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Colpite case e tende degli sfollati: a Gaza 90 uccisi in 24 ore

A Gaza City Israele ha colpito una casa a cinque piani nel quartiere di Sheikh Radwan, uccidendo almeno 22 persone, 10 erano bambini.  Bombardata anche una scuola, rifugio per gli sfollati. I palestinesi morti a Gaza dal 7 ottobre 2023 salgono ad almeno 44.056, 104.286 i feriti. 25 le vittime in Libano, sale a 79 il bilancio del raid israeliano su Palmira, in Siria

di Enrica Muraglie da il manifesto

Dopo il veto degli Stati uniti sulla tregua a Gaza, il quarto dall’inizio dell’invasione israeliana, giovedì notte i senatori americani hanno bocciato tre risoluzioni che chiedevano di fermare il trasferimento di armi a Israele. «Se non chiediamo di rispettare le leggi internazionali ai paesi a cui forniamo assistenza militare, perdiamo la nostra credibilità mondiale», ha dichiarato il senatore Bernie Sanders. 3,8 miliardi di dollari il peso di questa «assistenza militare», secondo le stime del vice ambasciatore americano all’Onu Robert Wood. E mentre ieri la Corte penale internazionale emetteva i mandati di arresto per il primo ministro israeliano Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Gallant, i civili di Gaza continuano a scontare il fallimento dei tentativi internazionali di porre fine ai combattimenti.

Enorme la portata della carneficina nelle ultime 24 ore. Nel nord della Striscia un attacco aereo israeliano ha colpito una zona residenziale a Beit Lahiya, uccidendo 66 persone e distruggendo interi blocchi di case, come ha riportato il ministero della salute palestinese. Hussam Abu Safia, direttore del vicino ospedale Kamal Adwan, sotto assedio da un mese, ha dichiarato ad Al Jazeera che la maggior parte delle vittime «stava ancora dormendo quando sono state uccise». A Gaza mancano le ambulanze e gli operatori sanitari stanno «già operando con le risorse minime, la maggior parte del nostro personale è ora impegnato a soccorrere i feriti», ha spiegato il medico palestinese. Nelle immagini diffuse ieri, medici e infermieri sono impegnati a recuperare i corpi e le persone ancora vive ma rimaste sotto le macerie.

AI PESANTI e continui bombardamenti si aggiunge una crisi umanitaria sempre più grave per i residenti di Gaza, e che peggiorerà con l’avvicinarsi dell’inverno. Continuamente sfollati dagli attacchi israeliani, la maggior parte dei palestinesi vive in tende e alloggi di fortuna, inadeguati al freddo, al vento e alla pioggia. Più di un milione di palestinesi non è provvisto di un riparo sufficiente per affrontare i prossimi mesi a Gaza, ha avvertito il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc). Anche la fornitura di cibo è carente: 2,2 milioni di abitanti nel territorio della Striscia sono sull’orlo della carestia, mentre l’ingresso dei camion degli aiuti continua a essere ostacolato da Tel Aviv, quando non saccheggiato da bande criminali.

A Gaza City Israele ha colpito una casa a cinque piani nel quartiere di Sheikh Radwan, uccidendo almeno 22 persone, 10 erano bambini. In un video dell’emittente qatariota Moataz Al-Arouqi, parente di alcune vittime rimaste sotto le macerie, spiega che l’abitazione presa di mira ospitava gli sfollati dal nord di Gaza e apparteneva alla famiglia Al-Aroubi. Con gli occhi allucinati Al-Arouqi indica sopra la telecamera che lo riprende: «Questo è un corpo senza testa».
Un altro attacco aereo israeliano ha colpito le tende delle persone sfollate ad al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, in quella che è stata designata come «zona umanitaria» proprio dall’esercito israeliano. Per lo più bambini, anche in questo caso.

Nel centro di Gaza Israele ha bombardato una scuola, rifugio per gli sfollati e le squadre della protezione civile sono intervenute per spegnere un incendio che ha bruciato vive alcune persone. I palestinesi morti a Gaza dal 7 ottobre 2023 salgono ad almeno 44.056, 104.286 i feriti.
Il bilancio è pesante anche in Libano, dove l’esercito israeliano ha bombardato incessantemente per tutta la giornata di ieri, colpendo la regione orientale di Baalbek e uccidendo 22 persone. Altri tre i morti in un attacco israeliano contro la città di Al-Shaitiyah, a sud, secondo quanto riportato dal ministero della sanità libanese.

IN SIRIA, i corpi recuperati dalle colonne di fumo nero che si sono alzate due giorni fa da Palmira sono saliti a 79. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede nel Regno unito, e diverse fonti nel paese arabo. Tra le persone uccise, 53 siriani e combattenti provenienti da Iraq e Libano. Per l’Osservatorio si tratta «dell’attacco più violento di sempre da parte delle forze israeliane in Siria». Secondo le notizie riportate, i raid israeliani su Palmira sono stati in tutto tre, uno dei quali ha colpito una riunione tra leader del gruppo iracheno Al-Nujaba ed esponenti di Hezbollah. La collezione degli orrori prosegue, anche sul fronte dimenticato della guerra.

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