizioni di vita degli anziani) è risultato al primo posto, seguito dal miglioramento della qualità della salute pubblica, dall’accesso a una buona educazione, dalla riduzione della disuguaglianza del reddito e dalla lotta all’impunità.
Claudia Fanti
da il manifesto