È stata respinta dal tribunale della procura di Mansoura, in Egitto, la richiesta di scarcerazione presentata in Appello dagli avvocati difensori di Patrick George Zaky, il ricercatore di 27 anni arrestato a Il Cairo lo scorso 8 febbraio, di ritorno da Bologna, dove e’ iscritto al master ‘Gemma’ dell’Universita’ Alma Mater.
Il giovane egiziano è accusato di diversi reati, tra i quali diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e turbamento della stabilita’ delle istituzioni. Per questo la scorsa settimana era stata posto in custodia cautelare per 15 giorni, un provvedimento che “può durare fino a due anni, rinnovata ogni 15 giorni, e talvolta tale detenzione può protrarsi per più di due anni”, aveva spiegato Wael Ghaly, uno dei legali che lo difendono.
“Secondo il mandato di arresto, è stato arrestato a causa di dieci post del suo account personale su Facebook che risalgono a prima del 23 settembre”, aveva detto il suo legale all’Ansa nei giorni scorsi. “Noi, i suoi avvocati, finora non li abbiamo visti e la Sicurezza non ce li mostrerà”, aveva aggiunto. “È un account fake in quanto porta tre nomi” (quello proprio e due patronimici) “mentre il suo account ha solo nome e cognome”, ha sostenuto ancora il legale, attivo anche per l’organizzazione non-governativa Eipr (Egyptian Initiative for Personal Rights), riferendo quanto sostenuto dal giovane. “Mi aspetto un cambio di trattamento. In questo processo interverrà la politica a causa di questo interesse senza precedenti dei media. Vedremo nei prossimi giorni” aggiunge il legale.
Commentando all’Ansa la decisione dei giudici, il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury ammette che “c’è delusione, avevamo sperato in un’esito diverso. C’erano segnali che potesse andare diversamente: un’aula piena di giornalisti, internazionali e egiziani, di diplomatici, italiani inclusi. Ma non è servito a nulla”. Adesso però Amnesty ripartirà “con una campagna ancora più forte, più viva”, in vista dell’udienza del 22, in cui si deciderà se rinnovare la detenzione preventiva di Zaky, per arrivarci “ancora più determinati”.
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Patrick Zaky. Antigone e CILD: “L’Italia chieda di visitare in carcere lo studente”
“Ci rivolgiamo alle autorità italiane, ed in particolare al Ministro degli Esteri, affinché chiedano all’Egitto di visitare in carcere lo studente Patrick Zaky. Chiediamo anche che della delegazione possano farne parte esponenti della società civile italiana ed internazionale. Se l’Egitto non ha nulla da nascondere, non temerà certo la visita di persone pacifiche? E’ nostro dovere morale proteggere Patrick Zaky che aveva scelto l’Italia per perfezionare la sua formazione culturale e scientifica. Lo dobbiamo a tutti quelli che scelgono l’Italia per studiare in serenità. La libertà di opinione e dissenso va sempre assicurata”.
Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella e Arturo Salerni, rispettivamente presidenti di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD).