Nuovo suicidio in carcere. Tocca di nuovo a Bologna e alla Dozza, dove già una settimana fa un detenuto si era tolto la vita impiccandosi nella sua cella. L’uomo, un marocchino di 34 anni, è stato trovato morto nella sua cella. Le cause del decesso sono ancora da accertare ma sembra che poco prima avesse sniffato il gas della bomboletta che teneva nella stanza.
L’uomo si trovava al terzo piano del carcere bolognese e condivideva la cella con un altro uomo, che ha allertato i soccorsi, che non sono però riusciti a salvarlo. Il detenuto marocchino era stato arrestato lo scorso luglio ed era in attesa di primo giudizio per reati connessi allo spaccio di stupefacenti. La bomboletta dalla quale ha sniffato il gas era in regolare dotazione per il fornellino da campo che teneva nella sua cella.
Si tratta del secondo caso in pochi giorni al carcere bolognese e il quinto in una settimana dopo i suicidi avvenuti a Pavia, Trieste e Cagliari. I suicidi in carcere dall’inizio dell’anno sono diventati 60. E’ il terzo caso in due settimane in Emilia Romagna e il secondo in una settimana a Bologna. E i morti in istituti di pena salgono a 176. Cifre spaventose, che mettono in risalto ancora una volta il problema del sovraffollamento. In particolare, la Dozza è uno dei luoghi emblematici del sovrafollamento penitenziario. Ospita 1100 detenuti invece dei 480 che potrebbe ospitare. Senza contare lo stato di fatiscenza della struttra che rende pericolosi anche molti luoghi di lavoro ospitati all’interno.
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