L’Italia è stato il primo paese a inaugurare l’epoca dei lockdown nazionali la cui efficacia è stata messa in discussione ampiamente. Ora è il primo paese a imporre l’obbligo vaccinale e il super mega green pass, malgrado percentuali altissime di vaccinati. Cambiano i governi ma il modo di affrontare la pandemia resta autoritario e miope: hanno avuto due anni di tempo ma hanno scelto di non rinforzare il sistema sanitario e di moltiplicare il lavoro di infermieri e medici.
di Sara Gandini
L’Italia si conferma un paese autoritario e paternalista, un paese che non sa scommettere sul dialogo e la fiducia con i cittadini. Imporsi in modo così prepotente è l’ennesimo segno che manca coraggio e una visione di lungo periodo. A due anni dalla pandemia siamo ancora qui. È chiaro che manca la volontà di ripensare il sistema sanitario per ridurre davvero la mortalità, come ha spiegato Richard Horton (direttore di The Lancet) parlando di sindemia già nel 2020.
Che senso ha imporre l’obbligo avendo una percentuale così alta di persone vaccinate tra quelli che corrono più rischi di malattia grave e avendo una variante estremamente contagiosa ma meno letale come la omicron? L’efficacia dei vaccini rispetto alla malattia grave e la morte nelle persone che corrono più rischi è ampiamente confermata anche da The New England (una delle riviste mediche più importanti in assoluto) che non a caso ha indagato la terza dose solo per i soggetti oltre i cinquant’anni e le persone che non hanno avuto il covid-19 precedentemente.
Ma con la omicron? E rispetto alle infezioni? Rispetto alla malattia grave ci sono buone evidenze che la immunità crociata aiuti anche con la omicron (preprint 2), per cui è ottimo avere in Italia una così alta percentuale di vaccinati tra le persone a rischio di malattia grave. Ma l’allarme continua, perché ci si concentra sulle infezioni e non sulle ospedalizzazioni da covid-19. I vaccini sono efficaci con la omicron?
Un enorme studio ha indagato l’efficacia dei vaccini rispetto alle infezioni con delta e omicron. Hanno incluso nello studio 3.442 casi Omicron-positivi, 9.201 casi Delta-positivi e 471.545 controlli negativi al test. Dopo due dosi di vaccino Covid-19, l’efficacia contro l’infezione Delta è diminuita costantemente nel tempo, ma ha recuperato al 93 per cento (95 per cento CI, 92-94 per cento) sette giorni dopo aver ricevuto un vaccino mRNA per la terza dose. Al contrario, il ricevimento di due dosi di vaccini Covid-19 non è risultato protettivo contro Omicron. L’efficacia del vaccino contro Omicron è stata del 37 per cento (95 per cento CI, 19-50 per cento) sette giorni dopo aver ricevuto un vaccino mRNA per la terza dose. Quindi decisamente più bassa. Gli autori concludono quindi che è improbabile che due dosi di vaccini Covid-19 proteggano dall’infezione da Omicron. Una terza dose fornisce una certa protezione nell’immediato, ma sostanzialmente meno che contro Delta. Gli autori avvertono che i risultati non sono conclusivi perché non hanno aggiustato per i fattori di “confondimento” e sono necessarie ulteriori ricerche per esaminare la protezione contro gli esiti nei confronti della malattia grave.
Con le precedenti varianti c’era una certa efficacia dei vaccini nel ridurre le infezioni ma meno di quello che si sperava. Nel nostro studio di coorte abbiamo mostrato che la probabilità di infezione post-vaccinazione è significativamente più bassa rispetto all’infezione naturale, ma certo non nulla. Fortunatamente è associata a una durata mediana dell’infezione significativamente più breve di quella della prima infezione e della reinfezione ed è inversamente correlata con i livelli anticorpali circolanti. Cosa di cui non si tiene conto, e non si capisce perché.
Con la omicron le evidenze rispetto alle infezioni sono ancora meno. Fortunatamente la omicron sembra decisamente meno letale e sono in molti a confermarlo. Ha allarmato uno studio danese che alcuni hanno interpretato come se il vaccino potesse avere un effetto detrimentale sul sistema immunitario. Certamente su questi aspetti bisogna continuare a indagare perché non sappiamo gli effetti collaterali a lungo termine, ma per questo specifico studio gli autori stessi sembrano smentire questa interpretazione, anche se confermano una minore efficacia rispetto alle infezioni con la omicron.
Ci tengo quindi a tranquillizzare rispetto ai rischi da vaccini. Possono avere effetti collaterali come sappiamo ma quelli gravi al momento sembrano rari anche nei giovani vaccinati con Pfizer, mentre con Moderna i rischi sono più elevati e bisognerebbe tenerne conto come fanno in altri paesi. Al momento non ci sono evidenze scientifiche che i vaccini possano costituire un rischio significativo rispetto alla mortalità per altre cause. Infatti, diversamente da come alcuni sostengono, gli studi che sono stati condotti finora non mostrano nei vaccinati una mortalità per altre cause maggiore dei non vaccinati (anche le analisi che abbiamo fatto con il gruppo gocciaagoccia.net sulla mortalità nei giovani in Italia non mostrano un aumento nel 2021 nei giovani rispetto agli altri anni, a breve ne parleremo).
La domanda sul senso di imporre un obbligo vaccinale così divisivo rimane, specialmente con un vaccino la cui efficacia rispetto ai contagi è limitata. Che impatto può avere sugli ospedali una misura di questo tipo quando la stragrande maggioranza dei soggetti a rischio sono vaccinati? quando in molti oramai stanno insistendo sull’importanza di distinguere tra ospedalizzati con o per covid-19 vista l’alta contagiosità della omicron? Colpevolizzare i fantomatici novax per i problemi negli ospedali è insostenibile, infatti la percentuale di novax in Italia è estremamente bassa, più bassa che in altri paesi (9, 10).
Siamo stati i primi a inaugurare l’epoca dei lockdown nazionali e le misure draconiane prolungate per mesi e mesi, la cui efficacia è stata messa in discussione ampiamente e i cui effetti collaterali sono oramai ampiamente conosciuti. Thomas Fazi e io ne abbiamo parlato recentemente . Ora siamo la prima nazione europea a imporre l’obbligo vaccinale e il super mega green pass. Cambiano i governi ma il nostro modo di affrontare le emergenze rimane autoritario e miope. Le decisioni continuano a essere prese con una logica emergenziale che crea divisioni e sfiducia, che non pensa agli effetti sui giovani e sulle classi sociali più in difficoltà. Ci vedo però un chiaro obiettivo di lungo periodo: il controllo e la digitalizzazione delle nostre vite.
da Comune-Info