Dopo Napoli, anche a Brescia medici denunciano un immigrato
“Un caso simile, anche se meno grave, a quello accaduto a Napoli. Segno che il pacchetto sicurezza miete vittime ancora prima di essere legge”. Non ha svelato tutti i dettagli della vicenda, Umberto Gobbi dell’associazione Diritti per tutti, ma ha annunciato che giovedì prossimo, alle 13, ci sarà un presidio all’ospedale Civile di Brescia “perché anche lì un immigrato, di origine senegalese, è andato al pronto soccorso per essere curato e se ne è andato con una denuncia”. A Napoli nei giorni scorsi una rifugiata politica della Costa D’Avorio, di nome Kante, è stata denunciata alla polizia con un fax che proveniva dall’ospedale Fatebenefratelli in città, dove era ricoverata per partorire. Il suo permesso di soggiorno era scaduto, e la donna era in attesa di un ricorso per ottenere l’asilo politico. L’atto, temono gli antirazzisti, è un’anticipazione di quello che accadrebbe se cadesse il divieto di denunciare chi si presenta in ospedale per essere curato, un divieto che potrebbe scomparire con la nuova legge. Sabato pomeriggio diverse associazioni e gruppi dell’universo antagonista bresciano hanno invece “violato” simbolicamente alcuni dei divieti che saranno presenti nel nuovo regolamento di polizia urbana: al parco Tarello i giovani del collettivo Studenti in lotta hanno giocato a calcio, mentre gli attivisti del centro sociale Magazzino 47 e dei sindacati Sdl e Cobas distribuivano bevande e cibo per la merenda, in un picnic “illegale”. All’entrata del parco, il cartello ufficiale era stato coperto con adesivi che esageravano volutamente il regolamento, come disegni che segnalavano il divieto di fare cicloraduni, di organizzare un campeggio, di appiccare un incendio. “Il nuovo regolamente è pieno di norme che non verranno applicate sempre”, ha continuato Gobbi, “ma che creeranno un’insieme di regole da far rispettare di volta in volta discriminando i soggetti: non daranno certo la multa al papà che è sul dondolo con la bambina, ma magari agli immigrati che mangiano un panino”. In particolare i cittadini di origine asiatica, come i pachistani, sentono la necessità di avere un posto per poter giocare a cricket e altri sport tradizionali. “Ormai siamo in tanti a Brescia”, ha sottolineato Iqbal Mazhar, responsabile dell’associazione sportiva della comunità pachistana, “e tra poco chiederemo un’area al comune. Purtroppo temiamo già un rifiuto”. Quella di sabato è stata una delle diverse iniziative che gli attivisti hanno deciso di mettere in campo per denunciare alcuni aspetti del pacchetto sicurezza del governo e delle scelte di Palazzo Loggia, contro cui hanno programmato una manifestazione il prossimo 18 aprile.
fonte: quiBrescia
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