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“Dagli al negro”. Aggressioni razziste a Roma

Due aggressioni razziste molto diverse tra loro che segnalano un fatto: il clima nei confronti degli stranieri, a Roma, è pessimo. In un caso parliamo di insulti e botte da parte di un individuo nei confronti di una madre con bambini in uno dei quartieri “bene” della Capitale; nell’altro di una spedizione di gruppo a Ostia.

Qualche giorno fa, a Parioli, una donna africana che teneva un figlio per mano e un altro sulle spalle è stata aggredita da un uomo dopo che lo stesso aveva cercato di farla cadere facendo uno sgambetto. Gli insulti sono i soliti: “Tornatene a casa, negra….” e così via. L’uomo è stato fermato da un poliziotto non in servizio e poi denunciato – ha insultato anche la guardia.

Il secondo caso è più spaventoso e risale ai primi giorni di marzo ma la notizia è stata diffusa solo ieri: un 17enne che portava a spasso il cane in pieno centro sul lungomare di Ostia è stato prima bersaglio di palloncini pieni di acqua da parte dei passeggeri di un gruppo di 4 auto, poi, gli stessi sono scesi (erano una ventina) e lo hanno pestato. Il ragazzo ha riportato diverse contusioni e perso un dente. Anche in questo caso la colpa è stata quella di essere nero.

Nel quartiere città sul litorale romano sono ben radicati gruppi di estrema destra (e la polizia pare indagare in quella direzione). Nei giorni scorsi si è svolta un’assemblea nel Liceo Anco Marzio per discutere della questione. La presidente del X Municipio Giuliana Di Pilo ha condannato l’episodio via twitter ma guardandosi bene dal definire l’aggressione “razzista”.

Perché questi due casi ci spaventano?

Perché, come capita di frequente, non sono aggressioni generate da liti di qualche tipo, da dispute che degenerano e prendono la forma dell’attacco razzista. Qui siamo in presenza di aggressioni razziste deliberate nei confronti di un giovane cittadino italiano, figlio di una coppia mista di ceto medio, e di una donna in pieno giorno in una strada affollata. In un caso c’è il divertimento/spedizione punitiva di gruppo. Nel secondo il comportamento di un singolo che si sente legittimato ad aggredire e picchiare una donna pensando che questo non sia grave perché è straniera e ha la pelle scura. Che si tratti o meno di una persona squilibrata non cambia molto le cose. I discorsi pubblici e il clima che si respira condizionano i gesti razionali così come i comportamenti irrazionali di una persona con problemi. I casi delle stragi da arma da fuoco in America lo segnalano bene: con il clima instaurato da certi media e dalla campagna anti immigrati del presidente Trump le stragi che hanno come obiettivo immigrati e afroamericani sono aumentate.