Sei funzionari delle Nazioni unite e due bambini tra le vittime del raid israeliano alla scuola dell’Unrwa usata come rifugio per 12mila persone. L’ira del segretario generale: “Inaccettabile, queste violazioni devono finire”
di Umberto De Giovannangeli da l’Unità
Bombardano le scuole. Uccidono operatori Onu. La “legge” d’Israele a Gaza. Un bombardamento aereo israeliano ha colpito una scuola dell’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale, provocando la morte di 18 persone, tra cui sei dipendenti dell’Onu. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno dichiarato che l’attacco mirava a un centro di comando di Hamas situato all’interno della scuola “al-Jaouni”, che, secondo Israele, veniva utilizzata dal movimento islamista palestinese per pianificare ed eseguire attacchi contro obiettivi israeliani.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha deplorato la morte di sei membri del personale delle Nazioni unite in un attacco israeliano contro una scuola a Gaza, denunciando “drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale”. “Una scuola utilizzata come rifugio per 12mila persone è stata nuovamente presa di mira da attacchi aerei israeliani. Sei dei nostri colleghi dell’Unrwa sono tra i morti”, ha dichiarato su X. “Quello che sta accadendo a Gaza è totalmente inaccettabile”, ha sottolineato Guterres, aggiungendo che “queste drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale devono cessare immediatamente”. “I nostri cuori sono con le famiglie dei sei colleghi dell’Unrwa uccisi oggi in un attacco aereo a una scuola a Gaza. Secondo le notizie nell’attacco sono morti almeno due bambini. Questo orrore deve finire. Gaza ha bisogno di un cessate il fuoco”. Così su X scrive Catherine Russell, direttrice generale Unicef, sui 6 colleghi dell’Unrwa e i 2 bambini uccisi nell’attacco.
La Francia condanna con “la massima fermezza l’attacco israeliano che l’11 settembre ha colpito la scuola al-Jouni nel campo profughi di Nousseirat, provocando numerose vittime civili, tra cui diversi membri del personale delle Nazioni Unite”. Questo è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi. “La Francia” – prosegue la nota – “rinnova il suo appello per la liberazione di tutti gli ostaggi e, di fronte all’emergenza umanitaria a Gaza, per un cessate il fuoco immediato e duraturo per consentire la protezione delle popolazioni civili e un accesso massiccio e senza ostacoli all’assistenza umanitaria, in accordo con le disposizioni del Consiglio di Sicurezza, risoluzioni 2712 e 2720”. “La Francia” – conclude la nota diffusa dal Quai d’Orsay – “sottolinea l’imperativo di garantire la protezione degli operatori umanitari e del personale delle Nazioni Unite”.
“Gli operatori umanitari non devono mai essere vittime dei razzi. La morte di sei operatori Unrwa in una scuola di Nuseirat è assolutamente inaccettabile. L’Unrwa sta fornendo aiuti vitali a Gaza e ha un mandato Onu per farlo. L’esercito israeliano ha la responsabilità di proteggere il personale delle Nazioni unite e gli operatori umanitari”. Lo scrive, sull’account ufficiale su X, il ministero degli Esteri tedesco. “La notizia sull’uccisione in un raid israeliano di sei membri dello staff dell’Unrwa – l’agenzia dell’Onu che assiste gli sfollati palestinesi – è orribile”, denuncia il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, sul suo profilo X. “I miei pensieri sono per le famiglie (dei morti) e per coloro che continuano a portare avanti il loro lavoro per salvare vite umane. I volontari devono essere in grado di condurre la loro attività in sicurezza”, aggiunge Lammy per poi invocare, in riferimento alla Striscia di Gaza un “cessate-il-fuoco e il rilascio degli ostaggi ora”.
Da una strage a Gaza ad una esecuzione in Cisgiordania. Il Washington Post contesta la versione degli eventi data dalle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla sparatoria in cui è morta un’attivista turco-americana, Aysenur Eygi, uccisa dal fuoco delle truppe israeliane in Cisgiordania la scorsa settimana, nel corso di una protesta. Secondo il Wp i dimostranti si erano ritirati lungo la strada e non rappresentavano una minaccia per i soldati al momento dell’uccisione. Secondo la ricostruzione dell’Idf l’attivista era stata probabilmente colpita per errore dalle truppe che miravano a un altro individuo. Secondo il Washington Post, che ha raccolto informazioni dai testimoni oculari e dai video, Eygi è stata colpita più di mezz’ora dopo il picco delle proteste e circa 20 minuti dopo che i dimostranti si erano spostati lungo la strada, il che significa che era a circa 180 metri di distanza dalle truppe quando è stata uccisa e non avrebbe potuto rappresentare una minaccia.
I testimoni raccontano al giornale che un adolescente palestinese che si trovava a circa 18 metri da Eygi è stato ferito dal fuoco delle Idf, ma l’esercito non ha voluto dire se fosse lui l’obiettivo. Residenti e attivisti affermano che mentre inizialmente l’esercito ha iniziato a usare gas lacrimogeni per disperdere la folla, sono passati rapidamente alle munizioni vere. Attivisti e residenti aggiungono che il momento in cui Eygi è stata uccisa non è stato ripreso perché non stava succedendo molto in quel momento, confermando la relativa calma del lasso di tempo.
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