La presentazione di costituzione di parte civile da parte della presidenza del consiglio dei ministri, del ministero dell’interno, del ministero della difesa e del ministero dell’economia e delle finanze nei confronti di tutti gli imputati rappresenta una precisa scelta politica volta a colpire duramente ogni forma di lotta sociale e costituisce un gravissimo precedente nella repressione del dissenso nel nostro paese.
Il governo non lamenta danni patrimoniali ma solo danni d’immagine, mentre i vari ministeri presentano il conto dei costi della repressione: circa un milione e mezzo di euro per rifonderli dei costi di personale, automezzi e materiali in dotazione. In pratica dovremmo pagare allo Stato la spesa dei manganelli che ci hanno spaccato in testa e del gas CS che ci hanno fatto respirare. Probabilmente, se nel 2001 ci fosse stato Monti al governo, la famiglia Giuliani avrebbe dovuto rifondere allo Stato il costo del proiettile che i carabinieri hanno sparato in faccia a Carlo.
E’ veramente ridicola l’affermazione che i “riflessi negativi registrati nell’opinione pubblica europea” nei confronti “dell’Italia intesa come Sistema-Paese” siano dovuti all’esistenza e alla combattività di un irriducibile movimento popolare che lotta strenuamente contro la devastazione ambientale del progetto TAV, e non per gli scandali politici e finanziari, per gli sprechi a vantaggio di pochi del pubblico denaro, per la connivenza tra potere politico e potere mafioso.
E’ chiaro che ai nostri governanti (passati presenti e futuri) dell’opinione pubblica europea non gliene importi un accidente, quello che a loro interessa sono solo i potentissimi partner, governi banche imprese e investitori finanziari, a cui avevano gabellato una Valle pacificata e sottomessa dove avrebbero potuto devastare indisturbati e invece si ritrovano a scavare pochi metri di roccia assediati in un recinto di muri e filo spinato, sempre illuminato a giorno, presidiato da ingenti forze militari.
La richiesta di costituzione di parte civile da parte del governo, sebbene gravissima sulla deriva repressiva che potrebbe assumere, rende di fatto onore al movimento che è riuscito (e continua) a metterlo in difficoltà. Il Movimento NO TAV è la “madre di tutte le preoccupazioni”, come ha dichiarato il ministro dell’interno Cancellieri.
L’accanimento della presidenza del consiglio e dei vari ministeri è quindi un sintomo evidente di quanto la Val Susa li spaventi, hanno paura della sua determinazione e dell’esempio pericoloso che il movimento NO TAV costituisce per tutte le situazioni di lotta e di difesa della salute e del territorio sparse nella penisola.
Per questo vogliono colpire duro.
La Val Susa paura non ne ha!
I NO TAV sotto processo
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