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Detenuto si impicca nel carcere di Opera, è il 40esimo suicidio da inizio anno

Ancora una morte dietro le sbarre. Un detenuto si è tolto la vita nel Carcere Opera di Milano. Si tratta del giovane Daniele Ridolfi, di soli 26 anni. Il ristretto si è impiccato nella sua cella ed è morto venerdì 7 settembre in ospedale, dove era stato trasportato dopo l’accaduto. Salgono così a 112 i detenuti morti nei primi 9 mesi del 2012, di cui ben 40 sono stati i suicidi. Tuttavia la notizia del suicidio è stata diffusa solo nella giornata di martedì 11 settembre.
Il fatto risale allo scorso 2 settembre. Era all’incirca mezzanotte quando Daniele ha scelto di farla finita impiccandosi con l’ausilio di una tenda che aveva attaccato alla sua finestra. Tra l’altro l’oggetto in questione er vietato dal regolamento eppure c’era nell’area dei detenuti protetti dove aveva la sua cella il 26enne. Inutile ogni tentativo di soccorso. Dopo l’impiccagione il detenuto è entrato in coma ed il decesso è avvenuto la scorsa domenica. I genitori hanno autorizzato l’espianto degli organi. Inevitabile la domanda sul perché: sarebbe uscito dal carcere il prossimo 26 dicembre.

In Lombardia il 40% di detenuti in più rispetto alla capienza
L’assessore regionale Boscagli: “Più del 40 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio. Celebriamo i processi per risolvere il problema”. “Nel nostro Paese è assurdo che si affronti il tema della situazione carceraria solamente di fronte a fatti dolorosi e gravi come quello accaduto oggi presso il carcere di Opera.
Regione Lombardia in questi anni ha messo in campo numerose iniziative e interventi per aiutare la popolazione carceraria e sostenere la polizia penitenziaria, serve però un intervento decisivo a livello nazionale, che riguardi anche i tempi del giudizio e la carcerazione preventiva”. Con queste parole l’assessore alla Famiglia, Integrazione, Conciliazione e Solidarietà Sociale di Regione Lombardia Giulio Boscagli ha commentato la notizia del suicidio di un ragazzo di 26 anni, detenuto presso il carcere di Milano Opera. “La nostra Costituzione – ha detto l’assessore – contiene principi di attenzione e rispetto per la persona anche quando è in carcere. La pena infatti è volta al recupero del reo, ma gli oltre 30 suicidi avvenuti nei carceri italiani nel solo 2012 evidenziano come questo sia difficile, innanzitutto per le condizioni di disagio in cui si trovano a vivere le persone detenute e anche il personale penitenziario a causa del sovraffollamento”.
La popolazione carceraria in Lombardia è distribuita in 19 istituti, con picchi di presenze che vanno dai 1.635 di Milano, ai 1.331 di Opera, ai 1.115 di Bollate, fino ai 42 di Sondrio. Gli istituti penitenziari della Lombardia hanno una capienza regolamentare di 5.652 posti; i detenuti presenti nelle carceri sono 9.559, di cui 4.105 sono stranieri (42,9 per cento). Sono quindi presenti nelle carceri lombarde 3.907 detenuti in più di quelli previsti (40,9 per cento).
“Il dato che più impressiona – ha aggiunto Boscagli – è che più del 40 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio. Se queste persone fossero fuori, il problema del sovraffollamento sarebbe risolto. Questa è una distorsione enorme del nostro sistema, una ingiustizia palese e un limite della gestione della giustizia in Italia”. “Si celebrino – conclude Boscagli – processi in tempi più rapidi e si riducano al minimo le carcerazioni preventive, strumento usato con troppa superficialità nel nostro Paese, ma soprattutto si studino misure alternative alla carcerazione, come è stato affermato anche da Luciano Violante e Giovanni Maria Pavarin al Meeting di Rimini di quest’anno”.
fonte: adnkronos