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Ecco cosa succede nella Francia dello “stato d’emergenza”

Come ben sapete, lo Stato di Emergenza è stato dichiarato in Francia poche ore dopo gli attentati di venerdì 13 novembre.

Dopo aver permesso più di 1800 perquisizioni e più di 300 arresti arbitrari, le leggi d’eccezione vengono oggi utilizzate contro i movimenti, contro i compagni e particolarmente contro chi si stava organizzando (secondo la polizia) in vista delle proteste contro la Conferenza Mondiale sul clima che avrà luogo a Parigi tra il 29 novembre e il 12 dicembre (la famosa Cop21).

Questa ultima novità non costituisce una sorpresa. La stragrande maggioranza delle perquisizioni contro i cosiddetti “islamici radicali” non ha portato a nessuna scoperta di armi o esplosivi, e non era quello l’obiettivo. Ha permesso di fare regnare un clima di terrore nelle banlieues francesi, attaccandosi in priorità ai giovani di origine nordafricana.

Ha permesso soprattutto di dare un’impressione di efficienza del governo e di risposta immediata a “un’atto di guerra” per riprendere le parole del presidente Hollande.

Come confessava un poliziotto in un’intervista, si tratta innanzitutto di “un’operazione di comunicazione”.

Ora tocca a chi è attivo nei movimenti sociali essere trattato come un “terrorista”, perquisito di notte, confinato nella sua casa e inquadrato nella stessa categoria degli assassini del 13 novembre.

A Parigi, Rennes, Rouen et Lyon, delle perquisizioni hanno avuto luogo, esecute in modo particolarmente duro nel caso di Rennes (porte distrutte, fucili a pompa puntati in faccia, compagni lasciati a terra ammanettati durante tutta la perquisizione, etc.).

Vari divieti di andare a Parigi e almeno 24 “assignations à résidence” fino al 12 dicembre sono stati comunicati a dei militanti descritti dalla polizia politica come “appartenenti all’ambiente ecologista radicale”.

Un comunicato delle persone “assignées a résidence” a Rennes si può leggere qui: https://maisondelagreve.boum.org/Etat-d-urgence-perquisitions-et

L’assignation à résidence comporta:
– l’obbligo di stare a casa 12 ore al giorno, dalle 19 alle 7
– l’obbligo di firmare 3 volte al giorno in questura
– il divieto di lasciare la propria città

Ricordiamo che nessuna autorità giudiziaria interviene in questi casi.
L’arbitrio della polizia politica (DGSI, Direction générale de la sécurité intérieure et SDAT, Sous-direction antiterroriste) è totale.

Una grande parte delle pseudo “informazioni” che giustificano queste misure si rivelano pura invenzione (participazione a dei cortei a cui le persone non hanno partecipato, precedenti inventati, etc.)

Ricordiamo anche che tutti i tentativi di contestare in tribunale questo tipo di misure sono state per ora respinte, e che una persona che non ha potuto firmare una volta al commissariato (il commissariato essendo chiuso per lavori quel giorno) è già stata condannata a 6 mesi di carcere.

Di fronte a questa situazione più che preoccupante, alcuni voci iniziano a farsi sentire. Domenica scorsa, un corteo in sostegno ai migranti si è svolto a Parigi nonostante il divieto. L’appello “Bravons l’Etat d’urgence”, apparso il 24 novembre sul sito di Liberation e firmato da numerosi “intellettuali” chiama apertamente a partecipare al corteo vietato del 29 novembre contro la Cop21.

Per ulteriori informazioni, le fonti disponibili sono:

– L’observatoire de l’Etat d’urgence (Osservatorio dello Stato di Emergenza) sul sito di Le Monde, aggiornato quotidianamente da Laurent Borredon:
http://delinquance.blog.lemonde.fr/

– i vari siti di informazione militanti
*paris-luttes.info per le informazioni su Parigi e la sua regione
*rebellyon.info per le informazioni su Lione e la sua regione
*lundi.am, che contiene articoli di fondo e riflessioni più “teoriche”,

sempre di parte

*anticop21.org, sito della mobilitazione contro la Cop21
*marchesurlacop.noblogs.org, sito delle varie marcia contro la Cop21

– il sito de La Quadrature du Net, organizzazione di difesa delle libertà sulla rete:
https://wiki.laquadrature.net/%C3%89tat_urgence/Recensement

– vari giornali con una linea editoriale “di sinistra” hanno anche iniziato a parlare di questi casi:
*politis:
http://www.politis.fr/Des-militants-ecologistes-assignes,33193.html
http://www.politis.fr/article33160,33160.html
www.politis.fr/article33196,33196.html

*mediapart:
https://www.mediapart.fr/journal/france/271115/etat-durgence-les-militants-du-climat-sont-desormais-cibles
https://www.mediapart.fr/journal/france/271115/un-pouvoir-hors-la-loi-un-etat-hors-controle
https://www.mediapart.fr/journal/france/271115/perquisitions-dans-le-93-tout-y-passe-le-bilan-est-maigre

*liberation:
http://www.liberation.fr/france/2015/11/26/cop21-un-militant-de-la-coalition-climat-assigne-a-residence_1416493