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Stato d’eccezione nel cuore dell’Europa

Intervista a Martin Dolzer, deputato della Die Linke, sui fatti del G20 ad Amburgo e sulla repressione in atto in Europa.

Si parla di osservatorio sulla repressione, per un’organizzazione europea e si torna a parlare dei fatti di Amburgo, in occasione del G20. Furono arrestati molti manifestanti, fra cui 16 giovani italiani . Il capo di accusa è imperniato sul sospetto, secondo le nuove politiche securitarie. In collegamento Skype appare Emiliano Puleo, appena liberato dopo 5 mesi di detenzione nel carcere di Amburgo. Martin è felice, batte il 5 sullo schermo. Per 5 mesi ha seguito personalmente la vicenda, impegnandosi per la liberazione dei detenuti. Intuisco lo spessore e l’impegno del politico e dell’uomo. Ѐ dei nostri. Non posso non intervistarlo.

Martin, torniamo al Luglio scorso, cosa è accaduto durante il G20 ad Amburgo?

Ad Amburgo, più di 150.000 persone hanno manifestato contro il meeting non legittimo del G20 che si è prolungato per una settimana. Il G20 è un circo che cerca di giocare un ruolo politico a livello mondiale, al di là delle Nazioni Unite. Il G20 crea istituzioni non elette da nessuno e non legittimate democraticamente, come, ad esempio, la Troika, le Corti straordinarie del CETA o del TTIP, come il WEF ecc. Gli incontri del G20 servono solo ai Paesi che li ospitano per mettersi in rilievo nel panorama mondiale, come è accaduto cinicamente in Turchia nel 2015. Quel summit aveva il pretesto di stabilire una strategia comune anti-terrore mentre il governo di R.T. Erdogan, insieme allo Stato Islamico ed all’esercito turco perpetravano crimini di guerra nelle regioni curde. Nella città di Cizre, i soldati hanno letteralmente dato fuoco a più di 100 persone che si trovavano nascoste nelle cantine; la stessa città, insieme ad altre, è stata quasi completamente distrutta e centinaia di civili uccisi.

Nello specifico dello scenario del G20 in Germania, il Paese ha potuto portare avanti le sue politiche neo-coloniali, costringendo ben sei Paesi africani a svendere parte della propria sovranità in cambio di 300 milioni di euro (metà del costo dell’Opera di Amburgo, la Elbphilarmonie). Dunque, la protesta di Amburgo è avvenuta per prendere posizione contro tutto questo. Vi sono state diverse dimostrazioni ed una conferenza alternativa. La gente si è semplicemente riunita per le strade per protestare contro il G20, contro la violenza strutturata, contro la guerra, contro le relazioni commerciali asimmetriche e contro l’arroganza del potere. Ciascuno era lì per esprimere il proprio desiderio di creare un mondo migliore basato sul rispetto e sulla solidarietà. Allo stesso tempo, il Governo tedesco ha avuto modo di provare strategie di difesa di un grande centro urbano, come se fosse sotto attacco, considerando che circa 30.000 uomini di polizia ed oltre 3.000 veicoli sono stati convogliati da ogni parte del Paese ad Amburgo. Tutto questo è accaduto nell’ambito di una politica estera ed interna, dell’Europa in generale, della Germania in particolare, molto aggressiva, volta a proteggere l’egemonia neo-liberista e neo-coloniale che tende a spazzar via chiunque vi si opponga.

Durante i giorni immediatamente precedenti il summit, la protesta è stata pacifica e creativa, nonostante ciò, la polizia ha commesso abusi contro i diritti umani: un campo dove alloggiavano i manifestanti è stato rimosso con la forza, senza alcun fondamento giuridico; alcuni sono stati picchiati, è stata spruzzata acqua sulla gente con i cannoni senza alcun motivo e molti sono stati arrestati arbitrariamente mentre si dirigevano ad Amburgo. Il martedì, la polizia ha attaccato la dimostrazione “Benvenuti all’Inferno” senza alcun motivo se non quello di delegittimarlo. Molti manifestanti sono rimasti feriti, alcuni riportando fratture, uno con la perdita definitiva della funzionalità di un organo. Da quel martedì, c’è stata un’escalation di violenza con guerriglia urbana, incendio di vetture. Il venerdì seguente, la polizia ha attaccato i dimostranti in una strada vicina al loro campo centrale, a Rondenbarg. Qui la gente è stata spinta con la forza contro una barriera, causando 14 casi di fratture ed 11 casi di fratture aperte. Molti sono stati gli arresti ingiustificati e, fra questi, Maria e Fabio, con l’accusa di aver sostenuto psicologicamente dei potenziali violenti, crimine di cui non mi risulta l’esistenza.

Il venerdì sera, i dimostranti hanno costruito delle barricate a Schanzenviertel e la polizia ha lanciato l’attacco finale con fucili alla mano. Sono state arrestate circa 500 persone e detenute, nei giorni seguenti, in condizioni disumane: privazione del sonno, persone denudate completamente, luci accese h24, nessuna assistenza medica ai feriti. Alla fine del G20, sono rimasti in carcere in 30, di cui 19 di cittadinanza non tedesca, tra cui 6 italiani e poi spagnoli, francesi, russi, olandesi, greci, infine, 5 senza-tetto tedeschi. L’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti umani vieta la discriminazione in base alle origini, dunque, questo diritto è stato ampiamente negato, visto che i manifestanti stranieri arrestati sono stati trattenuti, mentre i senza-tetto ed i dimostranti tedeschi sono stati rilasciati in virtù della loro cittadinanza. Si tratta di un chiaro segnale negativo, da parte del Governo centrale, verso chiunque si metta in testa di voler manifestare in Germania in futuro. Molti di coloro che sono stati arrestati non avevano commesso assolutamente nulla: è come se fosse stata messa in atto una strategia di cancellamento degli eventi, strategia che ha funzionato. Il Ministro degli Interni, De Maizière ha ordinato la chiusura della piattaforma internet Linksunten Indymedia subito dopo la fine del G20.

La prima sentenza contro il cittadino olandese, S. Peike, di 21 anni, è stata di 2 anni e 7 mesi. Scioccante, visto che una simile pena viene comminata in Germania per rapina a mano armata o per lo spaccio pesante di cocaina. Il procuratore ha poi chiesto una riduzione della pena a “soli” 1 anno e 9 mesi, che è comunque un periodo spropositato. La cosa interessante da notare è che il giudice che ha comminato la pena è conosciuto per la sua giovane età e per la sua severità. Evidentemente è una sentenza inappropriata e siamo convinti che la prossima sentenza darà un esito più consono. In casi normali, Peike sarebbe stato rilasciato immediatamente, visto che non sussiste nessuna evidenza contro di lui. Un poliziotto, infatti, ha dichiarato di aver visto un ragazzo con i capelli “dreadlocks” lanciare una bottiglia: peccato che Peike non abbia i dreadlocks! Nel suo caso il giudice non ha tenuto in considerazione la presunzione di innocenza, dovuta ad ogni imputato per legge. Il giudizio finale nei confronti di Peike rappresenta un caso molto importante per il futuro della legge tedesca a riguardo.

Il secondo imputato, B. Stainslaw, dalla Polonia, è stato trattato con maggiore indulgenza. Solo sei mesi e rilascio immediato. Comunque, i sei mesi comminatigli inizialmente sono esagerati, visto che, nel suo caso, era stato avvistato abbastanza lontano dal luogo di una dimostrazione in cui sono stati rinvenuti bombolette di gas urticante ed occhiali protettivi, considerati dai giudici “armi passive”. Ancora, Emilano Puleo è stato condannato ad 1 anno e 6 mesi per aver ipoteticamente lanciato delle bottiglie di cui, però non vi è alcuna prova evidente. Ancora 8 persone sono in custodia cautelare.

I conservatori ed i social democratici del CDU e SPD hanno voluto instaurare un’atmosfera del terrore per scoraggiare la futura libertà di manifestare nel nostro paese. La giustizia ha assecondato le direttive del potere, comminando pene pesantissime, laddove non ne sussistono i requisiti. La Cdu ora parla di una legge che punirebbe chiunque non prenda immediatamente le distanze da persone e luoghi in cui si compiono violenze durante una manifestazione: il colpevole andrebbe subito in prigione, contro i principi della Costituzione tedesca. Ma si tratta di discorsi che aleggiano nell’aria da prima del G20 e quest’ultimo è stata l’occasione giusta per poter cambiare le norme e portarsi verso una regolamentazione più severa: argomento che scatena la riprovazione della Sinistra e anche di molti cittadini. Chiunque voglia portare guerra verso altri paesi ed incrementare la disuguaglianza sociale deve procedere a misure restrittive in politica interna. Il pensiero dei think tank in Germania – SWP o EUISS (l’Istituto per gli studi sulla sicurezza) – stanno andando proprio in questa direzione. Dichiarare una guerra di classe tra le élites metropolitane dell’Europa centrale e coloro che cinicamente chiamano, cioè la popolazione dell’Africa, del medio Oriente e la classe dei lavoratori ed i poveri dell’Europa stessa. Costoro sono pronti ad usare ogni mezzo, semmai questa parte del mondo tentasse di sollevarsi dal proprio stato di prostrazione. Come partito, Die Linke, e comunque tutta l’ala della sinistra extra-parlamentare in Germania, noi abbiamo il dovere di condurre una battaglia in difesa dei più basilari diritti umani, come il diritto di assemblea e la libertà di parola.

A Roma, il due di dicembre si è discusso sull’emergenza di un’organizzazione europea per un osservatorio sulla repressione. Abbiamo sentito via Skype Emiliano Puleo, appena rilasciato dal carcere di Amburgo. I video relativi ai fatti dimostrano che non c’è il capo d’accusa. Nonostante il ritorno a casa a Partinico, pesa su di lui una condanna con la condizionale. Chi si sta occupando della questione per poter assolvere pienamente Emiliano da un’accusa infondata?

Emiliano può contare sulla solidarietà e l’aiuto fattivo di avvocati che preparano la prossima istanza. La forza e la decisione con cui Emiliano ha affrontato i giudici è stata di grande importanza: egli ha dichiarato di essere un antifascista, un comunista ed ha spiegato alla Corte di essere lì al G20 per combattere per la pace, il rispetto ed un mondo migliore. Non vi sono prove contro di lui. L’ufficiale di polizia, che ha testimoniato contro di lui, lo aveva avvicinato sotto copertura, indossando dei travestimenti. Emiliano sarebbe già dovuto essere libero da un pezzo. Allo stesso modo, anche Fabio Vettorel ed altri due manifestanti russi stanno portando avanti la loro strenua difesa contro la Corte, a viso scoperto; mentre non si può dire lo stesso delle forze di polizia che hanno utilizzato ogni sorta di trucchetto (travestimenti, parrucche, ecc) per incastrare degli innocenti. Si tratta sempre degli stessi ufficiali di polizia che stranamente accusano persone arrestate in diversi punti della città. Questo è un caso politico!

Sembra che anche in Germania,, come in Italia e in altri Paesi dell’Ue, in questo caso nel land di Amburgo, ci sia uno Stato di polizia, più che di diritto. Mi riferisco al fatto che i manifestanti del G20 hanno subìto un attacco repressivo dalla Polizei locale. È in atto una forma securitaria basata solo sul sospetto?

La tendenza è esattamente quella. Il comportamento attuato dalla polizia rispecchia una tendenza politica di cui ho parlato nella prima risposta. Ma c’è un un ulteriore aspetto: l’esercito è intervenuto ben 49 volte durante il G20. Ѐ stato fornito supporto strategico alla polizia: cibo, assistenza medica, sottomarini, intelligence service. Il capo della polizia di Amburgo è conosciuto per le sue derive militariste e molti ufficiali stessi hanno criticato che proprio questa persona avesse avuto l’incarico di gestire la sicurezza del G20. Come dire: ci sarà una escalation violenta, potrebbe accadere in qualsiasi città tedesca, mostriamo come sappiamo gestire la situazione con la forza. Solo un mese fa, in un incontro non ufficiale del Fuhrungsakademie der Bundeswehr (riunione dei capi dell’esercito), si è parlato appunto dei fatti del G20 e della proficua collaborazione tra polizia ed esercito. Si tratta di una deriva molto pericolosa.

Come si pone la Linke di fronte a queste palesi violazioni in atto in Germania e in Ue?

Io penso che tutti dovremmo combattere per la costruzione di un mondo diverso. Certamente Die Linke porta avanti questa battaglia. In una società capitalista non vi è spazio per questo tipo di mete da raggiungere. L’Europa e la Germania stanno portando avanti, invece, una politica imperialista e neo-colonialista: se non combattiamo con maggiore impegno la situazione andrà sempre peggio. Durante il G20, noi abbiamo organizzato un osservatorio parlamentare e ci siamo avvalsi di un supporto legale per ovviare a tutte le situazioni di violazione dei diritti umani. Nell’ambito della Sinistra europea, noi lavoriamo a fianco di Rifondazione Comunista.

Nella tua funzione di parlamentare della Die Linke, nel land di Amburgo, come sei intervenuto per favorire il rilascio dei giovani detenuti?

Personalmente ho rilasciato parecchie dichiarazioni alla stampa ed ho visitato, e continuo a farlo, insieme agli avvocati, i prigionieri politici del G20. Stiamo portando avanti una campagna a favore di Maria Rocco, Fabio Vettorel, Emiliano Puleo e tutti gli altri. Sono stati pubblicati diversi articoli sulle testate della sinistra-liberale e socialisti-comunisti. Inoltre, lavoro in collaborazione con i compagni dei prigionieri in ambito internazionale: infatti, abbiamo creato una struttura – United we Stand – che organizza dimostrazioni davanti alle carceri in cui sono detenuti i prigionieri, una volta al mese. Anche il Partito Comunista tedesco (DKP), ha cominciato una sua campagna. Ho portato in Parlamento diverse azioni di indagine, ho posto domande per capire cosa stesse accadendo. Durante molti dibattiti, abbiamo evidenziato, sempre in Parlamento, l’inceppo della macchina della giustizia durante il G20. Purtroppo, molti dei file che abbiamo a disposizione sono censurati, quindi non possiamo averne una visione chiara, ma in alcuni casi è evidente che sono state usate dalla polizia armi vietate dalla legge perché permesse solo in azioni di guerra.

Federica Mogherini, nella sua funzione di rappresentante per gli affari esteri e politiche di sicurezza, ha contribuito con un suo intervento a favore della liberazione dei giovani detenuti?

Per quello che ne so io, la Sig.ra Mogherini non ha fatto nulla.

Il caso ha suscitato clamore, anche perché è stata fermata una europarlamentare del Gue, Eleonora Forenza, alla quale sembra sia stata anche negata la privacy ed è stata perquisita, nonostante avesse consegnato il tesserino da europarlamentare. Ci troviamo di fronte a metodi fascisti?

Il trattamento riservato ad Eleonora è inaccettabile, tanto più perché la polizia sapeva benissimo che si trattava di un europarlamentare. Questo è tipico dell’arroganza tedesca, che, per me, è una vergogna. Il programma di satira TV “Heute Show” ha posto al suo pubblico la domanda: “Fabio Vettorel è in carcere da mesi senza alcuna accusa precisa: dove ci troviamo? A. Ad Ankara; B. Ad Amburgo”. Ebbene, a mio avviso l’interrogativo coglie perfettamente il punto: ovunque, nei Paesi dell’Europa centrale stiamo assistendo ad una deriva neo-fascistoide, basti pensare al FN in Francia, Al Fpo in Austria, a Berlusconi ed alla Lega Nord in Italia. L’ala di destra diventa più forte ed i partiti conservatori e liberali si fondono sempre più con essi. L’élite capitalista cerca di coprire la crisi del profitto con l’egemonia dell’ideologia neo-liberale basata su politiche anti-sociali, come si può vedere anche dalla politica di esportazione tedesca. I capitalisti preferiscono allearsi con la destra, pur di contrastare la crescita della protesta della Sinistra. Non credo che sia una tendenza che durerà a lungo, comunque. Noi dobbiamo essere più coesi, organizzarci meglio e sviluppare una visione che porti la gente ad agire in base al principio di solidarietà massima. Solo così potremo evitare la crescita della barbarie.

Ritieni che un osservatorio europeo sulla repressione più esteso, in cui vengano aggregate forze di carattere legale e umanitario, sia urgente e fondamentale?

Yes!

Infine, per restare ai fatti Amburgo, chi dovrà rispondere di questi soprusi perpetrati anche per lungo tempo e visto che vi sono ancora persone in stato di fermo. In Germania, come in Italia e in altri Stati europei si sta applicando un forma di repressione, basata sul sospetto. Come si sta muovendo la Linke per arrestare queste politiche di destra per cui qualsiasi attivista, per un solo sospetto da parte della security rischia il carcere?

R. Noi lavoriamo insieme con tutte le entità, avvocati, movimenti, rifugiati ecc. che condividono con la Sinistra il principio della dignità umana al primo posto per lo sviluppo sociale. Dal punto di vista prettamente politico, lavoriamo a braccetto con i socialisti, gli anarchici e tutti gli attori del Comunismo tedesco. Certamente ci troviamo in uno dei momenti più bui della crisi economica e dei valori derivati dal Capitalismo che contraddice continuamente i valori di Umanesimo e di Diritti Umani. Però ogni crisi è anche opportunità di sviluppo. Dobbiamo svegliarci e lottare per i nostri diritti, a tutti i livelli: in politica, nel mondo del lavoro, nelle Corti, per le strade, ovunque. Specialmente in Europa centrale, dove abbiamo già una storia di ultra-sviluppo individualista. Tornare alle nostre radici: una vita collettiva mirata alla solidarietà. Il capitalismo divide e rapina; la nostra forza, invece, è organizzarci per imparare ad amarci come fratello e sorella.

Silvia Vastano da La Citta futura

L’intervista, condotta in Inglese, è stata tradotta da Silvia Vastano