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Condizioni di invivibilità nel carcere di Oristano. La protesta dei detenuti

L’associazione Yairaiha Onlus ha raccolto i disagi e inviato una lettera alla guardasigilli Cartabia

L’associazione Yairaiha Onlus ha denunciato “condizioni di invivibilità” nel carcere di Massama. Con una lettera inviata alla ministra della Giustizia, al capo del Dap e al direttore della casa circondariale di Oristano ha raccolto e diffuso le lamentele portate avanti nelle settimane scorse dai detenuti sulle “condizioni esasperanti che stanno vivendo negli ultimi mesi”.

In particolare, denuncia la onlus che dal 2006 si occupa della tutela dei diritti umani, in particolare di quelli delle persone private della libertà personale, i detenuti lamentano la gestione della vita intra-muraria.

 “La circolare sui ventilatori e sui frigoriferi nelle celle non viene applicata”, denuncia la onlus, riportando le parole dei detenuti, “la circolare per l’apertura delle celle mattina e pomeriggio non viene applicata”.“I condizionatori sono presenti solo negli uffici e nelle sale colloquio con gli avvocati e magistrati”, aggiungono, “negli altri spazi, tra cui le sale di ricreazione in sezione, non c’è nessun condizionatore”.“Il telefono e il sistema computerizzato non funziona”, scrivono ancora dall’associazione, aggiungendo che i detenuti hanno problemi ogni volta che devono fare una telefonata “perché la scheda non viene riconosciuta”.

Disagi anche per quanto riguarda i rapporti con il mondo esterno: “Chi ha sei colloqui al mese, tramutati in videochiamate”, denuncia la onlus, “non li può effettuare perché deve fare quattro videochiamate di cui due di due ore, mentre tutti vorrebbero fare 6 videochiamate di 1 ora ciascuna”. Tra le lamentele dei detenuti anche quelle per la sala dove si può telefonare: “È priva di finestra o presa d’aria e bisogna telefonare con la porta chiusa, perché situata in luoghi di passaggio che impediscono la privacy”.

Le domandine per gli acquisti arrivano ogni tre/quattro mesi”, denunciano ancora dall’associazione Yairaiha Onlus. “Gli avvocati si possono telefonare fino alle ore 18 quando, spesso, sono ancora in tribunale.

Al lungo elenco di disagi si aggiunge anche l’uso della palestra: “È consentita una volta a settimana ed è vietato usare il bagno”. E i pasti: “Nonostante le elevate temperature di questo periodo il vitto è composto prevalentemente da zuppe bollenti”.

I detenuti lamentano anche l’assenza totale della direzione: “Qualsiasi lamentela rimane finalizzata a se stessa con l’agente di sezione”.

da LinkOristano