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Diario da uomo libero di un ergastolano

 D a tanti anni scrivo un diario giornaliero che viene inserito nel sito www.carmelomusumeci.com , per fare conoscere al mondo dei vivi cosa pensa e cosa vive un ergastolano.
In questi giorni ho continuato a scriverlo non più da prigioniero ma da uomo libero, perché  mi hanno concesso tre giorni di permesso premio, presso la casa di Accoglienza “Piccoli Passi” qui a Padova, dalle ore 9 di giovedì 14 maggio alle ore 18 di sabato 16 maggio, con la possibilità di uscire dalla casa nelle ore del mattino.
Ecco cosa ho scritto nel mio diario:
 12/05/2015 Non mi sembra vero che starò tre giorni lontano dall’Assassino dei Sogni, però spero che il prossimo permesso me lo daranno a casa, perché bisogna guardare avanti e mai indietro. Adesso il mio peggiore nemico è il tempo, un nemico che non posso battere. Ed ho paura che non avrò il tempo per rimediare qualcosa della mia vita, per fare felice le persone che amo.
 
13/05/2015 Domani uscirò.
E sono terrorizzato e felice nello stesso tempo, perché è difficile sentirsi liberi se hai disimparato ad esserlo.
Non so perché, ma il mondo là fuori mi fa un po’ di paura, forse perché la prigione è un posto così brutto che alla lunga ti fa abituare all’infelicità.
Ho sempre sognato di riprendermi la vita che l’Assassino dei Sogni mi stava rubando.
E in questi ventiquattro anni di carcere mi sono sempre chiesto com’era il mondo là fuori.
Sono rimasto molte notti a guardare fuori dalle sbarre della mia finestra e fantasticare su cosa avrei fatto se un giorno fossi uscito per qualche ora.
E domani lo saprò.
Per un prigioniero non è facile esprimere i sentimenti. Ed ho imparato a vedere ciò che il mio cuore nasconde dentro di sé e ho capito che si vergogna di confidarmi che ha paura della libertà.
 
14/05/2015 In carcere con il passare degli anni muori dentro e incominci a non sentire più nulla.
Dopo ventiquattro anni di carcere ho passato la mia prima giornata da uomo libero e non so descriverla, forse perché è più facile spiegare la sofferenza che la felicità.
Posso solo dire che questa mattina quando sono uscito dall’Assassino dei Sogni c’era un bel cielo blu sopra il mio cuore e sopra la mia testa.
E sto provando sensazioni e sto vedendo cose che credevo non avrei mai più visto e sentito. Sto sentendo rumori che non sentivo da ventiquattro anni, come quello dei bicchieri e delle tazzine al bar. E sto vedendo degli alberi e dei bambini che camminano.
 
15/05/2015 Questa notte il mio cuore ha toccato le stelle.
E non si è mai sentito così in alto.
Dopo ventiquattro anni di carcere sto passando la seconda notte da uomo libero.
La notte è chiara. E c’è la luna. Fuori dalla finestra non vedo le sbarre né il muro di cinta. Mi sembra di essere in un altro mondo, o probabilmente in un altro universo, o semplicemente sto sognando di essere nel paradiso degli ergastolani. Sono felice.
Vedo la mia compagna accanto a me che sta dormendo.  E il mio cuore inizia a parlarle: Tesoro, questa notte il mio sogno profuma di realtà. Perdonami se ti ho amato in maniera sbagliata. È un po’ come se ti avessi amato di nascosto.
Nessuno può entrare nel dolore di un altro, neppure chi ti ama. Amore, il mio vecchio mondo non c’è più, quello nuovo mi fa paura, ma tu sei sempre uguale. Eppure lei in tutti questi anni c’è sempre riuscita. Tesoro, in tutti questi anni sei stata il mio pezzo di mondo.
Poche volte mi sono sentito così felice e vorrei che questa notte non finisse mai.
 
16/05/2015 Ultimo giorno da uomo libero.
Questa sera dovrò lasciare la libertà alle mie spalle.
E ho la sensazione di essere già di nuovo dentro, forse perché è difficile sentirsi liberi se sai di non esserlo.
La libertà mi sta accarezzando la mente. E poi il cuore, o forse prima il cuore e poi la mente, ma non abbastanza da farmi stare bene perché sto già pensando al ritorno.
Sto cercando di fare una scorpacciata di baci e carezze dalla mia compagna e da mia figlia perché l’amore è come un eco e spero che questa sera mi ritorni indietro, quando sarò di nuovo sepolto vivo nella mia cella.
In mezzo alla gente mi sto sentendo diverso. Penso che le persone lo notino. E credo che sentano persino l’odore di galera, di ferro e cemento dell’Assassino dei Sogni, che mi porto addosso.
Passeggio mano nella mano con mia figlia. Il mio cuore le parla: Amore, è difficile voler bene a un papà ergastolano, grazie di esserci riuscita. Tesoro, per un papà ergastolano è difficile esprimere i sentimenti ai propri figli, ma sappi che ho vissuto tanti anni tra le sbarre non tanto per sopravvivere, ma per continuare ad amarvi. E ti confido che tu e tuo fratello non siete mai stati veramente lontani da me perché ho continuato a vedervi crescere nella mia testa e nel mio cuore.
E penso che i figli siano l’unica cosa per cui vale la pena di vivere.
 
17/05/2015 Questa mattina mi sono svegliato di nuovo nella mia cella, nel mondo dei morti viventi. Molte persone si adattano al carcere e in questo modo finiscono per diventare prigionieri di se stessi. Per fortuna, o per sfortuna, a secondo i punti di vista, io mi sono sempre sentito un estraneo al carcere e non sono mai riuscito ad adattarmi.
E penso che in carcere la sofferenza ti divori l’anima come la muffa mangia i muri.
Non c’è nulla da fare, l’Assassino dei Sogni ti stacca un pezzetto di cuore anche quando fa il bravo e ti manda fuori tre giorni a prendere una boccata d’aria.
E poi devi ritornare sapendo che il tuo fine pena è nel 9.999.
Da un po’ di tempo ogni volta che mi vedo allo specchio mi accorgo che sono sempre più vecchio. E lentamente, giorno dopo giorno, sento che la mia vita mi sta scivolando fra le mani.
Credo che la libertà me la stia portando via più il tempo, un avversario che non posso battere.
Oggi pensavo che il carcere ti cambia, io però in ventiquattro anni di carcere ho cercato di cambiare più lui che me, ma penso di non esserci riuscito e di non averlo smosso di un millimetro, ma spero un giorno di continuare a farlo da ergastolano libero.
 
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova 2015