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Diritto di cronaca, chi tocca il G8 paga. Intervista a Checchino Antonini

In un articolo del 2005 veniva raccontata la polemica per le promozioni dei funzionari di Polizia coinvolti nelle violenze del G8
Checchino Antonini, giornalista di Liberazione, e Piero Sansonetti, ex direttore del quotidiano, sono stati condannati perchè nel 2005 il giornale pubblicò un articolo dove si raccontava la polemica fortissima scoppiata per le promozioni attribuite ad alcuni funzionari di Polizia coinvolti nelle violenze del G8 genovese, soprattutto venivano messi sotto accusa i criteri di valutazione usati dal capo della polizia Gianni De Gennaro. Da questa vicenda energe un diritto di cronaca messo a repentaglio e l’impossibilità di affrontare in maniera giornalisticamente efficace la ferita ancora aperta del luglio 2001.
Si può essere condannati per diffamazione a causa di una articolo che riguarda i fatti tragici del G8 di Genova del luglio 2001? La cronaca può provocare per il giornalista che racconta i fatti una sentenza che gli addossa 8 mesi di reclusione? Non sono domande senza risposta perchè quello che è successo a due giornalisti italiani martedì scorso esaudisce ogni interrogativo.
E’ il giornalista Checchino Antonini a raccontare come si svolsero i fatti e perchè si è arrivati alla condanna per diffamazione. «Due poliziotti di un sindacato di Polizia – ricorda Antonini – si sono sentiti diffamati da una cronaca che Liberazione ha fatto nel settembre del 2005 a proposito di una polemica molto accesa fatta da segretari di sindacati di Polizia contro Gigi Malabarba e altri parlamentari che avevano presentato un’interrogazione a proposito degli ottimi voti attribuiti da De Gennaro che era il capo della Polizia e della Commissione di valutazione ad alcuni funzionari che si erano resi colpevoli delle violenze nelle strade di Genova nel luglio del 2001».

Perchè questi due personaggi si sarebbero sentiti diffamati?
«Uno è segretario generale di un sindacato di Polizia, l’altro è suo fratello che è segretario provinciale a Bari e in quel momento era indagato per favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio, perchè, secondo l’accusa, aveva avvertito alcuni esponenti coinvolti in raid squadristici di essere sotto intercettazione da parte degli inquirenti».

Come si può valutare questa sentenza?
«Cinque anni dopo ci piomba addosso una sentenza di una pesantezza estrema soprattutto a fronte di una richiesta del Pm che chiedeva un’ammenda di 400 euro, invece è arrivata questa condanna a 8 mesi che suona come un campanello d’allarme per il restringimento degli spazi del diritto di cronaca».

Cosa può aver provocato la sentenza del giudice?
«In questo momento io posso dire una cosa: è clamoroso che un articolo che in qualche modo tocchi il G8 di Genova e la potentissima figura di De Gennaro scateni una condanna così abnorme. Quello che emerge è che chi tocca il G8 deve pagare».
fonte: Ami – Agenzia Multimediale Italiana