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Per una critica al panpenalismo

Dalle logiche di eccezione del diritto penale liberale al positivismo, dal codice Rocco ai pacchetti sicurezza, dall’ergastolo ostativo al 41bis, dalle perenni emergenze alle nuove frontiere sicuritarie e del populismo penale, l’Italia, tra gli ordinamenti democratici, presenta un laboratorio originale di successione e riproduzione di dispositivi penali autoritari attraverso stagioni storiche e tradizioni dottrinali.

Allo stesso tempo, mentre il disastro sociale generato dalla crisi economica e dalla pandemia stabilizza la negazione dei diritti sociali come tratto fondamentale del nostro sistema economico e istituzionale, il lungo cammino di quelle tendenze autoritarie è giunto a un corto circuito fondamentale di negazione anche dei diritti civili, il cui aspetto più noto, drammatico e dibattuto è la vergognosa inumanità delle condizioni di detenzione nelle carceri e la corrispettiva espansione della detenzione.

La crisi, nei suoi aspetti istituzionali, sta modificando gli scenari giuridici sul piano della dialettica tra dissenso politico-sociale e istanze di ordine pubblico, rispetto a cui si assiste alla configurazione di nuove, capillari forme di controllo che irretiscono sempre più la libertà di manifestazione, sia sul piano fisico della gestione dei cortei, sia su quello della libertà di dissenso.

Anche dal punto di vista sovranazionale il diritto penale è nel fulcro di opposte spinte ed è invocato tanto a tutela della cogenza dei diritti umani fondamentali, tanto a detrimento di essi per motivi di sicurezza.

Qual è, di fronte a tutti questi fattori di crisi sociale e istituzionale e all’inabissarsi delle diseguaglianze, il ruolo del diritto penale?

Cosa si intende per “legalità” dal punto di vista penalistico?

Esso è mero strumento di controllo nelle mani delle forze egemoni in un dato momento storico, o esistono dei limiti interni ed esterni alla sua azione che devono garantire i soggetti deboli?

Esistono ancora margini per portare conflitto dentro il suo campo d’azione?

Le sue radici ideologiche si basano sulla preservazione dei beni giuridici socialmente determinati. Come situarsi rispetto alle sue basi ideologiche e alle sue funzioni reali, sia storiche che attuali, ai mutamenti futuri?

Questi sono solo alcuni dei molti spunti che vorremmo discutere insieme con tre appuntamenti tematici:

  1. Sorvegliare e punire. Carcere ostativo e 41 bis
  2. Conflitto sociale e repressione penale
  3. Emergenza infinita

Siamo convinti che sia possibile e necessario unire attorno a questi temi le energie accademiche critiche, i saperi tecnici e le forze conflittuali al fine di immaginare un percorso di lunga durata.

Osservatorio Repressione

 

primo appuntamento:

Sorvegliare e punire. Carcere ostativo e 41bis