Da Genova 2001 alla Val di Susa: ecco il vero volto della “democrazia” borghese.
- luglio 28, 2012
- in emergenza, G8 Genova, no tav, riflessioni
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In questi mesi si sono susseguite numerose operazioni repressive, con decine di denunce ed arresti, utilizzando la fumosa categoria dei “reati associativi”, come da copione, i rapporti di amicizia e di solidarietà, la comune militanza in gruppi e collettivi viene trasformata semplicemente in partecipazione a banda armata.
Si tratta di esempi di politica emergenziale già visti, che hanno portato all’arresto di tanti militanti negli ultimi 30 anni, a perquisizioni, alla messa all’indice di tanti e tante che hanno pagato con il carcere, con l’isolamento sociale e con la perdita del lavoro le proprie scelte di opposizione politica e sociale. Così come avviene in questi giorni con il movimento NO-TAV in Val di Susa, dove repressione e criminalizzazione sono ormai pane quotidiano.
E’ innegabile che le manovre repressive siano costruite ad arte ogni qual volta la criminalizzazione delle lotte sociali e lo smantellamento di aree politiche si rendono utili per deviare l’attenzione generale dalla miseria crescente e dalle politiche di tagli a danno del popolo.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni arrestati o variamente colpiti dalla repressione in questi mesi, ai 90 attivisti fiorentini sotto processo per avere difeso il diritto allo studio, essersi opposti alla riforma Gelmini, al fascismo e all’apertura di Casapound, al razzismo e all’apertura dei CIE.
La sentenza della Cassazione del 13 luglio sui fatti di Genova mostra ancora una volta il vero volto della democrazia borghese: colpendo con condanne pesantissime la resistenza alla repressione di Stato attuata nel luglio 2001. Denunciamo il silenzio complice della c.d. Sinistra: l’applicazione della peggiore legislazione emergenziale e di articoli tipici del codice penale fascista contro l’opposizione sociale e politica, con condanne classificate come ostative a qualunque misura alternativa, non può essere nascosta sotto la sabbia e l’ipocrisia della politica da salotto.
Si condanna fino a 15 anni di carcere per episodi di danneggiamento di oggetti, come una banale vetrina, nel corso degli incidenti a seguito delle cariche violentissime di Polizia e Carabinieri nel corso di quella che Amnesty International ha definito la più grave violazione dello stato di diritto in Europa dopo la seconda guerra mondiale; la stessa “giustizia” censura con condanne simboliche (e nessuna pena effettiva) fatti accertati e gravissimi, per le violenze sulle persone (dalle sevizie, fino all’omicidio), compiuti da agenti al servizio dello Stato. Ricordiamo le torture inflitte ai detenuti politici negli anni settanta e ottanta, denunciate in quegli anni costarono il carcere ai giornalisti, mentre i protagonisti di quelle torture sono oggi ai vertici della Polizia di Stato. Gli agenti condannati per le violenze della Diaz, o per omicidio come avvenuto in alcuni processi, sono sempre al loro posto, a reprimere e a controllare la vita di tutti/e.
Con la piu’ importante sentenza politica degli ultimi decenni la Magistratura intende regolare i rapporti dello Stato, nella sua massima espressione autoritaria e violenta, con i movimenti sociali e di protesta per condizionarne in termini strategici la prospettiva possibile ed i confini ammessi, oltre i quali si rischiano 15 anni di galera. In questo senso quella su Genova è una sentenza terroristica, volta ad ostacolare la protesta sociale, al momento dilagante in paesi vicini come in Grecia ed in Spagna, affinché non contagi pure l’Italia.
Questa è la loro “legalita’”.
Solidarieta’ e sostegno alle compagne e ai compagni condannati per i fatti di Genova 2001 e alle loro famiglie.
LIBERE/I TUTTE/I
Gruppo di discussione su Crisi, Repressione, Territorio (Pisa)
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