Ferrara: Insulti e minacce in consiglio comunale contro gli attivisti in solidarietà con la Palestina
- marzo 26, 2025
- in lotte sociali
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Lunedi 24 febbraio in consiglio comunale a Ferrara si discutevano tre mozioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Insulti e minacce agli attivisti di Ferrara per la Palestina
Il comunicato di Ferrara per la Palestina:
Il 24 marzo, a Ferrara, abbiamo contestato un Consiglio Comunale in cui si discuteva l’approvazione o meno di tre mozioni sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
Tralasciando quella di un’unica componente della minoranza, isolata da tutti gli altri (sia maggioranza che minoranza), che pur avendo delle criticità, era la più “accettabile” sul tema, le altre due mozioni erano vergognose.
Quella condivisa dalla più ampia minoranza aveva come richiesta cardine l’avvio di generiche attività di sensibilizzazione nella città, oltre che un’equiparazione discutibile tra le vicende del 7 Ottobre e l’occupazione pluridecennale sul suolo Palestinese.
La più eclatante, però, è stata sicuramente quella della maggioranza: per la sua estrema generalità (es. “Si riconosce lo stato di Palestina”, ma non è chiaro con quali confini, secondo quali presupposti, con quali tempi e con quali azioni), superficialità storica (vedasi ciò che ho scritto di sopra per la minoranza, che però è solo una piccola parte del problema), e, soprattutto, il mancato riconoscimento del genocidio in corso.
Il problema principale è che questa discussione si cala in un contesto cittadino parecchio pesante, soprattutto a causa della presenza di realtà sioniste, spalleggiate o formate da membri della maggioranza; per chiarezza, riporto alcuni episodi molto gravi (alcuni con risonanza quasi nazionale) verificatisi in poco più di un anno:
Valditara contatta una scuola della città, dopo che degli attivisti palestinesi sono stati invitati in delle scuole a parlare di cultura palestinese: per ripristinare “l’equilibrio formativo”, vengono invitate a intervenire, obbligatoriamente, anche organizzazioni sioniste, che sono giunte al punto di negare l’esistenza di una cultura palestinese.
Il sindaco (di maggioranza) invita e stringe la mano l’ambasciatore israeliano, accogliendolo con la massima cordialità e portandolo per la città, senza alcuna fattuale reazione della minoranza comunale.
Un membro della maggioranza sbeffeggia in consiglio comunale i morti palestinesi, apparentemente meno importanti perché tanto “si riproducono come nutrie”.
Nessuna parola, in consiglio comunale, è stata spesa dalla maggioranza su queste faccende, pur definendo i palestinesi, nella presentazione della loro stessa mozione,”propri fratelli, tanto quanto gli israeliani”.
Durante la contestazione, durata veramente pochi minuti (e visionabile sia dai canali di Ferrara per la Palestina, che da testate giornalistiche locali, e anche dall’Ansa), la seduta è stata sospesa, e il sindaco si è lanciato ad espressioni violentissime verso noi manifestanti, arrivando a definirci “filo-terroristi” e invitando le persone palestinesi presenti a tornare “a casa loro”.
Si è avvicinato ai manifestanti che reggevano uno striscione, faccia a faccia, mentre le FDO cercavano di scacciarli: probabilmente, lo ha fatto per provocarli ulteriormente.
Un altro dettaglio rilevante è che il sindaco non è nuovo a provocazioni inappropriate di questo tipo: diverso tempo fa, durante un presidio in piazza in cui si contestavano situazioni simili a quelli riportate di sopra, tra tutti i posti in cui poteva passare aveva scelto proprio la piazza del presidio (per poi pubblicare poco dopo, celermente, un video, con modalità simili a quello uscito in questa circostanza, in cui si dipingeva come la vittima di contestazioni insensate).
Nel frattempo, nel caos della contestazione in comune, tenutasi ieri, il vicesindaco, tronfio, filmava la situazione dall’area delle sedute comunali col suo telefono (era stato affermato poco prima che vi fosse il divieto di filmare, nelle aule, col telefonino).
Ovviamente, dai video pubblicati dal sindaco, sono stati accuratamente rimossi i vari insulti rivolti ai manifestanti.
Così come è stato omesso il fatto che, prima dell’inizio del dibattimento, le FDO abbiano provato a impedire l’ingresso delle persone (il consiglio comunale è uno spazio pubblico), fingendo che i posti fossero esauriti (su 100 posti eravamo forse una quarantina di persone).
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