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Ennesimo trattamento punitivo contro Nicoletta Dosio. Trasportata in manette in ospedale

Non è il primo abuso contro Nicoletta Dosio, è l’ennesimo sfregio, l’ostentazione della violenza del potere contro la fermezza indocile di questa militante di 74 anni che ha evitato ogni scorciatoia per evitare il carcere. Nicoletta Dosio, insegnante in pensione, sta subendo un trattamento carcerario restrittivo e punitivo. Ha subito una condanna ad un anno di carcere per una pacifica manifestazione in Val di Susa che ha provocato un danno di 780 euro alla società concessionaria dell’autostrada A 32. Un danno di 38 euro a testa per il numero di manifestanti condannati.

Di seguito la lettera che ha inviato Nicoletta dal carcere

Le Vallette, 24/02/2020

Care compagne e compagni,
questa volta riesco a darvi notizie di me in tempo reale.

Stamattina sono stata “portata” all’ospedale di Rivoli per una visita ambulatoriale e la consegna del referto relativo alla biopsia di un mese fa: va tutto bene almeno sul fronte della salute.
Il prossimo controllo sarà a settembre.

Ho provato per la prima volta le manette.. non quelle con cui (sembra un secolo fa) mi ero incatenata al trenino nel cantiere di Clarea o quelle di Marisa acquistate al sexy shop: le manette vere da carcere.
Ammanettata, imbarcata sul cellulare, in una celletta a sua volta blindata.

Ma, mentre sotto scorta di quattro guardie penitenziarie, correvo verso l’ospedale di Rivoli, ho potuto scorgere la nostra Valle, le sue montagne cariche di neve, splendenti sotto il sole che ha già il colore della primavera.

Prima di entrare nell’edificio ospedaliero l’agente donna si è offerta di nascondere le manette abbassandomi le maniche della tuta: ho rifiutato perché quelle manette, mi sentivo di portarle con fierezza, tra i pazienti in attesa nel lungo corridoio degli ambulatori, come il segno distintivo della nostra lotta che, nonostante la repressione, è vincente e crea condivisione.

Gli agenti sono entrati con me nello studio del medico e si sono fatti consegnare i referti, e , a questo punto, si è fatta avanti l’infermiera ad abbracciarmi, dichiarandosi parte della famiglia NO TAV..
Dunque, tutto bene..

Al ritorno in carcere le mie compagne di pena mi hanno aspettata al cancello della sezione per sentire notizie e mi hanno salutata con affetto. Come vedete nulla è inutile, anche qui qualcosa si muove..

avanti NO TAV!

Nicoletta

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