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Dall’Egitto appello ai sindacati di tutto il mondo: Solidarietà agli operai sotto processo militare!

15 agosto 2016: Sindacalisti e attivisti al Cairo durante un incontro pubblico della campagna in solidarietà ai lavoratori dei cantieri navali di Alessandria incarcerati.

Esponenti di spicco del mondo sindacale egiziano hanno lanciato una lettera aperta chiedendo ai sindacati e ai lavoratori di tutto il mondo di mobilitarsi in solidarietà con gli operai dei Cantieri Navali di Alessandria, sui quali pende un verdetto della corte militare che è stato nuovamente rimandato al 18 settembre [Leggi qui il nostro articolo precedente sulla questione]. In attesa di una sentenza, i lavoratori dovranno subire un altro mese di detenzione in condizioni orribili, semplicemente per essersi organizzati per un miglioramento della paga e delle condizioni lavorative. I ventisei operai sono stati denunciati e mandati a processo dopo che la polizia militare a maggio di quest’anno li aveva circondati e arrestati con l’accusa di “incitamento allo sciopero”.

La lettera ha ricevuto l’appoggio del Sindacato Egiziano dei lavoratori del Petrolio, di Mettawa Mehran, fondatore del Sindacato dei lavoratori del settore privato, Su’ad Omar, nota attivista sindacale di Suez, Raed al-Husseini, presidente del Sindacato indipendente degli insegnati, e Fatma Ramadan, storica attivista sindacale nota per il suo impegno tra i lavoratori del pubblico impiego.

“Portare a processo i lavoratori dei cantieri navali di Alessandria in una corte militare è una pura violazione delle convenzioni internazionali, di cui l’Egitto è firmatario,” nota la lettera. “Queste convenzioni affermano il diritto dei lavoratori a protestare pacificamente, oltre che la libertà di espressione e il diritto a intavolare trattative per realizzare le proprie legittime richieste per salari giusti e condizioni di lavoro dignitose”.

Il mondo dell’attivismo sociale egiziano si è già impegnato in una vasta campagna di solidarietà, che in Egitto ha raccolto centinaia di adesioni da sindacalisti e attivisti politici, aderenti a un documento in difesa dei 26 lavoratori. Il 15 agosto al Cairo si è tenuto un incontro pubblico per dare ulteriore visibilità e allargare il movimento di solidarietà.

La lettera aperta fa appello ai sindacati di tutto il mondo, chiedendo di inviare lettere di protesta al presidente egiziano al-Sisi, condannando l’uso dei processi militari contro lavoratori che hanno semplicemente esercitato il proprio diritto di organizzarsi e difendere collettivamente le proprie condizioni di lavoro.

Di Seguito, il testo della lettera:

URGENTE: UDIENZA RIMANDATA AL 18 SETTEMBRE

INVIARE MESSAGGI DI PROTESTA ALLE AUTORITÀ EGIZIANE

Solidarietà ai lavoratori dei Cantieri Navali di Alessandria – No ai processi militari per i lavoratori!

14 agosto 2016

Cari fratelli e sorelle,

Vi scriviamo per chiedere il vostro supporto per una campagna in solidarietà con 26 lavoratori dei Cantieri Navali di Alessandria, detenuti in attesa della sentenza di un giudice militare fissata per il 16 agosto [ora rimandata al 18 settembre], con l’accusa di blocco del lavoro e di incitamento allo sciopero. Il processo manca di molti elementari diritti che una corte civile garantisce in Egitto.

I lavoratori, detenuti dal 24 maggio, non hanno commesso alcun crimine secondo la legge militare. Inoltre, le azioni che hanno portato alla loro detenzione sono descritte come proteste pacifiche e sciopero con la richiesta di un aumento dei salari, dello sviluppo e miglioramento della produzione nei cantieri e di maggiori misure di sicurezza sul lavoro, come la protezione dagli infortuni.

La Società dei Cantieri Navali di Alessandria non può essere considerata struttura militare, e i lavoratori non possono essere considerati lavoratori militari. Si tratta di lavoratori civili, entrati nella società anni fa, quando questa faceva parte del settore pubblico, che è un settore civile. Pertanto, i lavoratori sono soggetti alle leggi civili che regolano i rapporti di lavoro.

La proprietà della società è cambiata dai tempi della sua fondazione nel 1960, passando all’Organizzazione delle Industrie e Servizi Marittimi, facente parte delle Forze Armate. Quindi, tutto ciò che accade all’interno della compagnia, secondo la legge militare, oggi è diventato soggetto, e rientra nella giurisdizione, delle corti militari.

Portare i lavoratori dei cantieri navali di Alessandria a processo in una corte militare è una pura violazione delle convenzioni internazionali, di cui l’Egitto è firmatario. Queste convenzioni affermano il diritto dei lavoratori a protestare pacificamente, oltre alla libertà di espressione e al diritto di negoziare per realizzare le proprie legittime richieste per salari giusti e condizioni di lavoro dignitose.

Vi chiediamo con forza di agire per diffondere l’informazione sul processo, e di inviare con urgenza lettere di protesta al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, e al ministro del Lavoro, chiedendo l’immediato rilascio dei 26 lavoratori dei Cantieri Navali di Alessandria.

Firmatari:

Mettawa Mehran, fondatore del Sindacato dei lavotarori del settore privato

Su’ad Omar, attivista sindacale

Raed al-Husseini, presidente del Sindacato indipendente degli insegnati

Fatma Ramadan, attivista sindacale

Sindacato Egiziano dei lavoratori del Petrolio

Cosa puoi fare:

  • Leggi e fai girare la lettera aperta
  • Scrivi al Presidente Abdelfattah al-Sisi,
    Office of the President Al Ittihadia Palace

Cairo, Arab Republic of Egypt

Fax: +202 2 391 1441

Email: p.spokesman@op.gov.eg

Twitter: @AlsisiOfficial

  • Scrivi in copia a: Deputy Assistant Minister of Foreign Affairs for Human Rights

Laila Bahaa El Din,

Ministry of Foreign Affairs

Corniche al-Nil, Cairo

Arab Republic of Egypt

Fax: +202 2574 9713

Email: Contact.Us@mfa.gov.eg

Twitter: @MfaEgypt

  • Scrivi al Ministro del Lavoro egiziano, Mohammed Safan,
    3 Yousef Abbas Street, Salah Salem,
    Nasr City, Cairo, Egypt
    manpower@manpower.gov.eg
  • Firma la petizione internazionale di solidarietà: qui

Fonte: egyptsolidarityinitiative. A cura di Focus MiddleEast