Il sindaco presenta la sua annunciata campagna “Ricoloriamo insieme i muri di Bologna”: maggiori controllie denunce per chi scrive su muri pubblici e monumenti. E se i privati faranno azioni legali, lui li affiancherà.
Sergio Cofferati ha confermato la doppia linea riguardo i muri imbrattati di Bologna: pulizia e repressione. L’aveva annunciata una settimana prima alla Festa nazionale dell’Unità (quasi un’eco dell’ordinanza anti-lavavetri appena emanata a Firenze) e ieri l’ha illustrata alla stampa, proprio nel giorno in cui il Governo discuteva la bozza Amato sul «degrado urbano». Una coincidenza quasi sottolineata dal primo cittadino bolognese, quando ha precisato che la sua campagna “Ricoloriamo insieme i muri di Bologna” non riguarda la sicurezza ma proprio il degrado urbano.Per ora verranno usati gli strumenti che già esistono, ma se il governo ne appronterà di nuovi «li adotteremo di buon grado», ha assicurato Cofferati. Dunque niente divieto di vendere le bombolette spray ai minorenni: «invenzioni della stampa», commenta il sindaco che affida all’azienda municipalizzata Hera Spa il compito di pulire, entro ottobre, 8mila metriquadri di muri. In seguito gli interventi copriranno tutto il territorio comunale, ma per ora si parte con gli edifici medievali del ghetto ebraico, quelli della zona Andrea Costa (la prima periferia verso lo stadio) – dove i commercianti si sono resi disponibili a collaborare con l’amministrazione – e quelli di 46 scuole. Costo complessivo: 170mila euro.Nel frattempo i vigili bloccheranno gli imbrattatori usando anche le telecamere già sparse per la città. In base al regolamento di polizia municipale, possono fargli una multa da 50 euro, ma questo, per il sindaco della legalità, non basta a scoraggiare nuovi «scarabocchi»: la polizia municipale farà «controlli robustamente più intensi», in collaborazione con gli agenti delle polizie di stato, e l’amministrazione comunale seguirà anche le vie giudiziarie denunciando per danneggiamento chi scrive sui muri pubblici o su quelli di edifici di valore storico e artistico. Il codice penale, sottolinea Cofferati, prevede fino a un anno di reclusione per questo reato. Se anche i privati vorranno ricorrere alla denuncia, il sindaco è pronto ad affiancarli.È sempre ai cittadini che il numero uno di Palazzo D’Accursio si rivolge anche sul versante della pulizia, perché una convenzione firmata con le confederazioni artigianali Cna e Confartigianato abbasserà i prezzi per chi vorrà pulire le superfici esterne di casa propria, compresi portoni, serrande e muri. Al governo, poi, chiede di favorire questo tipo di interventi dei privati con nuove agevolazioni fiscali da inserire nella prossima Finanziaria.Intanto la vera «vocazione artistica» – che secondo Cofferati anima una parte infinitesima di chi si esprime sui muri di Bologna – potrà liberarsi negli spazi che i Quartieri dovrebbero indicare a breve. Basteranno? Ci crede poco il coordinamento degli studenti medi Iskra, che nei giorni scorsi aveva denunciato un inasprimento dei controlli sui writers.Per il procuratore capo Enrico Di Nicola, più che i graffiti il vero problema sono «le scritte offensive, minacciose e intimidatorie, ma bisogna valutare caso per caso a seconda del danno e del pericolo per la collettività».Dopo la presentazione della campagna anti-graffiti, sollecitato dai cronisti, il sindaco ha confermato la sua politica sugli sgomberi. «Nei prossimi mesi useremo la stessa determinazione del passato», ha assicurato. Sono passate due settimane dallo sgombero del capannone di prima periferia occupato dal collettivo Crash, che proprio ieri ha annunciato un corteo di incompatibili con Cofferati per il 13 ottobre, invitando i partiti dell’Altra sinistra a revocare il sostegno alla giunta prima di scendere in piazza. Una provocazione respinta dai partiti, che continuano a condannare la politica degli sgomberi del sindaco ma non accettano l’aut-aut di Crash e bocciano anche l’idea dei promotori di non chiedere l’autorizzazione per il corteo. Si discosta Valerio Monteventi, consigliere indipendente del Prc, per il quale la manifestazione è un’esigenza vera, «poi sui modi, gli obiettivi e le richieste credo si debba discutere», ha precisato il consigliere che ha sempre cercato il dialogo con le realtà di movimento.
fonte: Liberazione
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