In seguito alla nuova udienza tenutasi in mattinata a Mansura, in Egitto, il processo nei confronti di Patrick Zaki è stato aggiornato al 27 settembre: lo ha comunicato all’agenzia di stampa Ansa lo stesso studente egiziano dell’università di Bologna.
Zaki, è a piede libero dopo la scarcerazione disposta l’8 dicembre ed arrivata al termine di 22 mesi di custodia cautelare, ma ad oggi non può tornare in Italia proprio a causa del processo in corso per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”.
Siamo a 28 mesi di detenzione, e abbiamo appena saputo che arriveremo a 31, che Patrick Zaki è intrappolato in un meccanismo giudiziario arbitrario che, di rinvio in rinvio, continua a privarlo della sua completa libertà. Uno stillicidio inumano.
Un periodo esorbitante, in cui il tempo di Patrick si è fermato, un periodo di tempo che di per sé è una punizione, considerato che Patrick è accusato di un reato dal sapore orwelliano: “diffusione di notizie false”, per aver scritto la verità.
Ci siamo fidati troppo delle rassicurazioni, dell’ottimismo, del “finirà presto e bene”. Ora occorre rilanciare la campagna per la scarcerazione di Patrick Zaki. E’ inimmaginabile che trascorra un’intera estate lontano da noi, lontano dalla sua Bologna.“