Il nostro è uno strano paese. La classe dirigente è coesa nel sostenere che siamo un paese democratico, finalmente fuori dal tunnel della crisi economica, una sorta di villaggio incantato in cui se dici che le cose non ti stanno bene sei un pazzo o un ciarlatano. Se invece decidi di opporti allo stato di cose presenti spesso ti fanno passare per criminale. Il governo Renzi propaganda il teatrino mediatico del “tutto va bene”, del “questo è il momento del cambiamento” e non sono ammessi intralci alla rappresentazione. Perchè è di questo che si tratta, di una rappresentazione che nulla ha a che fare con la realtà.
Saremo anche un paese democratico, allora dovrebbero spiegarci come mai trattiamo i migranti in fuga da guerra e miseria come fossero animali riservando loro gabbie, schedature, rastrellamenti, espulsioni, forse un po’ di pietismo nel migliore dei casi. Dovrebbero spiegarci come mai l’unica risposta che viene data ai movimenti e alle lotte sociali consista nelle cariche della celere e nelle misure cautelari che dilagano in tutto il paese. Dimostrazione recente sono le cariche e gli arresti del 9 aprile in piazza a Rimini, dove per difendere il comizio di Salvini da qualsivoglia contestazione, polizia e carabinieri non hanno esitato a caricare a freddo un gruppo di antirazzisti appena giunto in piazza e senza alcuna reale esigenza d’ordine pubblico.
Arresti, fogli di via, obblighi di dimora, cariche nelle piazze ad ogni uscita pubblica di Renzi così come di qualsiasi altro esponente di una classe politica completamente fallita e delegittimata. Questo stato di cose si mantiene inalterato grazie ai manganelli e agli abusi di magistratura e forze dell’ordine, è un dato di fatto.
E’ il caso di ben 28 studenti del movimento torinese, sottoposti da due mesi a pesantissime misure cautelari per aver contestato la presenza dei fascisti torinesi in Università ed aver partecipato generosamente alla lotta NO-TAV. In realtà puniti perchè militanti politici, sempre in prima fila nelle lotte in città. Costretti a sospendere i loro percorsi di studio, a perdere il lavoro, isolati dai loro affetti, chiusi in casa agli arresti domiciliari senza la possibilità di comunicare con nessuno, allontanati dalla città a cui hanno dato il loro impegno politico. Il tutto senza che nessuna condanna sia stata ancora emesse da un tribunale, tutti semplicemente in attesa di processo.
Tra questi ragazzi c’è Diego, studente pesarese, nostro compagno sin dai primi anni della sua militanza politica. A lui mandiamo un abbraccio speciale e tutto il nostro sostegno, la nostra complicità e solidarietà. Aspettando di poter vedere presto liberi lui e tutti gli altri studenti, continueremo a puntare il dito contro questo governo, contro il Partito Democratico in ogni sua ramificazione territoriale, perchè né governo né partito hanno più alcuna legittimità o credibilità, essi sono i nemici di chi viene sfruttato sul posto di lavoro, di chi viene sfrattato, di chi andrà in pensione a 75 anni, di chi ha perso tutto e ha deciso di organizzarsi per una vita degna.
In ogni caso, ne siamo certi, qui nessuno arretra….
L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
SMASCHERIAMO IL PD!