Il ministro Piantedosi riferisce sul nuovo patto per l’asilo deciso dall’Europa. Aumenteranno i respingimenti e gli espatri, sparirà l’articolo 10 della Costituzione.
di Carlo Forte da L’Unità
Il ministro Piantedosi ha annunciato che l’Italia farà nuovi Cpr, sostituirà i vecchi, renderà più veloci le espulsioni. E se poi i Cpr sono nel degrado e ci si vive dentro da cani, poco male: la colpa – ha detto il ministro al Senato – è dei detenuti che fanno un sacco di danni. Cosa sono i Cpr? Sono “prigioni per stranieri”, cioè prigioni dove si vive peggio ancora che nelle carceri italiane, e dentro le quali si finisce senza aver commesso nessun reato tranne il reato, nuovissimo, di “stranierità”.
Il ministro ha rilasciato queste dichiarazioni, più ciniche e reazionarie del solito, probabilmente per rispondere alla furia del suo partito, la Lega, che lo contesta aspramente perché è stato proprio lui, insieme ai suoi colleghi francesi e tedeschi e nordeuropei, a elaborare quel “patto sull’asilo” contro il quale la Lega ha votato nel Parlamento europeo. La Lega ha votato contro con la stessa motivazione dei 5 Stelle. Che è opposta alla motivazione con la quale hanno votato contro le sinistre (solo una parte delle sinistre) guidate dal Pd. Le sinistre sostengono che il nuovo “patto” cancella il diritto d’asilo e lo sostituisce con il diritto alla prigione. E ieri Piantedosi ha confermato che le cose stanno così. Lega e 5 Stelle invece protestano perché nel patto non ci sono molte misure che favoriscono il respingimento in mare (ed eventualmente il legale annegamento di africani e asiatici), e c’è per di più una norma che rende difficile il flusso dei superstiti – sbarcati in Italia – verso Francia, Germania, Belgio e paesi scandinavi.
In effetti è così. Il governo di destra italiano in cambio del via libera a respingimenti e accordi di vario genere coi tagliagole libici, ha ceduto sul punto che interessa di più i nostri xenofobi (soprattutto Lega e 5 Stelle). E cioè alle misure che ostacolano la possibilità di fuga di massa dei profughi verso il Nord Europa.
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