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Egitto: giro di vite di Al- Sisi sulle ong e i giornalisti sgraditi

Decine di arresti nella sede del sindacato della stampa. Al Sisi ha dichiarato illegali tutte le organizzazioni umanitarie sospettate di operare contro il governo. Oscurati 50 suti di informazione definiti “eversivi”

Due piccole isole del Mar Rosso provocano nuove ondate di proteste e di repressione in Egitto. Tiran e Sanafir, questo il nome delle isole, verranno restituite ( o cedute, a seconda dei punti di vista) dal Cairo all’Arabia Saudita, come ha confermato ieri il Parlamento. Una scelta legata all’alleanza strategica tra i due Paesi, e alla possibilità di sviluppare una sempre più stretta cooperazione economica e strategica, considerando anche che il regime di al- Sisi ha eccellenti rapporti con i sauditi, anche in chiave anti- Fratelli Musulmani.

Ma anche per questo la cosa non piace molto a parecchi egiziani, e su questo tema l’altro giorno si è arrivati alla rissa in Parlamento. Le proteste investono tutto il Paese, e hanno raggiunto anche il sindacato dei giornalisti, dove è stato realizzato un sit in lungo le scale della sede. Le forza di sicurezza hanno prontamente circondato l’edificio nel centro del Cairo dove i giornalisti sono rimasti bloccati per ore, salvo poi uscire “scortati” dalla polizia. «Ci hanno fatto uscire come se fossimo prigionieri di guerra», ha scritto su Facebook un giornalista del quotidiano statale Al Ahram. Otto manifestanti sono stati fermati per qualche ora e due di loro trattenuti. Diversi giornalisti egiziani sono rimasti feriti negli scontri con le forze di sicurezza dentro e fuori dall’edificio.

Nei giorni scorsi la repressione governativa aveva raggiunto anche i media online e le ong. Nell’ambito di un giro di vite contro siti considerati eversivi, nelle settimane scorse, in un crescendo di segnalazioni, era emerso che quasi 50 siti di media sono stati oscurati senza motivazione ufficiale, inclusi i noti Mada Masr, Daily News Egypt e Al Borsa. Ora l’Egitto ha bloccato l’accesso anche a “Tor” e ad alcuni altri Vpn, i software che consentono di accedere a siti oscurati. L’elenco comprende anche siti stranieri del Qatar ( Al Jazeera), con cui il Cairo ha rotto i rapporti diplomatici, ma anche di Turchia e Iran, potenze regionali rivali dell’Egitto, e questo si inserisce nella crisi del Golfo più che in quella delle isole, ammesso che si possano considerare del tutto scollegate. L’Egitto infatti è con l’Arabia il perno dell’alleanza araba che ha isolato il Qatar, anche per il suo appoggio ai Fratelli Musulmani. Tra le accuse rivolte ai media bloccati c’era proprio quella di sostenere il terrorismo ed essere sostenuti dal Qatar.

Nel mirino anche le ong. Il 29 maggio il presidente ha firmato una legge con cui viene istituita un’Autorità Nazionale che dovrà regolamentare l’attività delle ong straniere in Egitto. Nell’Authority figurano rappresentanti delle principali agenzie di sicurezza dell’Egitto, come l’Intelligence, il ministero dell’Interno, quello della Difesa e l’Autorità per il controllo amministrativo.

Di fatto un’assunzione di controllo piena sull’attività delle ong, messe sotto la lente di osservazione delle forze di sicurezza. L’articolo 2 della legge prevede che tutte le Ong debbano regolarizzare la loro posizione alla luce delle nuove regole, comunicare tutti le fonti di finanziamento e le attività portate avanti nell’ultimo anno. Le Ong che non dovessero adeguarsi verrebbero sciolte da un ordine della magistratura, i loro fondi verrebbero fatti confluire in un Fondo governativo per lo sviluppo e tutti i progetti di sviluppo o di altro genere, portate avanti al di fuori di queste misure, verrebbero sospesi.

Valerio Sofia da il dubbio