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Dire No al razzismo, all’intolleranza e al fascismo

C’è bisogno di dare una risposta politica forte e chiara alla follia securitaria
L’ondata di violenza e di legittimazione della violenza in atto nel paese “per dare sicurezza ai cittadini” e per spiegare le aggressioni organizzate da gruppi xenofobi, razzisti e fascisti contro migranti, rom, omosessuali, giovani di sinistra e centri sociali ci preoccupa moltissimo.
Le destre usano demagogicamente la sicurezza sovrapponendola a quella delle politiche migratorie e dei diritti civili. Nell’ultimo mese i provvedimenti messi in atto da sindaci e amministratori di importanti città italiane e politici legati al costituente Partito democratico hanno cercato di imitarle. Telecamere, braccialetti elettronici, cancelli e porte blindate, poliziotti di quartiere e spray al peperoncino, ronde, deportazioni, sgomberi dei campi per nomadi, parole ossessivamente ripetute, divenute alfabeto della nostra inquietudine quotidiana. Basti pensare al dibattito sull’indulto che ha alimentato la percezione dell’insicurezza favorendo lo slittamento dalle politiche sociali a penali, basta pensare che nell’Italia delle mafie l’allarme lavavetri mette più angoscia a giornalisti e politici. Il sociologo Pierre Bordieu amava dire che “la precarietà è ovunque”, ovvero è un sistema che si tiene insieme, destruttura il mercato del lavoro e i diritti del welfare.
La dottrina della guerra ai poveri, ma anche ai giovani, magari graffitari o occupanti, chiude gli spazi pubblici: piazze e giardini recintati, polizie locali, private, città assediate in regime di coprifuoco notturno. Questo accade perchè le città devono essere solo un enorme rete produttiva in cui il ciclo valorizzazione e dismissione ha un ritmo temporale velocissimo.
Noi pensiamo che la destra è funzionale al modello delle città del capitale. La destra agisce promuovendo maschilismo e violenza: povertà, miseria, si mescolano a xenofobe e omofobia sono debolezze da basso impero intollerabili per l’uomo italico. Questo il “declino da aggredire” scrivono i giovani di alleanza nazionale, in cerca di una identità in trasformazione negli ultimi anni. Ma a destra dei giovani alleati nazionali crescono nelle scuole associazioni, gruppi, blocchi in rete tra loro che fanno della violenza contro ogni diversità o diversa abilità la ragione politica della loro esistenza. Una politica del “bullismo”, esibita nei video girati coi telefonini e mostrata in internet con concerti ballati a cinghiate. A questo si aggiunge il controllo del territorio attraverso gruppi paramilitari e bande di mafiosetti di quartiere che vivono delle briciole dei grandi traffici.
La loro battaglia per il controllo incontra resistenze, luoghi di socialità non coatta che funziona come un contropotere alla valorizzazione capitalista del territorio. E allora lo spirito paramilitare prende il sopravvento e le aggressioni diventano pane quotidiano per i gruppi neofascisti.
C’è bisogno di dare una risposta politica forte e chiara alla follia securitaria.
Questo fine settimana a Pavia, Napoli e Roma ci saranno importanti manifestazioni per dire no al razzismo, all’intolleranza, al fascismo che dovranno riversarsi nella manifestazione nazionale del 20 ottobre a Rome. Rifondazione Comunista parteciperà perchè la vera emergenza è la violenza nei confronti di una parte dei cittadini che vivono una condizione di insicurezza: immigrati, gay e lesbiche, giovani, donne, lavavetri. La sicurezza delle nostre città dipende dalle condizioni sociali, economiche e culturali dei cittadini. La sinistra ha la responsabilità della lotta alla cultura maschilista e violenta che il sicuritarismo cova nelle viscere del populismo autoritario.
Michele De Palmasegreteria nazionale, resp. Area Movimenti Prc/Se
Italo Di Sabatoresp. Naz.le osservatorio sulla repressione Prc/Se