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Cui Prodest ?

Per i vicoli di Trastevere due giovani litigano; sembra che uno di questi abbia messo le mani addosso all’altro per primo, nel corso di una animata discussione.

Una riedizione de “Il fattaccio del Vicolo der Moro “? No, anche se lo sviluppo della storia richiama in modo sinistro i primi passi della poesia di Americo Giuliani:

“.. Sor delegato mio nun so’ un bojaccia, ..v’aricconto tutto… quello ch’ha pubblicato il Messaggero sur fattaccio .. sor delegato mio è tutto vero

Fortunatamente qui nessuno si è fatto male, un banalissimo episodio come ne accadono tanti quotidianamente, soprattutto quando si fa sentire la calura estiva e si perdono facilmente le staffe.

Eppure sono giorni che di questa storia se ne parla in modo diffuso, nemmeno circoscritto negli abituali ambiti di nicchia della sinistra romana.

Perché ? La ragione risiede nella circostanza che uno dei contendenti, esponente di punta del Cinema America, ha proposto querela contro il suo avversario, ricondotto nell’area del Centro Sociale Acrobax, rappresentando di fatto una singolare parificazione tra le aggressioni squadriste di Casa Pound e lo scazzo virulento con un militante appartenente ad un ambito diverso dal suo.

Sui motivi per i quali tra strutture del mondo della autogestione romana non corra buon sangue si potrebbe scrivere parecchio, e questa non è la sede per tentare un’opera così impegnativa, certo è che fino a qualche giorno fa il discrimine poteva essere individuato grosso modo nel collateralismo di qualcuno rispetto al sistema istituzionale ed alle diverse  forme con le quali si è consolidato un welfare di prossimità a questo o quell’altro rappresentante della sinistra parlamentare.

Ma a questo punto avvengono due cose che ci impongono di fare una riflessione pubblica.

La prima è la querela proposta dall’esponente del Cinema America: tutti sanno che la querela costituisce una domanda rivolta alla Autorità Giudiziaria con la quale la persona offesa dal reato chiede la punizione del presunto autore di una condotta illecita.

Una facoltà che si traduce in una scelta .

Ebbene lo scontro politico, anche duro e divisivo, non può mai essere declinato nella richiesta di intervento repressivo ai danni di chi è fuori dalle dinamiche autocelebrative della “ buona politica “ ( forse sarebbe più adatto gentile politica ).

Fanno sorridere amaramente le giustificazioni nuoviste che, in nome del superamento di vecchie sconfitte, plaudono all’improvvida iniziativa.

Anche nel vecchio mondo della politica conflittuale, quello dei movimenti di massa e dei partiti della 1^ o 2^ repubblica, il modo di risolvere giudiziariamente problemi di egemonia o rappresentanza era noto e gli esiti di questa delega a polizia e giudici lo stiamo pagando ancora oggi ( soprattutto i denunciati di quel tempo ).

Forse farebbe bene a qualche smemorato non solo riprendere la lettura di pubblicazioni varie sul contenuto di classe certo non neutrale delle istituzioni deputate al controllo ed alla repressione, ma anche riascoltare una canzoncina di Ricky Gianco porterebbe benefici, quando strimpella “ compagni si compagni no compagni un caz “ a proposito del pulotto di sinistra iscritto al sindacato.. “.. è un problema troppo  delicato “.

No, di certo denunce e querele non fanno parte del nostro bagaglio culturale e chi promuove un procedimento penale nei riguardi di altri per ragioni di scontro politico non è il benvenuto tra noi.

L’altro aspetto è una sorta di chiamata in correità fatta da taluni a sostegno dell’indirizzo di marcia attribuito al querelante ed ai suoi sostenitori.

Ora premesso che tutti sono liberi di scegliere i propri referenti, considerato che nella fase in cui ci troviamo non è nemmeno ipotizzabile una disciplina di progetto condivisa, tuttavia rimangono aperti degli interrogativi dirimenti:

-la politica gentile è compatibile con le lotte contro il TAV ? Forse non si è capito bene che il principale attore politico  del partito delle grandi opere inutili e dannose è il PD di Zingaretti, quello che il querelante definisce il migliore sindaco possibile per Roma;

– le Comunità aperte, solidali ed inclusive gentilmente riusciranno a chiedere al PD l’abrogazione dei decreti sicurezza di Minniti che hanno disseminato di cadaveri i fondali del Mar Mediterraneo e che hanno dato a Salvini e soci gli strumenti tecnici per reintrodurre fattispecie incriminatrici con cui colpire ogni insorgenza sociale, dagli  operai della logistica agli occupanti delle case ?

Perché se non si scioglie questo nodo la politica gentile sembra tradursi in quel famoso motto del Marchese del Grillo, tanto per rimanere a Roma ed alla sua storia

Io so’ io e voi nun sete un cazzo “.