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Criminalizzazione dei rifugiati: il lato oscuro delle politiche dell’UE e dell’UNHCR in Tunisia

Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione o apparato per la negazione dei diritti?

Giovedì 14 aprile, 18 profughi sono stati arrestati dalle forze dell’ordine nella capitale di Tunisi. Gli arresti sono avvenuti dopo che un gruppo di 210 persone hanno espresso le loro rivendicazioni per la mancanza di risposte da parte dell’UNHCR e hanno deciso di trasferire la loro protesta nella sede dell’agenzia situata a Tunisi.

La decisione di spostare la protesta è arrivata dopo che il gruppo ha tenuto un sit-in per oltre due mesi davanti all’ufficio dell’UNHCR a Zarzis, a seguito delle misure recentemente adottate dall’agenzia ONU di chiudere molti dormitori che ospitano rifugiati e richiedenti asilo e ridurre il numero di residenti a causa dell’”assenza di sostegno finanziario”, come ha dichiarato l’agenzia all’inizio di quest’anno. Ciò ha spinto di fatto molti di loro ad andarsene in mancanza di alternative che rispettassero gli standard di vita minimi e le aspettative delle persone in movimento.

Mentre il gruppo di 18 profughi arrestati è stato successivamente rilasciato il 15 aprile, a molte donne, uomini e bambini viene ancora negato il diritto di movimento e impedito di recarsi alla stazione di Zarzis per partire. Questa situazione rappresenta l’ennesima prova dell’inadeguatezza dell’agenzia, la cui unica risposta ai migranti rimasti per mesi in condizioni poco dignitose è stata la sospensione dei servizi, rispondendo alle loro richieste in modo disumano e sprezzante e affermando: “non siamo un’agenzia di viaggi”.

L’Agenzia delle Nazioni Unite ha annunciato la sospensione dei suoi servizi a rifugiati e richiedenti asilo per il 18 e 19 aprile 2022 in risposta alla loro protesta.

Rifugiati e richiedenti asilo desiderano un ambiente favorevole in cui i loro diritti siano rispettati. Indipendentemente dal merito delle loro richieste, la politica delle porte chiuse di fronte al calvario di uomini, bambini e donne che cercano rifugio e sono lasciati a vivere all’aperto per lunghi periodi non compie con lo scopo di “sensibilizzare alle sofferenze dei rifugiati, difendere i loro diritti e coordinare gli sforzi per sostenerli”.

I firmatari:

– Sono solidali con i rifugiati che lottano e protestano per i loro diritti e la loro dignità

– Ritengono l’UNHCR responsabile dell’aggravamento della situazione causata dall’assenza di dialogo con rifugiati e richiedenti asilo e esacerbata dalla politica delle “porte chiuse”, nonché al ricorso a dichiarazioni provocatorie

– Ritengono che le prestazioni dell’UNHCR in Tunisia, e in particolare nel governatorato di Medenine – come la mancanza di un’adeguata fornitura di assistenza a rifugiati e richiedenti asilo, il lento trattamento delle domande di richiesta d’asilo e altre carenze relative all’accesso ai servizi di base come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il supporto legale, il supporto finanziario, psicologico e sociale – hanno contribuito ad aggravare la situazione precaria dei rifugiati e dei richiedenti asilo, in particolare quella di donne e bambini.

– Condannano fermamente le politiche di esternalizzazione con cui l’UE cerca di tenere i rifugiati lontani dai suoi confini rendendo l’UNHCR sempre più dedito alla protezione degli interessi dell’UE piuttosto che dei diritti dei rifugiati

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